Nella giornata ieri il parlamento europeo ha approvato con 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni una risoluzione "sulla disinformazione e la falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina". Il testo della risoluzione ripropone la classica equiparazione tra nazismo e comunismo, già adottata dal parlamento europeo nel settembre 2019, enfatizzandola però maggiormente. Infatti, nella nuova risoluzione oltre alla condanna durissima dell'uso della storia da parte della Federazione Russa, vengono equiparati i regimi nazisti e comunisti e le responsabilità storiche della Germania nazista per l'inizio della seconda guerra mondiale a quelle dell'Unione Sovietica.
Addirittura viene utilizzato il concetto di "occupazione fino al 1991" in riferimento alle ex repubbliche sovietiche entrate nell'URSS dopo regolari referendum di annessione e si contesta l'espressione "liberazione" per quanto riguarda la retorica russa nell'ambito delle celebrazioni della guerra e della vittoria contro il nazismo nel 1945. Peraltro in uno dei diversi punti della risoluzione si contesta anche il ripristino da parte dell'esercito russo dei monumenti sovietici, in particolare quelli dedicati a Lenin (che il regime di Kiev aveva precedentemente abbattuto), nei territori ucraini occupati. Il testo anche sul piano storico adotta delle ricostruzioni totalmente e volutamente revisioniste per scopi politici di tragici eventi quali il massacro di Katyn e il famigerato Holodomor, ricostruzioni peraltro rifiutate in massa anche dallo stesso mondo accademico. Ironicamente dopo aver accusato la Russia di effettuare propaganda e indottrinamento storico e politico attraverso la recente riforma dei propri programmi scolastici, si chiede ai paesi UE anche di integrare la condanna dei "crimini commessi dai regimi comunisti" nell'ambito dell' educazione scolastica per favorire " il pensiero critico, contrastare la disinformazione e promuovere la resilienza democratica". Inoltre si chiede un' "efficace campagna di educazione e informazione che respinga la celebrazione del 9 maggio come giornata della liberazione e della vittoria e invita i leader degli Stati membri a rifiutare qualsiasi partecipazione a tali celebrazioni".
Concludo con una citazione di Thomas Mann, non certo un simpatizzante comunista, che riassume perfettamente cosa si celi realmente dietro certe iniziative: «Collocare sul medesimo piano il comunismo russo e il nazifascismo in quanto entrambi sarebbero totalitari, nel migliore dei casi è superficialità, nel peggiore è fascismo. Chi insiste su questa equiparazione può ben ritenersi un democratico, in verità e nel fondo del cuore è in realtà già fascista, e di certo solo in modo apparente e insincero combatterà il fascismo, mentre riserverà tutto il suo odio al comunismo»