Francesco Ballerini
 

Nella giornata ieri il parlamento europeo ha approvato con 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni una risoluzione "sulla disinformazione e la falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina". Il testo della risoluzione ripropone la classica equiparazione tra nazismo e comunismo, già adottata dal parlamento europeo nel settembre 2019, enfatizzandola però maggiormente. Infatti, nella nuova risoluzione oltre alla condanna durissima dell'uso della storia da parte della Federazione Russa, vengono equiparati i regimi nazisti e comunisti e le responsabilità storiche della Germania nazista per l'inizio della seconda guerra mondiale a quelle dell'Unione Sovietica.

Addirittura viene utilizzato il concetto di "occupazione fino al 1991" in riferimento alle ex repubbliche sovietiche entrate nell'URSS dopo regolari referendum di annessione e si contesta l'espressione "liberazione" per quanto riguarda la retorica russa nell'ambito delle celebrazioni della guerra e della vittoria contro il nazismo nel 1945. Peraltro in uno dei diversi punti della risoluzione si contesta anche il ripristino da parte dell'esercito russo dei monumenti sovietici, in particolare quelli dedicati a Lenin (che il regime di Kiev aveva precedentemente abbattuto), nei territori ucraini occupati. Il testo anche sul piano storico adotta delle ricostruzioni totalmente e volutamente revisioniste per scopi politici di tragici eventi quali il massacro di Katyn e il famigerato Holodomor, ricostruzioni peraltro rifiutate in massa anche dallo stesso mondo accademico. Ironicamente dopo aver accusato la Russia di effettuare propaganda e indottrinamento storico e politico attraverso la recente riforma dei propri programmi scolastici, si chiede ai paesi UE anche di integrare la condanna dei "crimini commessi dai regimi comunisti" nell'ambito dell' educazione scolastica per favorire " il pensiero critico, contrastare la disinformazione e promuovere la resilienza democratica". Inoltre si chiede un' "efficace campagna di educazione e informazione che respinga la celebrazione del 9 maggio come giornata della liberazione e della vittoria e invita i leader degli Stati membri a rifiutare qualsiasi partecipazione a tali celebrazioni".

Infine tra le varie disposizioni che la risoluzione propone di adottare, si legge anche la proposta di divieto di utilizzo della falce e martello e di altri simboli comunisti, esplicitamente equiparati a quelli nazisti, all'interno degli spazi pubblici dell'UE.
Questa risoluzione non ha niente a che fare con la tutela della memoria storica e dei valori democratici, si tratta invece di un vero e proprio tentativo di revisionismo storico in funzione anticomunista. Nonostante apparentemente possa sembrare che i suoi bersagli principali siano la Russia e il suo attuale governo, in realtà se si analizza il testo più approfonditamente sul piano concettuale emerge chiaramente che il suo reale intento è la demonizzazione totale del comunismo e la negazione del ruolo svolto dall' Unione Sovietica e dai comunisti europei nella guerra e nella sconfitta del nazifascismo, oltre che nella costruzione di una nuova Europa antifascista, e una sostanziale riabilitazione delle forze politiche che all'epoca avversavano il comunismo. Questa risoluzione è un vero e proprio insulto al sacrificio di sangue di 27 milioni di cittadini sovietici e di centinaia di migliaia di militanti comunisti attivi nelle forze di resistenza antifascista, caduti durante la guerra di liberazione dal nazifascismo.
Nel caso specifico italiano tra l'altro la condanna e la messa al bando del comunismo rappresenta un vero e proprio attacco alla nostra stessa costituzione, scritta con l'importante contributo del Partito Comunista Italiano, e alle grandi riforme sociali promosse dai comunisti. Peraltro in Italia oltre il 50% delle forze della resistenza antifascista facevano capo proprio al partito comunista e oltre ad essere state quelle più attive e incisive sul piano militare, sono state anche quelle che hanno pagato il maggiore tributo di sangue.
L'ironia e l'assurdità è anche rappresentata dal fatto che le forze conservatrici e liberali all'epoca furono le prime a stringere accordi politici con il fascismo e a servirsene per i propri scopi, rifiutando in un primo momento qualsiasi proposta di collaborazione antifascista con i comunisti e i socialisti.
Insomma se i "valori democratici" implicano un anticomunismo viscerale e l'indottrinamento politico tramite la riscrittura e la negazione della storia, allora sono fiero di riconoscermi in niente di tutto ciò: questa non è la mia Europa e non mi rappresenta minimamente .

Concludo con una citazione di Thomas Mann, non certo un simpatizzante comunista, che riassume perfettamente cosa si celi realmente dietro certe iniziative: «Collocare sul medesimo piano il comunismo russo e il nazifascismo in quanto entrambi sarebbero totalitari, nel migliore dei casi è superficialità, nel peggiore è fascismo. Chi insiste su questa equiparazione può ben ritenersi un democratico, in verità e nel fondo del cuore è in realtà già fascista, e di certo solo in modo apparente e insincero combatterà il fascismo, mentre riserverà tutto il suo odio al comunismo»

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