Il 6 ottobre scorso l'Unione Europea ha varato l'ottavo pacchetto di misure sanzionatorie contro Mosca1 con il dichiarato fine di fiaccare l'economia russa e indurre Putin ad un accordo di pace da posizioni di debolezza o, addirittura, costringere le truppe impegnate nell'Operazione Militare Speciale alla sconfitta militare, grazie anche alle ingenti forniture militari di Usa e Ue ormai giunte ad oggi a 100 miliardi di dollari. Massiccio sostegno che, sommato al supporto di intelligence degli Usa e del Regno Unito, stanno mettendo in difficoltà sul campo le forze militari russe.

Rispetto alle previsioni dei governi occidentali che hanno accompagnato il varo del primo pacchetto di sanzioni introdotte dalla Ue e dagli Usa il 23 febbraio scorso, a seguito del riconoscimento delle Repubbliche Popolari del Donbass che ha preceduto di un giorno l'Operazione Militare Speciale, quale risulta l'effettiva entità dell'impatto delle sanzioni sull'economia russa e sulle sue relazioni internazionali?

 

La recessione che avrebbero causato alla Russia dalla previsione del Fmi ad aprile di un pesante -8,5% per il 2022, si è più che dimezzata a -3,5% nel World Economic Outlook di ottobre della stessa istituzione, passando per il -6,0 di luglio, a testimonianza della capacità di tenuta e di resilienza dell'economia russa (tab. 1). Mentre a livello internazionale, seppur oggetto di condanna da parte di una Risoluzione dell'Assemblea Generale dell'Onu del 3 marzo per l'invasione dell'Ucraina votata da 141 Paesi su 193, la Russia, appare tutt'altro che isolata appurato che solo 37 Paesi (pari al 19% del totale) dopo 7 settimane dal 24 febbraio2, avevano aderito alle sanzioni promosse dagli Stati Uniti e imposte da questi ultimi anche all'Ue (carta 1). Anzi, la Russia, isolata verso occidente, ha ridisegnato la propria carta geopolitica approfondendo le relazioni economiche, commerciali e politiche non solo con le potenze emergenti (Cina e India) e regionali asiatiche (Pakistan e Turchia), ma anche con i Paesi africani e latinoamericani, contrari all'adozione delle sanzioni (carta 2).

Tabella 1: Previsioni economiche del Fmi per il 2022 degli World Economic Outllook di ottobre 2021 e gennaio, aprile, luglio, ottobre 2022

 

Previsioni economiche Fmi per il 2022

 

 

Ottobre 2021

Gennaio

2022

Aprile

2022

Luglio

2022

Ottobre

2022

Economia mondiale

4,9

4,4

3,6

3,2

3,2

Italia

4,2

3,8

2,3

3,0

3,2

Russia

2,9

2,8

-8.5

-6,0

-3,4

 

Come in occasione delle sanzioni introdotte nel 2014 contro la Russia a seguito dell’annessione della Crimea3, anche nel caso di quelle comminate durante l'anno in corso come Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati ci siamo interrogati su quali fossero gli effetti sulle economie dei Paesi dell'Unione Europea, "costretta" a seguire l’alleato statunitense sulla stessa strada in virtù della cieca fedeltà atlantista.

L'entità dei flussi commerciali Ue - Russia e Usa - Russia

L'interscambio commerciale annuo fra l'Ue e la Russia dai 439 miliardi di $ del 2012, pur riducendosi, in conseguenza della prima ondata di sanzioni del 2014, ad una media annua di 240 miliardi di $ nel periodo 2015-2019, resta tuttavia, nello stesso quinquennio, oltre 9 volte più elevato (25 miliardi di $) di quello fra Stati Uniti e Russia (tab. 2). Le economie dell'Ue e della Russia, pertanto, risultavano fino a febbraio 2022 ancora saldamente integrate, principalmente, in virtù degli investimenti delle imprese comunitarie in Russia e del considerevole interscambio commerciale e finanziario fra le parti. Alla luce di questi dati, risulta evidente come le ricadute sull'economia del soggetto proponente, gli Usa, non potevano non avere rilevanza nettamente inferiore rispetto a quelle sull'Unione Europea, soprattutto per quanto riguarda le forniture energetiche russe a costi contenuti dei quali ha beneficiato fino a pochi mesi fa.

Tabella 2: valore medio annuo dell'interscambio commerciale Ue-Russia, Usa-Russia, Ue-Cina, Usa-Cina del quinquennio 2015-19 in miliardi di $. Fonte: database Onu Comtrade

Interscambio commerciale di beni

media 2015-2019

Ue – Russia

240

Usa – Russia

25

Ue – Cina

645

Usa – Cina

626

 

Le relazioni commerciali ed economiche fra Italia e Russia

Per quanto riguarda le relazioni commerciali fra l'Italia e la Russia, nel 2019, ultimo anno prima della crisi pandemica, registravano un valore di 22,2 miliardi di euro di interscambio di merci che, al cambio medio dell'anno in questione di 1,12 dollari per euro, corrisponde a 24,87 miliardi di $, praticamente la stessa entità di quello fra Washington e Mosca, ma con una incidenza sul totale nettamente diversa. Infatti, nel 2019, l'interscambio commerciale totale di beni degli Usa ammontava a ben 4.172,1 mld di dollari4, pari a 3.671 mld di euro5, mentre il nostro a 904 miliardi euro6, con un rapporto di 4 : 1 a favore dei primi.

L'interscambio fra Italia e Russia, oltre ad avere una rilevanza percentuale nettamente superiore rispetto a quelle fra Washington e Mosca, evidenzia una composizione merceologica tipica delle aree ad elevata integrazione geoeconomica: da un lato, infatti, si esportano materie prime energetiche e minerarie e semilavorati dell'industria pesante, mentre, dall'altro tecnologia e prodotti industriali di livello medio-alto. Le principali voci dell'import italiano nel primo semestre 2022 risultano, infatti, il gas naturale, il petrolio greggio, i prodotti della siderurgia e della raffinazione del petrolio e minerali ferrosi e non che coprono ben il 96,7 del totale delle merci provenienti da Mosca. Il nostro Paese esporta, invece, in Russia un paniere ben più ampio di merci, dai macchinari industriali ai prodotti manufatturieri all'ampia gamma del cosiddetto made in Italy7, tant'è che le principali sei voci coprono il solo 42,8 dell'export verso Mosca.

Anche gli investimenti diretti, vale a dire e scopo produttivo, totali (detti stock) fra i due Paesi risultavano, a fine 2021 di buon livello e nettamente a favore dell'Italia con 11,3 miliardi di euro, contro 0,85 miliardi di Mosca, secondo l'annuario Istat e l'Agenzia Ice8, e nel dettaglio riguardavano in base ai dati più aggiornati, quelli al 31 dicembre 2017, 660 imprese operanti principalmente nei settori energetico, automobilistico, agroalimentare e telecomunicazioni impiegando 39.233 addetti con un fatturato complessivo di 8,8 miliardi di euro, secondo i dati della Banca Dati Reprint9.

Gli effetti delle sanzioni sul mercato dell'energia dei Paesi Ue

Le sanzioni hanno dunque inferto colpi letali all'interconnessione fra l'economia russa e quella comunitaria che si era sviluppata negli ultimi 3 decenni dopo la caduta dell'Urss. In particolare, le forniture di gas via conduttura con contratti pluriennali a prezzi contenuti hanno consentito alle principali 2 manifatture europee, Germania e Italia, di mantenere un elevato grado di competitività sui mercati internazionali anche di fronte all'emergere di nuovi agguerriti concorrenti.

In considerazione di ciò, la decisione degli Stati europei di rinunciare al carbone, al petrolio, a seguito delle sanzioni e, soprattutto, al gas russo tramite il piano comunitario REPowerEu10 varato, dalla Commissione il 18 maggio scorso, con l'obiettivo di "ridurre rapidamente la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi" sembra non aver tenuto conto di alcuni fondamentali elementi per il proprio approvvigionamento energetico.

Il primo, già patrimonio dell'opinione pubblica nazionale, risulta l'impennata del costo delle materie prime, soprattutto quelle energetiche, in corso ormai da circa un anno dal momento dell'approvazione, quindi ben prima di febbraio 2022. In particolare, sul mercato del gas olandese Ttf (Title Transfer Facility) dove la quotazione media mensile delle negoziazioni da 20,50 euro a megawattora di aprile 2021, era salito a 87,47 euro ad ottobre, per arrivare a 125,42 euro a marzo 2022 all'indomani delle prime tranche di sanzioni, causata soprattutto dagli effetti dell'attività speculativa tramite la finanza derivata, e del fatto che le stesse sanzioni, innescando una carenza di offerta sui mercati dei Paesi Ue, non potevano che alimentare ulteriormente la compravendita di contratti a termine (detti future) a fini speculativi.

Altro fondamentale elemento che non poteva sfuggire ai politici nazionali e comunitari riguarda la diversificazione degli approvvigionamenti, opera assai complessa e non realizzabile nel breve periodo, in quanto gli altri gasdotti europei di approvvigionamento non sono in grado di sostituire in toto le forniture russe e che il Gas Naturale Liquefatto (Gnl) trasportato via mare, necessita di una congrua dotazione di rigassificatori che, ahinoi, non abbiamo a disposizione. In particolare, il Gnl statunitense del quale l'amministrazione Biden ha fornito garanzie di approvvigionamento ai poco avveduti Paesi europei, presenta problematiche non indifferenti visto che l'estrazione avviene con la tecnica del fracking (fratturazione idraulica delle rocce), devastante dal punto di vista geologico e ambientale, non in grado di offrire garanzie di continuità di forniture per il rapido esaurimento dei giacimenti e con costi di complessivi per l'acquirente decisamente superiori rispetto a quello russo. Su quest'ultimo aspetto iniziano a serpeggiare sempre meno velati malumori in seno all'Ue rispetto al vantaggio di competitività, oltre che commerciale, per le aziende statunitensi, il cui costo del gas risulta nettamente inferiore rispetto a quelle europee, tanto da aver indotto il Ministro francese, Bruno Le Maire, a dichiarare il 12 ottobre scorso all'Assemblea Nazionale di Parigi che "non possiamo accettare che il nostro partner americano ci venda il suo Gnl ad un prezzo 4 volte superiore a quello al quale vende agli industriali suoi connazionali". Aggiungendo amaramente che "la guerra in Ucraina non deve sfociare in una dominazione economica americana e in un indebolimento dell'Unione Europea".

La transizione energetica, infine, benché ad essa il governo Draghi avesse dedicato apposito Dicastero, il ministro incaricato, Roberto Cingolani, oltre ad aver brillato per inerzia si è anche contraddistinto per alcune anacronistiche proposte come il nucleare, a suo dire "pulito", e la riapertura delle centrali a carbone ormai dismesse.

L'impatto delle sanzioni sulla Russia e sui Paesi Ue

Nell'intento di valutare l'effettiva ricaduta delle sanzioni rispetto al fine di sfiancare l'economia russa da parte dei Paesi che le hanno introdotte, risulta fondamentale, fra le varie, confrontare la variazione dell'interscambio commerciale con Mosca del primo semestre 2021 con quello del corrispondente periodo del 2022, quest’ultimo influenzato dai provvedimenti restrittivi.

Per quanto riguarda il nostro Paese nel periodo gennaio-giugno 2021, in condizioni di ristabilita normalità economica dopo la crisi del 2020, abbiamo esportato merci in Russia per un controvalore di 4,4 miliardi di euro, mentre ne abbiamo importati 8,1 miliardi con un saldo per noi negativo di circa 3,7 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con i dati del 2019 (tab. 3). Nel primo semestre dell'anno in corso, invece, a seguito delle sanzioni e il piano REPowerEU, tramite i quali ci siamo preclusi attività economiche significative con Mosca, il nostro export è diminuito del 21% sotto i 3,5 miliardi di euro, mentre il valore del nostro import ha subito un aumento del 136,9%, da 8,1 miliardi di euro a 19,1, che ha affossato in tal modo il saldo negativo a 15,7 miliardi di euro, con un aggravio del disavanzo di oltre 12 miliardi.

Tabella 3: valore in miliardi di euro dell'interscambio commerciale Italia-Russia fra 2019 e 2021 e confronto fra 1° semestre 2021 e 2022. Fonte: infomercati esteri su dati Istituto del Commercio Estero (Ice)11

Export italiano verso la Russia

2019

2020

2021

1° semestre

2021

1° semestre

2022

Totale (mld. €)

7,882

7,101

7,696

4,420

3,490

Variazione periodo precedente (%)

+4,2

-9,9

+8,8

 

-21,0

 

Import italiano dalla Russia

2019

2020

2021

1° semestre

2021

1° semestre

2022

Totale (mld. €)

14,324

9,329

13,984

8,101

19,190

Variazione (%)

-4,3

-34,9

+54,5

 

+136,9

Totale interscambio (mld. €)

22,206

16,430

21,680

12,521

22,680

Saldo commerciale Italia (mld. €)

-6,442

-2,228

-6,288

-3,681

-15,700

Trend decisamente negativo del nostro Paese che, peraltro, ha continuato ad aggravarsi nel mese di agosto, durante il quale, secondo i dati dell'Istat, il valore del saldo commerciale complessivo è sceso a -9,5 miliardi di euro, rispetto a un surplus di 1 miliardo del corrispondente mese dello scorso anno. Un pesante disavanzo sul quale hanno inciso sia il passivo della bilancia energetica, salito addirittura di 12 miliardi, sia la diminuzione del 16,7% dell'export verso la Russia12. Il vertiginoso aumento dei costi del gas e dell'energia elettrica, secondo lo stesso report, hanno influito sul gravoso deficit commerciale totale e ulteriormente sospinto il rialzo dell'inflazione sia nel nostro Paese, arrivato ormai su base annua all'11,9% ad ottobre13, che nell'Eurozona. Concomitanti fattori che, sommati al rialzo dei tassi della Bce (ormai giunti al 2% con il terzo rialzo consecutivo del 27 ottobre14), stanno creando un sensibile rallentamento delle economie occidentali come ci conferma l'ultimo report del Fmi del 18 ottobre, nel cui contesto il responsabile del Dipartimento europeo dell'Istituto di Washington, Alfred Kammer, vi afferma che "questo inverno più della metà dei Paesi nell'area dell'euro sperimenterà una recessione tecnica, con almeno due trimestri consecutivi" di variazione negativa del Pil con situazione particolarmente critica di Germania e Italia. Questi ultimi, non casualmente, due fra i Paesi maggiormente dipendenti dal gas russo15, per i quali il report indica tre trimestri consecutivi di contrazione, tant'è che erano già previsti in recessione nel 2023, nel già citato Outlook di ottobre dello stesso Istituto, rispettivamente a -0,3% e -0,2%, e la Russia -2,3%, mentre l'Eurozona subirà un sensibile rallentamento a +0,5% e gli Usa una crescita modesta dell' +1%.

 

Tabella 4: previsioni variazione Pil per il 2023. Fonte: World Economic Outlook Fmi ottobre 2022

 

Germania

Italia

Russia

Eurozona

Usa

Cina

Previsioni variazione Pil 2023

-0,3%

-0,2%

-2,3%

+0,5%

+1,0%

+4,4%

 

Le decisioni assunte, su pressioni di Washington, dai Paesi europei e dall'Unione Europea verso Mosca, alla luce dei dati mostrano un impatto negativo, seppur dimezzato rispetto alle prime previsioni, sull'andamento dell'economia russa, sortendo, invece, un effetto opposto sul saldo delle partite correnti che, secondo Boomberg16, è più che triplicato sfiorando di 167 miliardi di dollari fra gennaio e giugno 2022, rispetto ai 50 del corrispondente periodo del 2021, a seguito dell'aumento dei ricavi dell'export dell'energia e delle materie prime, alla diminuzione delle importazioni a causa delle sanzioni e all'apertura di nuovi mercati di sbocco asiatici che hanno compensato l'impatto delle sanzioni.

Se i provvedimenti restrittivi occidentali sembrano aver raggiunto solo parzialmente gli obiettivi prefissati ai danni della Russia, di altra entità risultano, invece, gli impatti negativi causati alle proprie economie che stanno registrando pesanti effetti in termini di deficit commerciale, elevata inflazione, alti tassi di interesse non che rallentamento economico con serie prospettive di recessione tecnica, come indicato dal Fmi.

Le otto tranche di sanzioni comminate, sino a questo momento, dagli Stati europei sembrano, dunque, assumere, sulla scorta dei dati e delle previsioni economiche, connotato di boomerang ancor più clamoroso rispetto a quelle del 2014.

I vertici politici comunitari e nazionali, fra cui il neogoverno Meloni, non possono, a nostro avviso esimersi, dal rendere conto all’opinione pubblica sia della propria consapevolezza rispetto alla loro scarsa efficacia sulla destinataria, che dei costi sociali che saranno causati dal rallentamento economico e dalla probabile recessione che sta insabbiando la ripresa post-covid. Costi che inevitabilmente verranno a ricadere in maniera più gravosa sui ceti popolari e sui lavoratori a causa: della chiusura di aziende che non sosterranno l'aumento dei costi energetici, dell'aumento della disoccupazione e della perdita di potere d'acquisto dei salari e degli stipendi innescata dell'impennata inflazionistica con conseguente, inevitabile, aumento della povertà, che nel nostro Paese già opprime 5,6 milioni di persone.

Come uscire dalla spirale guerra - sanzioni - crisi economica e sociale?

Nella complessità e nella gravità della situazione che si sta, giorno dopo giorno, delineando, riteniamo che solo una massiccia mobilitazione popolare possa indurre, il nostro e gli altri governi europei, ad una seria riflessione sui nefasti effetti interni delle proprie politiche internazionali e a prendere atto che la strada della totale subalternità agli interessi Washington sta spingendo l'economia comunitaria nel baratro e non sta generando alcun effetto fra quelli preventivati rispetto alla risoluzione del conflitto in corso.

E' necessario che il grande assente di questi di primi 8 mesi di guerra, il movimento internazionale per la pace, prenda coscienza, si organizzi ed apra un fronte di lotta duraturo che spinga i soggetti, direttamente e indirettamente, coinvolti al cessate il fuoco, all'apertura di un concreto negoziato sotto l'egida dell'Onu, riprendendo la piattaforma degli accordi di Minsk I e II (che se fossero stati rispettati non avrebbe portato al disastro in corso) che porti ad un pace equa che consideri i diritti e le necessità di tutti gli attori coinvolti, al fine di evitare un'ulteriore pericolosa escalation del conflitto e una nuova grave crisi economica e sociale a soli due anni da quella pandemica.

Andrea Vento - 3 novembre 2022 - Gruppo insegnanti di Geografia Autorganizzati

Carta 1: votazione dell'Assemblea Generale dell'Onu di condanna dell'invasione russa del 3 marzo 2022

carta ucraina 01

Carta 2: gli stati applicano (in rosso) e che non applicano (in celeste) le sanzioni alla Russia

carta ucraina 02

 

 

 

1 Per una panoramica dettagliata delle 8 tranche di sanzioni dell’Ue alla Russia consultare: https://www.confindustria.it/home/crisi-ucraina/sanzioni

3 "Crisi ucraina: il boomerang delle sanzioni europee" di Andrea Vento - Giga autoproduzioni 2014

5 Calcolo effettuato allo stesso tasso di cambio medio annuo del 2019 che fra Usd/Eur era pari a 0,88

7Principali prodotti del Made in Italy esportati in Russia: abbigliamento 244 mld (8,2%), mobili 122,7 mld (4,1%), calzature 99,7 mld (3,3%)

15 Secondo i dati dell'Agenzia dell'Ue per la cooperazione tra i regolatori dell'energia, al 24 febbraio, la Germania importava il 49% del gas dalla Russia e l'Italia il 46%.

https://www.infodata.ilsole24ore.com/2022/02/25/quali-paesi-europei-dipendono-piu-dal-gas-russo/?refresh_ce=1

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Carla Filosa

 

Dalle promesse elettorali alle ingiunzioni televisive in mondovisione, Trump ritira provvisoriamente – sembra – i dazi a Messico e Canada. Si pone il problema se sappia, anche rivolto a chi gli suggerisce o stila i suoi proclami, di cosa stia minacciando e soprattutto con quali conseguenze potrebbero avviarsi i prodromi di una guerra commerciale che non si sa contro chi alla fine potrebbe ritorcersi. Anche quotidiani Usa scrivono che una guerra sui dazi è una cosa stupida, che la vittoria non potrà essere di nessuno e che a rimetterci sarà solo il lavoro di base in ogni settore produttivo.

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Economia di guerra. Parte XVI. La crisi industriale della Germania prosegue anche a dicembre

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Andrea Vento

 

Ultimo rapporto Destasis: trainata dal comparto automobilistico, a dicembre continua la flessione industriale su base tendenziale, riportando il livello della produzione a quello di maggio 2020. I riflessi politici alle soglie delle elezioni.

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I dazi e il ruolo degli Usa di compratore di ultima istanza

Categoria: Articoli Hits:172

 

Domenico Moro

 

Gli Usa rappresentano non solo l’economia più grande ma anche il paese leader a livello mondiale. La loro leadership si fonda, oltre che sul potere militare, soprattutto sul dollaro, la valuta di riserva e transazione internazionale, che gli permette di sostenere un enorme deficit commerciale, oltre che un ampio debito pubblico. In questo ruolo di leadership rientra, quindi, un altro ruolo fondamentale nel sistema di relazioni internazionali, quello di “compratore di ultima istanza”.

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Democrazia e dispotismo

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Carla Filosa

 

Dal depistaggio dei dissensi politici relativi al “riarmo” europeo e alla riesumazione del Manifesto di Ventotene quale veleno contro la piazza pro Europa, il salto in Parlamento (19 marzo) è stato altamente acrobatico. Al di là dell’umana manifestazione emotiva del parlamentare Fornaro, lo sdegno di trovarsi di fronte a parole fascistoidi da parte della Presidente del Consiglio ha determinato sì un tafferuglio, ma nessun chiarimento postumo, politicamente doveroso e umanamente necessario, sul significato “dittatura del partito rivoluzionario” interpretato come negazione del superiore vessillo appropriato di “democrazia”.

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Quale pace (perpetua) oggi?

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Giorgio Grimaldi

(da https://fuoricollana.it/)

 

La gestione statunitense dell’ordine mondiale non sana, anzi aggrava la conflittualità internazionale. Rileggere il progetto kantiano Per la pace perpetua può essere estremamente istruttivo per orientarci nel presente.

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Il marxismo di Dussel

Categoria: Saggi Hits:969

 

Antonino Infranca*

 

Enrique Dussel è considerato il maggior conoscitore di Marx al mondo, nonostante che provenga dal cosiddetto “Terzo Mondo”; in particolare la sua lettura proviene dall’America latina, che storicamente è stata la prima vittima del capitalismo, anzi si può affermare che senza la Conquista dell’America latina il capitalismo non sarebbe potuto nascere, perché quella conquista offrì la quantità di metalli preziosi per innescare il meccanismo di accumulazione originaria del capitale, per usare la terminologia di Marx. Dunque per capire la Modernità bisogna partire dalla condizione di vittima dell’America latina. Sarà, quindi, una lettura non eurocentrica, perché condotta dall’esteriorità del Primo Mondo, che alla caduta del socialismo ha decretato la morte del marxismo.

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Le tesi di Dussel sul populismo

Categoria: Libri Hits:1784

Lelio La Porta

 

Enrique Dussel è un intellettuale argentino, naturalizzato messicano, in esilio. È fra i fondatori del movimento Filosofia della Liberazione ed è conosciuto in quanto critico dell’eurocentrismo ed autore di opere importanti su Marx (Metafore teologiche di Marx), di scritti politici (20 tesi di politica), di lavori sul concetto di liberazione, divisi in Etica, Erotica e Pedagogica, che vedranno fra breve la loro comparsa in Italia, grazie al lavoro indefesso di Antonino Infranca, traduttore princeps dell’intellettuale latino-americano. Proprio ad Infranca si devono la traduzione e l’Introduzione di un recente, breve, ma ricco di implicazioni destinate ad una discussione ponderata, saggio di Dussel: Cinque tesi sul populismo (Castelvecchi, Roma, 2021, pp. 57, €. 9,00).

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Traverso e Lukács: note per un dibattito

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Sabato Danzilli

 

La pubblicazione della nuova edizione inglese di Die Zerstorung der Vernunft (Georg Lukács, The Destruction of the Reason, London, Verso, 2021) merita grande attenzione, perché rende nuovamente disponibile sul mercato anglosassone un testo che, come dimostra la sua traduzione tardiva (la versione di Palmer per Merlin Press, qui ripresa, è soltanto del 1980), non ha mai riscontrato grandi favori, e perché è introdotta da un lungo e interessante saggio di Enzo Traverso. Il suo contributo fornisce molte tracce per una discussione, che si cercherà qui di impostare.

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Antonio Gramsci, se insegnare è un’arte

Categoria: Libri Hits:1866

 

Lelio La Porta *

 

La parola contaminazione suscita, già al solo pronunciarla, sudori freddi che scorrono lungo il corpo di chi ascolta in quanto evoca epidemie, catastrofi e cataclismi. Ci sono casi in cui, al di fuori della terminologia medica, però, la contaminazione riesce a rendere perfettamente il senso di una dialettica profonda che consente ad un pensiero in embrione di svilupparsi e di prendere consapevolezza di sé e delle sue potenzialità fino alla definitiva maturazione. È il caso di Antonio Gramsci in rapporto alla tematica della formazione dell’uomo così come viene affrontata nel libro di Chiara Meta, Il soggetto e l’educazione in Gramsci. Formazione dell’uomo e teoria della personalità (Bordeaux, Roma 2019, pp. 185, €. 14,00).

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Pionieri del futuro. Una proposta pedagogica comunista (parte II)

Categoria: Saggi Hits:3135

 

Paola Pavese

 

Appunti per un manuale

I Pionieri del Futuro. Le attività per fasce d’età

Tutti bambini e i ragazzi dai 7 ai 13 anni possono diventare Pionieri del Futuro, una volta che abbiano aderito all’ Invito dei Pionieri (vedi più avanti). Le attività saranno però diverse per i bambini fino agli 11 anni, rispetto a quelle dei ragazzi più grandi. I più grandi aiuteranno le attività dei piccoli e si dedicheranno con maggior approfondimento ad attività di impegno sociale, anche a carattere internazionale.

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Pionieri del futuro. Una proposta pedagogica comunista (parte I)

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© Paola Pavese

 

Premessa

Questo opuscolo è un’introduzione, non certo esaustiva, ad alcuni riferimenti teorici della pedagogia marxista e alla storia dei Pionieri d’Italia.

Ma è soprattutto un manuale, in cui ho immaginato una possibile organizzazione per bambini e ragazzi, a cui ho voluto dare un nome, che mi è sembrato bellissimo: Pionieri del Futuro. Per scriverlo ho seguito le orme di Gianni Rodari e del suo Manuale dei Pionieri, che a leggerlo pare anch'esso un esercizio di fantasia, basato su un qualche testo che l'autore pare avere sotto gli occhi. Ovviamente, fare esercizi di fantasia seguendo le orme di Rodari viene facile, direi che viene quasi automatico, ed è probabile che in più di un'occasione mi sia fatta trascinare dall'entusiasmo.

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Marxismo e intercultura

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Donatello Santarone*

 

Gli studi interculturali sono molto vasti, un enorme contenitore dove convivono prospettive scientifiche e culturali spesso opposte. C’è un’intercultura “aziendalista” (e persino “militarista”) che vuole conoscere il cosiddetto “altro” per meglio colonizzarlo (un po’ come i primi antropologi al servizio degli eserciti coloniali nell’800): è una visione tutta strumentale della relazione con i paesi e i popoli del Terzo e Quarto Mondo, finalizzata esclusivamente alla dimensione mercantile del rapporto.

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Possibilidades Lenineanas para uma Paidéia Comunista

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Antonio Carlos Mazzeo

 

I. Os Pressupostos

A preocupação em abrir o debate sobre a conexão entre educação e socialismo nas universidades brasileiras é muito relevante. Até por que, nada mais conectado e articulado do que aprendizado, educação e socialismo. Recuperar esse vínculo já vale um evento como este. Recentemente participei de um seminário na Faculdade de Educação da Unesp/Marília intitulado Marx, Gramsci e Vigotsky: Aproximações, do qual resultou um livro com as palestras proferidas, onde está publicada minha intervenção no evento , uma prazeirosa experiência, pois raramente tenho a oportunidade de dialogar com pedagogos estando, na maioria do tempo, restrito à minha área de Ciências Sociais e de Historia.

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Ucraina: un aiuto mortale

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Domenico Gallo

 

C’è stato un vivace dibattito in ordine alle ultime votazioni del Parlamento europeo, a seguito del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo e della presentazione da parte di Ursula Von der Leyen del piano “ReArm Europe”. Si è molto discusso delle spaccature verificatesi in seno alla maggioranza e all’opposizione. Hanno fatto specie le divisioni in casa PD poiché la metà dei deputati europei ha votato in dissenso rispetto alle indicazioni della segretaria Elly Schlein, che aveva espresso contrarietà al piano di riarmo dell’Europa.

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Il riarmo UE tra indipendenza dagli Usa e keynesismo militare

Categoria: Articoli Hits:268

Domenico Moro

 

Dwight Eisenhower, presidente degli Stati Uniti, nel 1961 denunciò il pericolo rappresentato dal “complesso militare-industriale”, riferendosi all’intreccio di interessi tra l’industria bellica, i rappresentanti del Congresso e le Forze Armate, che poteva condizionare profondamente la politica statunitense. Pochi anni più tardi, nel 1966, uscì un importante lavoro di due economisti statunitensi, Baran e Sweezy, intitolato Il capitale monopolistico. Saggio sulla struttura economica e sociale americana, nel quale si dimostrava che solo grazie alla spesa militare e all’industria bellica il capitalismo Usa poteva contrastare la sua crisi e contenere la disoccupazione.

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Sovrastare il sovrastato

Categoria: Articoli Hits:71

 

Carla Filosa

“L’ingiustizia oggi cammina con passo sicuro.

Gli oppressori si fondano su diecimila anni.

La violenza garantisce: com’è resterà.

Nessuna voce risuona tranne la voce di chi comanda.

E sui mercati lo sfruttamento dice alto: solo ora io comincio.

Ma fra gli oppressi molti dicono ora.

Quel che vogliamo non verrà mai.

Chi è ancora vivo non dica: mai.

Quel che è sicuro non è sicuro.

Com’è così non resterà.

Quando chi comanda avrà parlato

Parleranno i comandati.

Chi osa dire: mai?

A chi si deve se dura l’oppressione? A noi.

A chi si deve, se sarà spezzata? Sempre a noi.

Chi viene abbattuto, si alzi!

Chi è perduto, combatta!

Chi ha conosciuto la sua condizione, come lo si potrà fermare?

Perché i vinti di oggi sono i vincitori di domani

E il mai diventa: oggi!

Bertolt Brecht, “Lode della dialettica”.

 

Non spaventi subito il ricorso, qui sotto proposto, a un recupero storico di ciò che sta accadendo in questo presente e che forse riguarderà anche un prossimo futuro.

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Elezioni in Germania, dalla crisi economica alla crisi politica

Categoria: Articoli Hits:106

 Domenico Moro

 

Le elezioni politiche tedesche delineano la crisi dei partiti tradizionali di governo e il rafforzamento delle ali estreme del panorama politico, come riflesso della grave crisi economico-sociale in cui versa il più importante paese della Ue. Infatti, i partiti che componevano la coalizione dell’ultimo governo sono calati fortemente.

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Elezioni politiche in Germania: pesante sconfitta delle forze del gove …

Categoria: Articoli Hits:114

 Andrea Vento

 

Dalle attese elezioni politiche tedesche tenutesi anticipatamente domenica 23 febbraio sono emersi alcune indicazioni delle quali proveremo ad enunciare di seguito le più significative.

In primis, rileviamo come il clima di attesa e la percezione della particolare importanza per il futuro del paese della tornata elettorale in questione, abbiano spinto in massa i tedeschi alle urne (+6,19%) determinando con l'82,5% il record di affluenza dalla cosiddetta riunificazione del 1990.

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L’intelligenza artificiale è qui e lotta contro di noi

Categoria: Articoli Hits:2182

 

Vincenzo Vita *

 

E’ maturato il varo da parte della Commissione europea di un testo volto a disciplinare i confini dell’intelligenza artificiale. Si tratta, ovviamente, dell’inizio di un percorso, che porterà ad un Regolamento impegnativo e certamente inedito.

Chi legge potrebbe utilmente obiettare che sarebbe un buon risultato avere l’intelligenza normale. Già. Ma il tempo digitale incombe e ci impone di cambiare profondamente i nostri modelli cognitivi, l’approccio ad una realtà di cui la componente virtuale è un ingrediente fondamentale.

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Incurabili! Marx non c’entra proprio nulla con la Scienza?!?

Categoria: Saggi Hits:2980

 Angelo Baracca

 

Due anni fa ricorreva il duecentesimo centenario della nascita di Karl Marx e giustamente il mondo intero fu inondato da una marea di commemorazioni, incontri e convegni di tutti i tipi e i livelli. Nel corso di queste manifestazioni io fui colpito dal fatto che in nessuna delle iniziative di cui venivo a conoscenza compariva neanche per caso la parola Scienza: ergo, il messaggio è per il colto e l’inclita – ma molto più negativamente per tutt* i compagn* – che il marxismo ha a che fare con la politica, l’economia, la società, ma non ha nulla a che fare con la Scienza (uso volutamente la maiuscola).

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“The Donald” scopre la Luna

Categoria: Articoli Hits:2015

 

Gennaro Chiappinelli, Massimiliano Romanello

 

Il leggendario filosofo turco Nasreddin Hoca narra di un uomo che, vedendo la Luna riflessa nell’acqua in fondo ad un pozzo, cercò di recuperarla e restituirla al cielo per mezzo di una fune. La fune rimase impigliata ad una roccia sporgente e l’uomo, cadendo all’indietro per l’inutile sforzo, si compiacque nel vedere che la Luna era effettivamente tornata al suo posto.

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Migrazioni climatiche

Categoria: Saggi Hits:2751

Andrea Vento

 

Il genere umano, sin dall'epoca preistorica, è sempre stato interessato da spostamenti, su scala più o meno ampia, generati da una vasta gamma di motivazioni, fra le quali principalmente: la ricerca di nuove terre, l'aspirazione verso migliori condizioni di vita, l'espansione coloniale, la fuga da guerre, persecuzioni e discriminazioni varie ed anche da fenomeni naturali avversi quali catastrofi e cambiamenti climatici. Numerosi sono i casi storici di movimenti di interi popoli o di parte di essi sospinti da fenomeni naturali, in quanto le migrazioni hanno da sempre rappresentato una fondamentale strategia di adattamento ai mutamenti climatico-ambientali. Nonostante ciò, l'elite politica mondiale e i media internazionali non hanno, sino a pochi anni fa, prestato particolare attenzione a questo fenomeno. La comunità scientifica mondiale, invece, dalla fine del scorso secolo ha mostrato crescente interesse sia verso lo studio dei cambiamenti climatici che delle sue conseguenze, come l'impatto sui flussi migratori.

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Dalla polemica politica Zacharova-Mattarella a quella storiografica Graglia-Canfora

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Ruggero Giacomini

 

La polemica aperta dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo Zacharova nei confronti del discorso del Presidente della Repubblica italiana Mattarella all’Università di Marsiglia, per i parallelismi storici tra la Russia di oggi e il Terzo Reich, si è allargata al confronto tra accademici grazie ad un’ampia e argomentata intervista al “Fatto quotidiano” di Luciano Canfora, cui ha replicato prontamente Piero Graglia, ordinario di Studi internazionali alla Statale di Milano, già candidato al Parlamento Europeo per il Partito Democratico.

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Palmiro Togliatti, a 60 anni dalla scomparsa

Categoria: Articoli Hits:646

 Gianmarco Pisa

 

Per l’impegno e la lotta dei comunisti e delle comuniste in Italia, così come per alimentare e arricchire la riserva di forza teorica e di esperienza concreta del movimento comunista internazionale, la vicenda, teorica e politica, della direzione di Palmiro Togliatti, nella lunga stagione storica dal 1927 al 1964, resta un’eredità prospettica, di grande spessore e di vasta portata.

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D-Day 1944: il contesto storico essenziale

Categoria: Saggi Hits:825

 

Jacques Pauwels*

 

Introduzione

La Germania nazista era un colosso militare e sconfiggere la bestia era un compito erculeo che non avrebbe mai potuto essere condotto a termine singolarmente da nessuno dei suoi nemici. L'impresa riuscì, ma solo a capo di molti anni di battaglie. Richiese sforzi sovrumani da parte di tutti i paesi coinvolti nel titanico conflitto contro Hitler e il suo nazismo, ossia una varietà tedesca di fascismo, e le altre dittature fasciste che si erano allineate con la Germania, come quella di Mussolini.

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A cento anni dalla morte, perché Lenin è ancora attuale?

Categoria: Articoli Hits:840

Domenico Moro 

 

Il 21 gennaio 1924 moriva Lenin. Cento anni sono tanti e moltissime cose sono cambiate, eppure il lascito di Lenin è, in gran parte, ancora attuale. Lenin è stato uno dei personaggi storici più importanti del XX secolo, l’uomo che più di ogni altro ha contribuito alla Rivoluzione di Ottobre e alla fondazione dell’Unione Sovietica. Ma, come diceva il filosofo ungherese Lukács in un pamphlet, scritto subito dopo la morte di Lenin, l’importanza dell’uomo politico russo va oltre le vicende politiche immediate che l’hanno visto protagonista: “Egli resta perciò sul piano storico-universale l’unico teorico di livello pari a quello di Marx che fino ad oggi sia venuto dalle file della lotta di emancipazione proletaria”[i].

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Gli Usa e il “metodo Giacarta”: il massacro delle popolazioni come politica estera

Categoria: Libri Hits:805

 

Piero Bevilacqua 

(Fonte: volerelaluna.it)

 

Chi legge il libro di Vincent Bevins, Il metodo Giacarta, La crociata anticomunista di Washington e il programma di omicidi di massa che hanno plasmato il nostro mondo (Einaudi, 2021) ne uscirà con una visione rovesciata della storia mondiale dopo il 1945, e con l’animo sconvolto. È successo anche a me, storico dell’età contemporanea, e testimone del mio tempo, a cui tanti fatti e vicende qui raccontate erano noti.

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