Domenico Gallo

(da "il manifesto", 22.2.2022)

 

Secondo Karl Schmitt, «una dichiarazione di guerra non è altro che l’identificazione di un nemico». Dopo la scomparsa del nemico storico degli Stati Uniti e dell’Occidente, costituito dall’Unione sovietica, c’è voluto un po’ di tempo per identificare nella Russia il nuovo nemico, in sostituzione di quello che si era dissolto. È un processo che è durato una ventina di anni. È iniziato il 12 marzo 1999 con l’ingresso o meglio con l’estensione della Nato in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria in aperta violazione degli accordi presi con l’ex Unione Sovietica da Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, come risulta dal documento datato 6 marzo 1991 recentemente pubblicato da Der Spiegel.

È proseguito con l’estensione della Nato a tutti gli altri paesi dell’Europa dell’est, compresi quelli nati dalla dissoluzione dell’Unione sovietica come i Paesi baltici. Adesso la tempesta è scoppiata intorno alla possibilità di estensione della Nato e dei suoi dispositivi militari nel territorio dell’Ucraina, paese tormentato da accadimenti violenti conseguenti alla c.d. rivoluzione di Maidan del 2014, che hanno portato al distacco della Crimea ed allo scoppio di una sanguinosa guerra civile dalla quale sono nate le due Repubbliche separatiste del Donbass. « »

L’invito ad entrare nella Nato ed il rifornimento di armi e sostegno economico sono un buon viatico per riattizzare il conflitto del Donbass, mai sopito, e per spingere l’Ucraina a non accettare la soluzione di pace prospettata dagli accordi di Minsk II del 2015.

Nel momento in cui annuncia che la Russia, ieri, oggi, o domani avrebbe iniziato l’invasione dell’Ucraina, Biden chiude il cerchio identificando definitivamente la Russia come il nemico. Quindi la dichiarazione di guerra c’è già stata ed è venuta da Biden e dal suo Segretario di Stato Blinken, al di là delle chiacchiere sulla volontà di tenere aperto un negoziato. Perché dalla guerra delle parole si passi a quella delle pallottole, c’è bisogno di un pretesto, occorre costruire un incidente, vero o falso che sia.

Non è un caso che in queste ore si stanno intensificando le violazioni della tregua nella regione del Donbass, volte a provocare l’intervento militare della Russia. Certo c’è ancora spazio per la diplomazia, la pace non è ancora perduta, ma per riaprire la porta del dialogo occorre demolire i falsi miti dell’Occidente che ci hanno portato in questo vicolo cieco. Il nostro ministro degli esteri, ripetendo un mantra ricevuto da oltre oceano, ha ribadito che la scelta della porta aperta della Nato nei confronti di Ucraina e Georgia rappresenta «un principio irrinunciabile», perché ogni Stato sovrano ha diritto di scegliersi le alleanze che vuole. La pretesa della Russia di escludere la Nato dall’Ucraina sarebbe irricevibile perché espressione della volontà di stabilire una sua zona d’influenza in Europa.

In realtà più che alla Russia andrebbe attribuita alla Nato la pretesa di stabilire una sua zona d’influenza in Europa, avendo inglobato nel suo dispositivo politico e militare tutti i paesi dell’Europa dell’est. Ma il problema è un altro, dove sta questo principio irrinunciabile di cui farneticano Blinken e tutti gli alleati della Nato in coro? Ogni paese è sovrano quando è libero di fare le scelte di politica estera e militare che ritiene più opportune. Però da quando è stata stabilita la Carta delle Nazioni Unite, alla sovranità degli Stati sono stati tolti gli artigli nell’interesse superiore della convivenza pacifica fra le Nazioni.

Dalla sovranità è stata espunta non solo la facoltà di muovere guerra ad altre Nazioni, ma gli Stati membri devono astenersi anche dalla minaccia dell’uso della forza (art. 2, comma 4). È alla luce di questo principio, veramente irrinunciabile, che bisogna valutare la «libertà» dell’Ucraina di aderire alla Nato in quanto Stato sovrano. Nessuno Stato è libero di minacciare i propri vicini. L’estensione del dispositivo militare della Nato ai confini della Russia, a qualche centinaio di kilometri da Mosca, è la realizzazione di una minaccia in senso obiettivo.

Né vale obiettare che la Nato, secondo il suo atto costitutivo, è un’alleanza difensiva, incapace di articolare una minaccia in senso tecnico o politico. Questo carattere dell’Alleanza, ove mai fosse esistito, è stato perduto definitivamente, nei fatti, il 24 marzo 1999 quando la Nato ha aggredito la ex Jugoslavia, bombardandola per 78 giorni, col risultato di smembrarla, separando il Kosovo dal resto del paese. E quanto a ridefinizione di ruoli, nell’aprile 1999 a Washington con la definizione di una nuova Nato all’offensiva impegnata ormai in missioni e in guerre in tutto il mondo.

Per arrestare l’escalation, la prima cosa da fare è liberarsi di questo falso mito. Del resto l’ingresso nella Nato non dipende dalla volontà dell’Ucraina, ma dalla volontà della Nato stessa che, perseguendo la sua strategia di allargamento, nel vertice di Bucarest del 2 aprile 2008, ha deliberato la c.d. politica delle “porta aperte”.

Quello che non si dice è che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato deve avere il via libera da parte di tutti i suoi paesi membri, compreso il nostro. Basterebbe una dichiarazione del nostro astuto ministro degli esteri che l’Italia non accetterebbe l’ingresso dell’Ucraina nella Nato per mettere un granello di sabbia negli ingranaggi della macchina di guerra e bloccare il passaggio dalla guerra delle parole alla guerra delle pallottole.

Avranno Di Maio – che pure ha ricordato in Parlamento l’aricolo 10 del Patto atlantico che dice che ogni allagamento deve considerare la sicurezza degi alleati – e Draghi il coraggio di scongiurare la guerra, disubbidendo agli Usa?

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La signora Kallas, la UE e il conte Mascetti Bonaccini

Categoria: Articoli Hits:93

 
Floriano Pigni*
 
Alla signora Kallas, da non confondere col ben più utile mobile Ikea ‘’Kallax’’, ben presente nell’arredo di molti italiani, col suo linguaggio da coda alla posta più che da rappresentante UE per la politica, va riconosciuto un merito, quello della chiarezza. 

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Materialismo e natura

Categoria: Articoli Hits:231

 

Paolo Salvatori

 

Il problema della diseguaglianza è il problema ambientale (A. M. Iacono, conferenza, 21 novembre 2021). Per alcuni la questione è lampante, per altri non è chiaro come l'economia politica materialista sottolinei quanto il modello di sviluppo in atto sia distruttivo dell'ambiente. Osservazione elementare è che siano le fabbriche a produrre l'inquinamento e che il capitalismo attui la sua preminenza sociale tramite il sistema di riproduzione industriale dei bisogni. Compiuta questa inferenza, che mette sotto accusa il nostro stesso benessere, proveremo a dimostrare come il pensiero divergente di Marx ed Engels che ispira anche alcuni economisti fuori dal coro già contenga la questione ambientale.

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Occidente? No, grazie

Categoria: Libri Hits:948

 

Paolo Crocchiolo *

 

È uscito recentemente in libreria un nuovo libro di Federico Rampini Grazie, Occidente. Tutto il bene che abbiamo fatto (Mondadori, 2024)[1].

Già a partire dal titolo, il concetto di “Occidente” sembra alludere a un’entità a sé stante, a prescindere cioè dal contesto storico che lo lega dialetticamente al “non-Occidente” e soprattutto al “Sud globale”.

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Non è la mia Europa

Categoria: Articoli Hits:200

 
Francesco Ballerini
 

Nella giornata ieri il parlamento europeo ha approvato con 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni una risoluzione "sulla disinformazione e la falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina". Il testo della risoluzione ripropone la classica equiparazione tra nazismo e comunismo, già adottata dal parlamento europeo nel settembre 2019, enfatizzandola però maggiormente. Infatti, nella nuova risoluzione oltre alla condanna durissima dell'uso della storia da parte della Federazione Russa, vengono equiparati i regimi nazisti e comunisti e le responsabilità storiche della Germania nazista per l'inizio della seconda guerra mondiale a quelle dell'Unione Sovietica.

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“Libertà” fascista

Categoria: Articoli Hits:231

 

Carla Filosa

 

“Libertà va cercando, ch’è si cara,
come sa chi per lei vita rifiuta.”
Dante Alighieri, Purg. I, vv.71-72.

Dal Data Room di Gabanelli-Battistini del 9 dicembre sulla TV 7, abbiamo appreso che esponenti destrorsi di varie nazionalità e caratteristiche si ergono a paladini della “libertà” - sans phrase si può aggiungere - contro “comunisti progressisti e sinistra che ucciderebbero le libertà individuali” (M. Le Pen a Pontida).

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Riflessioni su alcune ideologie contemporanee

Categoria: Saggi Hits:1315

 

Alessandra Ciattini *

 

Per alcuni viviamo in una fase storica radicalmente nuova – cosa di cui era fortemente convinto, come si vedrà, l’autorevole Zbigniew Brzezinski - che ha scavato un abisso con la fase storica precedente, caratterizzata dalla presenza consistente nei paesi occidentali dello Stato del benessere, dalla crescita economica, dalla forte presenza della grande industria anche di Stato, dall’esistenza di ben radicate organizzazioni di massa (partiti e sindacati).

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Gli Scritti etno-antropologici di Marx ed Engels: Presentazione dei curatori

Categoria: Articoli Hits:4260

 

Ferdinando Vidoni, Stefano Bracaletti

 

Il presente volume delle Opere complete di Marx ed Engels intende anzitutto fornire la traduzione completa dei cosiddetti «Quaderni di etnologia» marxiani, forse più compiutamente denominabili come «Quaderni etno-antropologici». Negli ultimi anni della sua vita, dal 1879 al 1882, Marx allargò infatti i suoi interessi anche alle nuove scienze umane dell’etnologia e di quella che oggi si usa chiamare antropologia culturale o sociale, che si andavano rapidamente sviluppando su uno sfondo evoluzionistico e che offrivano preziosi elementi di collegamento e confronto con il suo «materialismo storico». Compilò così corposi quaderni di Exzerpte o estratti con citazioni, riassunti, commenti da opere soprattutto di Lewis H. Morgan, John Phear, Henry S. Maine, John Lubbock.

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Il radicamento del pensiero antropologico post-moderno nella società contemporanea

Categoria: Saggi Hits:10223

Alessandra Ciattini*

 

Introduzione

Negli ultimi decenni numerose sono state le opere di più o meno grande diffusione, nelle quali si sono analizzate e sono state ampiamente confutate le tesi sostenute dai cosiddetti autori post-moderni, sia pure nella consapevolezza che tale corrente di pensiero non costituisce un filone omogeneo, giacché contiene in sé varianti, sfumature e tendenze non omologabili in uno stesso cliché. Sono convinta, tuttavia, che il noto pamphet di Terry Eagleton (Le illusioni del post-modernismo, 1998) colga nel segno quando individua le debolezze di questo pensiero, soprattutto quando denuncia con vigore la sua incapacità di dare una risposta seria ai drammatici problemi, con cui si confronta la società contemporanea.

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L'antropologia marxista

Categoria: Saggi Hits:17004

  1. Vito Bongiorno*

 

Nuestros pueblos originarios han conservado sus raices socialistas
Hugo Chávez

 

Concetti basilari

Dalla fine del secolo XIX e lungo tutto il corso del XX la cultura marxista ha raccolto la sfida della descrizione della diversità culturale. Prendendo spunto da alcune delle idee fondamentali degli scritti di Marx e di Engels, alcuni studiosi hanno analizzato istituzioni e strutture sociali appartenenti alle differenti società umane; in alcuni casi, tali analisi hanno reso possibile la formulazione di generalizzazioni e l’elaborazione di teorie antropologico-culturali di carattere generale.

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“Esterno notte”: lo sguardo di Bellocchio sul caso Moro e la crisi della Repubblica

Categoria: Film Hits:1042

  Salvatore Tinè   Con "Esterno-notte", Marco Bellocchio ritorna di nuovo dopo “Buongiorno, notte” sul caso Moro, ma questa volta provando a ricostruire la vicenda del sequestro e dell’assassinio del grande statista democristiano non solo nei suoi nessi interni con il più vasto e complesso quadro storico nazionale e internazionale in cui essa si svolse ma anche in rapporto con il processo di crisi dello stato italiano e del potere “democristiano” consumatosi alla fine degli anni ‘70 e di cui rappresentò un momento per molti versi decisivo. Una crisi che nel film ci appare in primo luogo come una crisi ideologica per molti...

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C’era due volte Gianni Rodari: l’omaggio di Alberto Scanzi al “favoloso Gianni”

Categoria: Libri Hits:1952

  Stefania Burnelli *    Gianni Rodari nasce nel 1920 e scompare all’improvviso a 60 anni, nel pieno delle sue impegnative e variegate iniziative. Nel 2020, centenario della nascita, sono stati innumerevoli gli omaggi editoriali, i tributi e le ricerche pubblicate su di lui (non ultimo il Meridiano Mondadori di 2000 pagine con tutte le Opere a cura di Daniela Marcheschi) e ancora questo gennaio ne sono usciti altri tra cui un’importante monografia di Electa a cura di Vanessa Roghi e Pino Boero.

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Le Poesie giovanili di Volponi tra materialismo e corporalità

Categoria: Libri Hits:2824

  Gian Luca Picconi   La pubblicazione nella collana bianca Einaudi delle Poesie giovanili di Paolo Volponi, a cura di Salvatore Ritrovato e Sara Serenelli (P. Volponi, Poesie giovanili, a cura di S. Serenelli e S. Ritrovato, Torino, Einaudi, 2020), apre uno squarcio sulle fasi più antiche dell’officina del poeta e sul suo apprendistato letterario contribuendo così a ridefinirne l’immagine e a ristoricizzarne la figura.

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La gig economy protagonista del cinema realista di Ken Loach

Categoria: Film Hits:2847

  Sabato Danzilli   Ken Loach si conferma con Sorry, we missed you, la sua ultima fatica, come un regista d’altissimo livello. Sempre dedito nel suo cinema alla descrizione delle condizioni di vita degli sfruttati e degli emarginati, il cineasta vanta la vittoria per due volte della Palma d’oro al festival di Cannes, nel 2006 con Il vento che accarezza l’erba e nel 2016 con I, Daniel Blake, nonché il Leone d’oro alla carriera del festival di Venezia nel 1994. È confermata anche in questo film la sua lunga collaborazione con lo sceneggiatore Paul Laverty, tra i cui frutti, oltre ai film citati...

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D’Annunzio fra i pastori

Categoria: Articoli Hits:4451

di Salvatore Ritrovato Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d’acqua natia rimanga né cuori esuli a conforto, che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d’avellano. E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente, su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina! Ora lungh’esso il litoral cammina La greggia. Senza mutamento è l’aria. Il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquio, calpestio, dolci...

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Lo Stato del capitale

Categoria: Libri Hits:179

 

Francesco Barbagallo

 

Carlo Iannello, giurista della Università della Campania, ha pubblicato per Meltemi l’importante saggio Lo Stato del potere. Politica e diritto ai tempi della post-libertà. Al centro della ricerca è il rapporto tra democrazia e capitalismo, tra istituzioni liberal-democratiche e mercato. L’indagine approfondisce le politiche definite neoliberali, che nell’ultimo quarantennio hanno prodotto cambiamenti radicali non solo in campo economico e sociale, ma anche nei sistemi costituzionali degli Stati del mondo occidentale.

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Sipri: le spese militari mondiali si impennano nel 2023

Categoria: Saggi Hits:51

 

Andrea Vento

 

Economia di guerra oggi. Parte XIX

Il quadro dell'esborso militare globale, delle macroregioni geografiche e degli stati. Analisi delle prime due macroregioni per spesa: Americhe e Asia-Oceania

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Italia: il ruolo delle sanzioni e dell'inflazione nella perversa correlazione diretta fra occupazione e povertà

Categoria: Saggi Hits:76

 Andrea Vento

 

Economia di guerra oggi. Parte XVIII

Prosecuzione della parte XVII "Italia 2022: l'impatto dell'inflazione sul livello dei salari reali"

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Dazi e democrazia

Categoria: Articoli Hits:65

Carla Filosa

 

Dalle promesse elettorali alle ingiunzioni televisive in mondovisione, Trump ritira provvisoriamente – sembra – i dazi a Messico e Canada. Si pone il problema se sappia, anche rivolto a chi gli suggerisce o stila i suoi proclami, di cosa stia minacciando e soprattutto con quali conseguenze potrebbero avviarsi i prodromi di una guerra commerciale che non si sa contro chi alla fine potrebbe ritorcersi. Anche quotidiani Usa scrivono che una guerra sui dazi è una cosa stupida, che la vittoria non potrà essere di nessuno e che a rimetterci sarà solo il lavoro di base in ogni settore produttivo.

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Economia di guerra. Parte XVI. La crisi industriale della Germania prosegue anche a dicembre

Categoria: Saggi Hits:99

 

Andrea Vento

 

Ultimo rapporto Destasis: trainata dal comparto automobilistico, a dicembre continua la flessione industriale su base tendenziale, riportando il livello della produzione a quello di maggio 2020. I riflessi politici alle soglie delle elezioni.

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I dazi e il ruolo degli Usa di compratore di ultima istanza

Categoria: Articoli Hits:172

 

Domenico Moro

 

Gli Usa rappresentano non solo l’economia più grande ma anche il paese leader a livello mondiale. La loro leadership si fonda, oltre che sul potere militare, soprattutto sul dollaro, la valuta di riserva e transazione internazionale, che gli permette di sostenere un enorme deficit commerciale, oltre che un ampio debito pubblico. In questo ruolo di leadership rientra, quindi, un altro ruolo fondamentale nel sistema di relazioni internazionali, quello di “compratore di ultima istanza”.

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Democrazia e dispotismo

Categoria: Articoli Hits:37

Carla Filosa

 

Dal depistaggio dei dissensi politici relativi al “riarmo” europeo e alla riesumazione del Manifesto di Ventotene quale veleno contro la piazza pro Europa, il salto in Parlamento (19 marzo) è stato altamente acrobatico. Al di là dell’umana manifestazione emotiva del parlamentare Fornaro, lo sdegno di trovarsi di fronte a parole fascistoidi da parte della Presidente del Consiglio ha determinato sì un tafferuglio, ma nessun chiarimento postumo, politicamente doveroso e umanamente necessario, sul significato “dittatura del partito rivoluzionario” interpretato come negazione del superiore vessillo appropriato di “democrazia”.

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Quale pace (perpetua) oggi?

Categoria: Saggi Hits:1083

 

Giorgio Grimaldi

(da https://fuoricollana.it/)

 

La gestione statunitense dell’ordine mondiale non sana, anzi aggrava la conflittualità internazionale. Rileggere il progetto kantiano Per la pace perpetua può essere estremamente istruttivo per orientarci nel presente.

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Il marxismo di Dussel

Categoria: Saggi Hits:969

 

Antonino Infranca*

 

Enrique Dussel è considerato il maggior conoscitore di Marx al mondo, nonostante che provenga dal cosiddetto “Terzo Mondo”; in particolare la sua lettura proviene dall’America latina, che storicamente è stata la prima vittima del capitalismo, anzi si può affermare che senza la Conquista dell’America latina il capitalismo non sarebbe potuto nascere, perché quella conquista offrì la quantità di metalli preziosi per innescare il meccanismo di accumulazione originaria del capitale, per usare la terminologia di Marx. Dunque per capire la Modernità bisogna partire dalla condizione di vittima dell’America latina. Sarà, quindi, una lettura non eurocentrica, perché condotta dall’esteriorità del Primo Mondo, che alla caduta del socialismo ha decretato la morte del marxismo.

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Le tesi di Dussel sul populismo

Categoria: Libri Hits:1784

Lelio La Porta

 

Enrique Dussel è un intellettuale argentino, naturalizzato messicano, in esilio. È fra i fondatori del movimento Filosofia della Liberazione ed è conosciuto in quanto critico dell’eurocentrismo ed autore di opere importanti su Marx (Metafore teologiche di Marx), di scritti politici (20 tesi di politica), di lavori sul concetto di liberazione, divisi in Etica, Erotica e Pedagogica, che vedranno fra breve la loro comparsa in Italia, grazie al lavoro indefesso di Antonino Infranca, traduttore princeps dell’intellettuale latino-americano. Proprio ad Infranca si devono la traduzione e l’Introduzione di un recente, breve, ma ricco di implicazioni destinate ad una discussione ponderata, saggio di Dussel: Cinque tesi sul populismo (Castelvecchi, Roma, 2021, pp. 57, €. 9,00).

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Traverso e Lukács: note per un dibattito

Categoria: Libri Hits:2098

 

Sabato Danzilli

 

La pubblicazione della nuova edizione inglese di Die Zerstorung der Vernunft (Georg Lukács, The Destruction of the Reason, London, Verso, 2021) merita grande attenzione, perché rende nuovamente disponibile sul mercato anglosassone un testo che, come dimostra la sua traduzione tardiva (la versione di Palmer per Merlin Press, qui ripresa, è soltanto del 1980), non ha mai riscontrato grandi favori, e perché è introdotta da un lungo e interessante saggio di Enzo Traverso. Il suo contributo fornisce molte tracce per una discussione, che si cercherà qui di impostare.

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Antonio Gramsci, se insegnare è un’arte

Categoria: Libri Hits:1865

 

Lelio La Porta *

 

La parola contaminazione suscita, già al solo pronunciarla, sudori freddi che scorrono lungo il corpo di chi ascolta in quanto evoca epidemie, catastrofi e cataclismi. Ci sono casi in cui, al di fuori della terminologia medica, però, la contaminazione riesce a rendere perfettamente il senso di una dialettica profonda che consente ad un pensiero in embrione di svilupparsi e di prendere consapevolezza di sé e delle sue potenzialità fino alla definitiva maturazione. È il caso di Antonio Gramsci in rapporto alla tematica della formazione dell’uomo così come viene affrontata nel libro di Chiara Meta, Il soggetto e l’educazione in Gramsci. Formazione dell’uomo e teoria della personalità (Bordeaux, Roma 2019, pp. 185, €. 14,00).

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Pionieri del futuro. Una proposta pedagogica comunista (parte II)

Categoria: Saggi Hits:3133

 

Paola Pavese

 

Appunti per un manuale

I Pionieri del Futuro. Le attività per fasce d’età

Tutti bambini e i ragazzi dai 7 ai 13 anni possono diventare Pionieri del Futuro, una volta che abbiano aderito all’ Invito dei Pionieri (vedi più avanti). Le attività saranno però diverse per i bambini fino agli 11 anni, rispetto a quelle dei ragazzi più grandi. I più grandi aiuteranno le attività dei piccoli e si dedicheranno con maggior approfondimento ad attività di impegno sociale, anche a carattere internazionale.

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Pionieri del futuro. Una proposta pedagogica comunista (parte I)

Categoria: Saggi Hits:6244

© Paola Pavese

 

Premessa

Questo opuscolo è un’introduzione, non certo esaustiva, ad alcuni riferimenti teorici della pedagogia marxista e alla storia dei Pionieri d’Italia.

Ma è soprattutto un manuale, in cui ho immaginato una possibile organizzazione per bambini e ragazzi, a cui ho voluto dare un nome, che mi è sembrato bellissimo: Pionieri del Futuro. Per scriverlo ho seguito le orme di Gianni Rodari e del suo Manuale dei Pionieri, che a leggerlo pare anch'esso un esercizio di fantasia, basato su un qualche testo che l'autore pare avere sotto gli occhi. Ovviamente, fare esercizi di fantasia seguendo le orme di Rodari viene facile, direi che viene quasi automatico, ed è probabile che in più di un'occasione mi sia fatta trascinare dall'entusiasmo.

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Marxismo e intercultura

Categoria: Saggi Hits:6360

Donatello Santarone*

 

Gli studi interculturali sono molto vasti, un enorme contenitore dove convivono prospettive scientifiche e culturali spesso opposte. C’è un’intercultura “aziendalista” (e persino “militarista”) che vuole conoscere il cosiddetto “altro” per meglio colonizzarlo (un po’ come i primi antropologi al servizio degli eserciti coloniali nell’800): è una visione tutta strumentale della relazione con i paesi e i popoli del Terzo e Quarto Mondo, finalizzata esclusivamente alla dimensione mercantile del rapporto.

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Possibilidades Lenineanas para uma Paidéia Comunista

Categoria: Saggi Hits:4368

Antonio Carlos Mazzeo

 

I. Os Pressupostos

A preocupação em abrir o debate sobre a conexão entre educação e socialismo nas universidades brasileiras é muito relevante. Até por que, nada mais conectado e articulado do que aprendizado, educação e socialismo. Recuperar esse vínculo já vale um evento como este. Recentemente participei de um seminário na Faculdade de Educação da Unesp/Marília intitulado Marx, Gramsci e Vigotsky: Aproximações, do qual resultou um livro com as palestras proferidas, onde está publicada minha intervenção no evento , uma prazeirosa experiência, pois raramente tenho a oportunidade de dialogar com pedagogos estando, na maioria do tempo, restrito à minha área de Ciências Sociais e de Historia.

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Ucraina: un aiuto mortale

Categoria: Articoli Hits:33

Domenico Gallo

 

C’è stato un vivace dibattito in ordine alle ultime votazioni del Parlamento europeo, a seguito del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo e della presentazione da parte di Ursula Von der Leyen del piano “ReArm Europe”. Si è molto discusso delle spaccature verificatesi in seno alla maggioranza e all’opposizione. Hanno fatto specie le divisioni in casa PD poiché la metà dei deputati europei ha votato in dissenso rispetto alle indicazioni della segretaria Elly Schlein, che aveva espresso contrarietà al piano di riarmo dell’Europa.

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Il riarmo UE tra indipendenza dagli Usa e keynesismo militare

Categoria: Articoli Hits:268

Domenico Moro

 

Dwight Eisenhower, presidente degli Stati Uniti, nel 1961 denunciò il pericolo rappresentato dal “complesso militare-industriale”, riferendosi all’intreccio di interessi tra l’industria bellica, i rappresentanti del Congresso e le Forze Armate, che poteva condizionare profondamente la politica statunitense. Pochi anni più tardi, nel 1966, uscì un importante lavoro di due economisti statunitensi, Baran e Sweezy, intitolato Il capitale monopolistico. Saggio sulla struttura economica e sociale americana, nel quale si dimostrava che solo grazie alla spesa militare e all’industria bellica il capitalismo Usa poteva contrastare la sua crisi e contenere la disoccupazione.

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Sovrastare il sovrastato

Categoria: Articoli Hits:70

 

Carla Filosa

“L’ingiustizia oggi cammina con passo sicuro.

Gli oppressori si fondano su diecimila anni.

La violenza garantisce: com’è resterà.

Nessuna voce risuona tranne la voce di chi comanda.

E sui mercati lo sfruttamento dice alto: solo ora io comincio.

Ma fra gli oppressi molti dicono ora.

Quel che vogliamo non verrà mai.

Chi è ancora vivo non dica: mai.

Quel che è sicuro non è sicuro.

Com’è così non resterà.

Quando chi comanda avrà parlato

Parleranno i comandati.

Chi osa dire: mai?

A chi si deve se dura l’oppressione? A noi.

A chi si deve, se sarà spezzata? Sempre a noi.

Chi viene abbattuto, si alzi!

Chi è perduto, combatta!

Chi ha conosciuto la sua condizione, come lo si potrà fermare?

Perché i vinti di oggi sono i vincitori di domani

E il mai diventa: oggi!

Bertolt Brecht, “Lode della dialettica”.

 

Non spaventi subito il ricorso, qui sotto proposto, a un recupero storico di ciò che sta accadendo in questo presente e che forse riguarderà anche un prossimo futuro.

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Elezioni in Germania, dalla crisi economica alla crisi politica

Categoria: Articoli Hits:104

 Domenico Moro

 

Le elezioni politiche tedesche delineano la crisi dei partiti tradizionali di governo e il rafforzamento delle ali estreme del panorama politico, come riflesso della grave crisi economico-sociale in cui versa il più importante paese della Ue. Infatti, i partiti che componevano la coalizione dell’ultimo governo sono calati fortemente.

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Elezioni politiche in Germania: pesante sconfitta delle forze del gove …

Categoria: Articoli Hits:113

 Andrea Vento

 

Dalle attese elezioni politiche tedesche tenutesi anticipatamente domenica 23 febbraio sono emersi alcune indicazioni delle quali proveremo ad enunciare di seguito le più significative.

In primis, rileviamo come il clima di attesa e la percezione della particolare importanza per il futuro del paese della tornata elettorale in questione, abbiano spinto in massa i tedeschi alle urne (+6,19%) determinando con l'82,5% il record di affluenza dalla cosiddetta riunificazione del 1990.

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L’intelligenza artificiale è qui e lotta contro di noi

Categoria: Articoli Hits:2180

 

Vincenzo Vita *

 

E’ maturato il varo da parte della Commissione europea di un testo volto a disciplinare i confini dell’intelligenza artificiale. Si tratta, ovviamente, dell’inizio di un percorso, che porterà ad un Regolamento impegnativo e certamente inedito.

Chi legge potrebbe utilmente obiettare che sarebbe un buon risultato avere l’intelligenza normale. Già. Ma il tempo digitale incombe e ci impone di cambiare profondamente i nostri modelli cognitivi, l’approccio ad una realtà di cui la componente virtuale è un ingrediente fondamentale.

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Incurabili! Marx non c’entra proprio nulla con la Scienza?!?

Categoria: Saggi Hits:2980

 Angelo Baracca

 

Due anni fa ricorreva il duecentesimo centenario della nascita di Karl Marx e giustamente il mondo intero fu inondato da una marea di commemorazioni, incontri e convegni di tutti i tipi e i livelli. Nel corso di queste manifestazioni io fui colpito dal fatto che in nessuna delle iniziative di cui venivo a conoscenza compariva neanche per caso la parola Scienza: ergo, il messaggio è per il colto e l’inclita – ma molto più negativamente per tutt* i compagn* – che il marxismo ha a che fare con la politica, l’economia, la società, ma non ha nulla a che fare con la Scienza (uso volutamente la maiuscola).

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“The Donald” scopre la Luna

Categoria: Articoli Hits:2013

 

Gennaro Chiappinelli, Massimiliano Romanello

 

Il leggendario filosofo turco Nasreddin Hoca narra di un uomo che, vedendo la Luna riflessa nell’acqua in fondo ad un pozzo, cercò di recuperarla e restituirla al cielo per mezzo di una fune. La fune rimase impigliata ad una roccia sporgente e l’uomo, cadendo all’indietro per l’inutile sforzo, si compiacque nel vedere che la Luna era effettivamente tornata al suo posto.

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Migrazioni climatiche

Categoria: Saggi Hits:2750

Andrea Vento

 

Il genere umano, sin dall'epoca preistorica, è sempre stato interessato da spostamenti, su scala più o meno ampia, generati da una vasta gamma di motivazioni, fra le quali principalmente: la ricerca di nuove terre, l'aspirazione verso migliori condizioni di vita, l'espansione coloniale, la fuga da guerre, persecuzioni e discriminazioni varie ed anche da fenomeni naturali avversi quali catastrofi e cambiamenti climatici. Numerosi sono i casi storici di movimenti di interi popoli o di parte di essi sospinti da fenomeni naturali, in quanto le migrazioni hanno da sempre rappresentato una fondamentale strategia di adattamento ai mutamenti climatico-ambientali. Nonostante ciò, l'elite politica mondiale e i media internazionali non hanno, sino a pochi anni fa, prestato particolare attenzione a questo fenomeno. La comunità scientifica mondiale, invece, dalla fine del scorso secolo ha mostrato crescente interesse sia verso lo studio dei cambiamenti climatici che delle sue conseguenze, come l'impatto sui flussi migratori.

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Dalla polemica politica Zacharova-Mattarella a quella storiografica Graglia-Canfora

Categoria: Articoli Hits:815

Ruggero Giacomini

 

La polemica aperta dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo Zacharova nei confronti del discorso del Presidente della Repubblica italiana Mattarella all’Università di Marsiglia, per i parallelismi storici tra la Russia di oggi e il Terzo Reich, si è allargata al confronto tra accademici grazie ad un’ampia e argomentata intervista al “Fatto quotidiano” di Luciano Canfora, cui ha replicato prontamente Piero Graglia, ordinario di Studi internazionali alla Statale di Milano, già candidato al Parlamento Europeo per il Partito Democratico.

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Palmiro Togliatti, a 60 anni dalla scomparsa

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 Gianmarco Pisa

 

Per l’impegno e la lotta dei comunisti e delle comuniste in Italia, così come per alimentare e arricchire la riserva di forza teorica e di esperienza concreta del movimento comunista internazionale, la vicenda, teorica e politica, della direzione di Palmiro Togliatti, nella lunga stagione storica dal 1927 al 1964, resta un’eredità prospettica, di grande spessore e di vasta portata.

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D-Day 1944: il contesto storico essenziale

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Jacques Pauwels*

 

Introduzione

La Germania nazista era un colosso militare e sconfiggere la bestia era un compito erculeo che non avrebbe mai potuto essere condotto a termine singolarmente da nessuno dei suoi nemici. L'impresa riuscì, ma solo a capo di molti anni di battaglie. Richiese sforzi sovrumani da parte di tutti i paesi coinvolti nel titanico conflitto contro Hitler e il suo nazismo, ossia una varietà tedesca di fascismo, e le altre dittature fasciste che si erano allineate con la Germania, come quella di Mussolini.

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A cento anni dalla morte, perché Lenin è ancora attuale?

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Domenico Moro 

 

Il 21 gennaio 1924 moriva Lenin. Cento anni sono tanti e moltissime cose sono cambiate, eppure il lascito di Lenin è, in gran parte, ancora attuale. Lenin è stato uno dei personaggi storici più importanti del XX secolo, l’uomo che più di ogni altro ha contribuito alla Rivoluzione di Ottobre e alla fondazione dell’Unione Sovietica. Ma, come diceva il filosofo ungherese Lukács in un pamphlet, scritto subito dopo la morte di Lenin, l’importanza dell’uomo politico russo va oltre le vicende politiche immediate che l’hanno visto protagonista: “Egli resta perciò sul piano storico-universale l’unico teorico di livello pari a quello di Marx che fino ad oggi sia venuto dalle file della lotta di emancipazione proletaria”[i].

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Gli Usa e il “metodo Giacarta”: il massacro delle popolazioni come politica estera

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Piero Bevilacqua 

(Fonte: volerelaluna.it)

 

Chi legge il libro di Vincent Bevins, Il metodo Giacarta, La crociata anticomunista di Washington e il programma di omicidi di massa che hanno plasmato il nostro mondo (Einaudi, 2021) ne uscirà con una visione rovesciata della storia mondiale dopo il 1945, e con l’animo sconvolto. È successo anche a me, storico dell’età contemporanea, e testimone del mio tempo, a cui tanti fatti e vicende qui raccontate erano noti.

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