Andrea Vento
Ultimo rapporto Destasis: trainata dal comparto automobilistico, a dicembre continua la flessione industriale su base tendenziale, riportando il livello della produzione a quello di maggio 2020. I riflessi politici alle soglie delle elezioni.
La contrazione tendenziale della produzione industriale continua ad aggravarsi
Tramite il comunicato ufficiale n. 049 del 7 febbraio 2025 la Destasis, l'Istituto nazionale di statistica della Germania, ha reso noto che la crisi industriale tedesca, in base ai dati preliminari, è continuata anche a dicembre scorso, sia su base congiunturale del -2,4%, ma soprattutto nella dinamica tendenziale del -3,1% (tabella 1), riportando la produzione complessiva addirittura a livello del maggio 2020, in pieno lockdown pandemico (grafico 1).
Tabella 1: variazione tendenziale, rispetto allo stesso mese dell'anno passato, e congiunturale, rispetto al mese precedente, della produzione industriale tedesca totale, comprensiva della manifattura, delle costruzioni e dell'energia, a dicembre 2024. Dati preliminari. Fonte: Destatis
Produzione industriale complessiva Dati preliminari |
Produzione manifatturiera Dati preliminari |
||||
Mese 2024 |
Variazione tendenziale |
Variazione congiunturale |
Mese 2024 |
Variazione tendenziale |
Variazione congiunturale |
Dicembre |
-3,1% |
-2,4% |
Dicembre |
-4,1% |
-3,3% |
Grafico 1: indice di produzione industriale della Germania fra gennaio 2015 e dicembre 2024. Valore medio della produzione del 2021 posto a base 100. Fonte Destasis. Linea blu: produzione totale. Linea nera: produzione esclusa energia e costruzioni. Linea rossa: costruzioni (edilizia)
Considerando invece soltanto il settore manifatturiero, escluse quindi le costruzioni e l'energia, a dicembre scorso la produzione si è contratta, sempre su base tendenziale, di un punto oltre la media complessiva (-3,1%) attestandosi ad un più gravoso -4,1% (tabella 1).
La Destasis traccia anche un primo bilancio preliminare dell'andamento della produzione industriale complessiva dell'intero 2024 (tabella 2) dal quale emerge una pesante flessione del -4,5% su base annua, mettendo in evidenza come la tendenza regressiva, iniziata nella primavera del 2023, si sia protratta senza soluzione di continuità anche per tutto l'arco dell'anno appena concluso. La sovraesposta analisi su base tendenziale, poggiando su un arco temporale annuale quindi di medio periodo, consente di delineare un preoccupante scenario nel quale la perdita di competitività di tale strategico settore dell'economia tedesca sta assumendo sempre più marcati caratteri strutturali.
Tabella 2: variazione percentuale della produzione industriale complessiva e dei principali comparti della Germania nell'anno 2024. Dati provvisori. Fonte: Destatis
Variazione percentuale annua |
Produzione industriale complessiva |
Produzione industriale manifatturiera |
Produzione di energia |
Produzione delle costruzioni |
2024 |
-4,5% |
-4,9% |
-3,2% |
-3,2% |
La flessione congiunturale trainata dal comparto automobilistico
Stessa dinamica emerge dalla variazione congiunturale del manifatturiero che parallelamente accusa una maggior flessione (-3,3%) rispetto alla produzione totale (-2,4%) e che, nello specifico, risulta trainata dal comparto automobilistico, vero architrave dell'industria teutonica, che a dicembre ha accusato una flessione di ben -10,0%, rispetto al mese precedente.
Che la situazione del mercato interno tedesco sia andata aggravandosi nella parte finale dell'anno lo conferma anche la dinamica delle immatricolazioni di autovetture, la quale, mentre nell'arco dell'intero 2024 è scesa a 2.817.331 dalle 2.844.609 dell'anno precedente con una flessione del -1%, nel solo dicembre è risultata del ben -7,1% rispetto al corrispondete mese dell'anno scorso scendendo da 241.883 a 224.721. In termini assoluti delle 22.278 autovetture immatricolate in meno in Germania nel 2024, ben 17.162 riguardano il solo mese di dicembre.
Anche in questo caso, emerge un parallelismo col nostro paese, nel quale mentre le immatricolazioni del 2024 calavano di solo -0,5%, nel mese di dicembre sono diminuite del -4,5%, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
L'accentuarsi della flessione tendenziale delle consegne a dicembre è una dinamica particolarmente preoccupante, in quanto, chi ha lavorato nel comparto automobilistico o ne conosce le peculiarità è consapevole del fatto che nell'ultimo mese dell'anno in genere le immatricolazioni di autovetture registrano un incremento, rispetto ai due precedenti, a seguito delle favorevoli condizioni offerte dalle concessionarie ai clienti al fine di raggiungere i budget aziendali e i premi di produzione fissati dalle case madri e anche perché le imprese talvolta ricorrono all'acquisto di autoveicoli per motivi fiscali proprio in quelle settimane.
Non causalmente, la Francia evidenzia una dinamica opposta. Infatti, pur registrando Parigi una contrazione annua del -3,2%, a dicembre ha dato segnali di ripresa con un incremento tendenziale delle immatricolazioni di +1,5%. Decisamente meglio se la passa la Spagna che evidenzia sia un aumento annuale +7,1% che uno mensile tendenziale addirittura del +28,8%.
Arretrano le vendite delle principali case automobilistiche, soprattutto in Cina
Il quadro generale che emerge dai primi dati relativi all'anno appena concluso vede tutti i principali marchi tedeschi accusare una flessione delle vendite, a seguito sia della contrazione del mercato interno, sia della perdita di competitività su quelli internazionali e in particolare in Cina, il principale a livello mondiale.
Scendendo brevemente nel dettaglio rileviamo come, le vendite complessive di autovetture del marchio Volkswagen, nel 2024, siano scese a 4.800.000 unità con una flessione del -1,4% rispetto all'anno precedente, principalmente a seguito della riduzione del -8,3% delle consegne in Cina, scese a 2.198.900.
In parallelo l'andamento di Mercedes che accusa una diminuzione annua della produzione del -3%, scesa a 1.983.400, principalmente a causa del sensibile rallentamento delle vendite in Cina, calate del -7,0%.
A conferma della perdita di competitività del settore automobilistico tedesco determinata, oltre che dall'impennata del costo dell'energia anche dal gap tecnologico accumulato nell'elettrico rispetto ai produttori Usa e cinesi, ci vengono in soccorso i dati delle vendite di questo strategico segmento di mercato relativamente ai due marchi sopra analizzati. Se Volkswagen ha immatricolato nel 2024 complessivamente 383.100 veicoli elettrici, con una diminuzione di 10.600 unità pari a -2,7%, Mercedes ha accusato un tracollo addirittura di -23%, scendendo a 185.100 autovetture.
Diverso è il caso di BMW e Porsche.
La prima casa, pur accusando nel 2024 una flessione delle consegne totali del -4% attestandosi a 2.450.804 unità, con il mercato interno in contrazione del -5,3% e quello cinese di ben -13,4%, riporta un significativo incremento dei veicoli elettrici a batteria (BEV) di +13,5%, toccando le 426.594 immatricolazioni.
Anche Porsche pur registrando un arretramento delle vendite complessive del -3% a 310.718 vetture nel 2024, determinata esclusivamente dal tracollo delle vendite in Cina del -28%, grazie ad adeguati investimenti che hanno portato al rinnovo di 4 linee di prodotto su 6, la quota di veicoli elettrici è aumentata dal 22% al 27% delle proprie consegne, delle quali poco meno della metà full electric.
Infine, Audi accusa la peggior performance del 2024 fra i principali marchi tedeschi con un crollo delle immatricolazioni del -11,8% a 1.670.000 unità, con perdite sia sul mercato interno addirittura del -21,3% e una punta del -33% per l'elettrico, che su quelli internazionali, principalmente su quello nordamericano (-13%) e quello cinese (-11%).
Un quadro estremamente preoccupante quello appena descritto relativo al comparto automobilistico tedesco, soprattutto per quanto riguarda l'arretramento sul mercato cinese, e, a parte BMW e Porsche, anche nel segmento dell'elettrico che per l'espansione del settore lascia presagire scenari poco confortanti anche per l'anno appena iniziato.
Infine, rileviamo come la dinamica regressiva del comparto automobilistico tedesco continuerà a riflettersi anche sull'industria italiana, già giunta a dicembre al 23esimo mese consecutivo di riduzione tendenziale della produzione con un pesante -7,1%, in considerazione del fatto che oltre il 20% della componentistica italiana, localizzata principalmente in Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia, risulta integrata nelle filiere produttive (supply chain) delle aziende tedesche, per un valore che nel 2023 ha superato i 5 miliardi di euro di fatturato.
La dinamica commerciale tedesca del 2024
La crisi industriale, in una economia di carattere mercantilistico come quella tedesca dell'ultimo ventennio, non poteva non impattare sulla dinamica dell'export che infatti nel 2024 flette del -1,3% a 1.555,4 miliardi di euro.
Tuttavia, dobbiamo evidenziare che la contrazione della domanda interna, determinando una riduzione più marcata dell'import del -3%, pari ad un controvalore di 1.316,3 miliardi di euro, ha fatto salire il surplus commerciale annuo a 239,1 miliardi dai 217,7 del 2023 secondo la Destasis. Una dinamica solo in apparenza positiva in quanto principalmente frutto della debolezza dei consumi causata dalla crisi economica e sociale interna e, peraltro, raggiunta grazie ad un recupero, dopo il minimo di ottobre a +13,4 miliardi, negli ultimi due mesi dell'anno, rispettivamente con un saldo di + 19,2 e +20,7 miliardi di euro, in presenza di un trend declinante dai +24,2 miliardi di gennaio (grafico 2), record mensile storico per Berlino.
A ciò dobbiamo aggiungere che il surplus commerciale tedesco nei confronti degli Stati Uniti, ritornati nel 2024 primo partner commerciale della Repubblica Federale, dai 63,3 miliardi di euro del 2023 è salito a 70 miliardi dello scorso anno. Una posizione strutturale attiva che è nel mirino delle politiche di Trump tese alla riduzione del deficit commerciale facendo leva sui, già preannunciati, dazi contro l'Ue, dopo averli già introdotti ai danni dei prodotti cinesi nella misura del 10%, nelle prime settimane dopo il suo insediamento.
Grafico 2: saldo mensile della bilancia commerciale tedesca nel 2024. Fonte: Destasis
2024 la crisi economica della Germania prosegue
La particolare situazione commerciale sopraesposta, si sovrappone al perdurare della fase economica negativa. Nell'ultimo trimestre del 2024, la contrazione del -0,2% del Pil, rispetto ai precedenti 3 mesi, ha trascinato in terreno negativo, per un pari importo, il dato preliminare annuale diramato dal Fmi a gennaio, e confermato anche dalla Destasis, rispetto allo 0 previsto nell'Outlook di ottobre (tabella 3). In sostanza dopo la recessione del -0,3% del 2023, si è verificato un ulteriore arretramento del -0,2% nell'anno appena concluso (tabella 3).
Tabella 3: previsioni e dati definitivi in % anni 2022, 2023 e 2024 degli Word Economic Outlook Fmi. In grassetto i valori definitivi dei vari anni.
Tipologia di dati |
Definitivo 2021 |
Previsioni 2022 |
Previsioni 2022 |
Definitivo 2022 |
Definitivo 2023 |
Previsioni 2024 |
Preliminare 2024 |
Economic Outlook Fmi |
Luglio 2022 |
Gennaio 2022 |
Aprile 2022 |
Luglio 2023 |
Luglio 2024 |
Ottobre 2024 |
Gennaio 2025 |
Economia mondiale |
6,1 |
4,4 |
3,6 |
3,5 |
3,3 |
3,2 |
3,2 |
Russia |
4,7 |
4,5 |
-8,5 |
-2,1 |
3,6 |
3,6 |
3,8 |
Stati Uniti |
5,7 |
4,0 |
3,7 |
2,1 |
2,9 |
2,8 |
2,8 |
Eurozona |
5,4 |
3,9 |
2,8 |
3,5 |
0,4 |
0,8 |
0,8 |
Germania |
2,9 |
3,8 |
2,1 |
1,8 |
-0,3 |
0,0 |
-0,2 |
Italia |
6,6 |
3,8 |
2,3 |
3,7 |
0,7 |
0,7 |
0,6 |
Cina |
8,1 |
8,1 |
4,4 |
3,0 |
5,2 |
4,8 |
4,8 |
India |
8,7 |
9,0 |
8,2 |
7,2 |
8,2 |
7,0 |
6,5 |
Va in tal modo a completarsi un quadro generale nel quale l'apparato industriale perdendo competitività e volumi produttivi trascina al ribasso la dinamica del Pil e il valore dell'export, il quale peraltro essendo sopravanzato dalla più marcata riduzione dell'import, determina un incremento del saldo commerciale, sul quale a Berlino nessuno brinda.
Ed è la stessa Confindustria tedesca che, sulla scorta della situazione appena descritta, ad aver emesso a fine gennaio una previsione economica poco confortante per il 2025, indicando un ulteriore prolungamento della recessione, seppur di lieve entità, nella misura del -0,1%.
Se tale scenario fosse confermato dal dato finale, la Germania registrerebbe il terzo anno consecutivo di riduzione del Pil, per la prima volta dalla cosiddetta Riunificazione del 1990, dando conferma definitiva che la crisi industriale ed economica avrà assunto carattere strutturale.
Una crisi le cui radici risalgono addirittura a prima della crisi pandemica come ci confermano le recenti dichiarazioni del direttore di Confindustria tedesca Peter Leibinger: "La situazione è molto grave: la crescita dell'industria in particolare ha subito una interruzione strutturale. I problemi hanno origine interna e sono il risultato di una debolezza strutturale dal 2018 che i governi non sono riusciti a combattere".
I riflessi politici della crisi economica e industriale
La critica situazione economica e sociale della Germania, caratterizzata anche da un incremento record del 24,3% dei fallimenti aziendali nel 2024, si è inevitabilmente riflessa sugli orientamenti politici dell'elettorato, i quali evidenziano infatti una secca bocciatura delle forze che sostengono il cosiddetto governo "semaforo" dal Cancelliere Scholz. Infatti, i 3 partiti, Spd, Grune e Fdp, che lo compongono risultano in netto arretramento rispetto alle precedenti legislative e con i liberali, dati nel sondaggio di Insa poll del 9 febbraio, addirittura sotto la soglia di sbarramento del 5% (tabella 4). Nonostante l'avanzata delle forze cosiddette "antisistema" con Afd che viene data sopra al 20%, se venisse confermata dalle urne del 23 febbraio la tenuta della Cdu-Csu intorno al 30%, dovrebbe delinearsi una nuova Grosse Koalition, con socialdemocratici e verdi, a sostegno di un probabile governo Metz, l'attuale leader dei cristiano-democratici.
Tabella 4: sondaggio elettorale Germania a cura di Insa Poll del 9 febbraio
Partito |
Cdu - Csu |
Afd |
Spd |
Grune (verdi) |
Bsw |
Linke |
Fdp (liberali) |
Orientamento di voto |
29% |
21% |
16% |
12% |
6% |
5% |
4% |
In sostanza se i numeri e l'intenzione politica di mantenere il "cordone sanitario" contro l'estrema destra di Afd dovessero tenere, al netto della discutibile apertura della Cdu-Csu del 29 gennaio sulla legge restrittiva in campo migratorio, si ritroverebbero al governo le stesse forze politiche che hanno governato, seppur alternandosi, dal 2018 in avanti.
Uno scenario sicuramente probabile che se da un lato avrà l'opportunità di contenere e isolare l'estrema destra, nonostante gli endorsement di alcuni esponenti dell'amministrazione Trump, dall'altro allungherà più di un'ombra sulle capacità del futuro governo di gettare le basi per gli interventi strutturali che necessitano alla ex locomotiva europea per rimettersi in moto e risalire la china.
Non vorremmo apparire né pessimisti, né tantomeno prevenuti, ma sinceramente nutriamo motivate perplessità che gli stessi partiti che hanno spinto per la guerra sino "alla vittoria dell'Ucraina", per le sanzioni alla Russia e il piano REPowerEU che ne hanno affossato l'economia, per la politica di riarmo, in primis il fondo da 100 miliardi approvato dal governo Scholz, e per la politica monetaria restrittiva fatta di alti tassi per contenere la fiammata inflazionistica, abbiano la capacità di guidare il paese in una fase economica così delicata e di progettare la rifondazione di un nuovo ciclo di sviluppo, appurata, a quanto afferma la stessa Confindustria tedesca, la crisi strutturale che attanaglia l'attuale modello neomercantilista, irrimediabilmente giunto a fine ciclo.