Domenico Gallo

(da "il manifesto", 22.2.2022)

 

Secondo Karl Schmitt, «una dichiarazione di guerra non è altro che l’identificazione di un nemico». Dopo la scomparsa del nemico storico degli Stati Uniti e dell’Occidente, costituito dall’Unione sovietica, c’è voluto un po’ di tempo per identificare nella Russia il nuovo nemico, in sostituzione di quello che si era dissolto. È un processo che è durato una ventina di anni. È iniziato il 12 marzo 1999 con l’ingresso o meglio con l’estensione della Nato in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria in aperta violazione degli accordi presi con l’ex Unione Sovietica da Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, come risulta dal documento datato 6 marzo 1991 recentemente pubblicato da Der Spiegel.

È proseguito con l’estensione della Nato a tutti gli altri paesi dell’Europa dell’est, compresi quelli nati dalla dissoluzione dell’Unione sovietica come i Paesi baltici. Adesso la tempesta è scoppiata intorno alla possibilità di estensione della Nato e dei suoi dispositivi militari nel territorio dell’Ucraina, paese tormentato da accadimenti violenti conseguenti alla c.d. rivoluzione di Maidan del 2014, che hanno portato al distacco della Crimea ed allo scoppio di una sanguinosa guerra civile dalla quale sono nate le due Repubbliche separatiste del Donbass. « »

L’invito ad entrare nella Nato ed il rifornimento di armi e sostegno economico sono un buon viatico per riattizzare il conflitto del Donbass, mai sopito, e per spingere l’Ucraina a non accettare la soluzione di pace prospettata dagli accordi di Minsk II del 2015.

Nel momento in cui annuncia che la Russia, ieri, oggi, o domani avrebbe iniziato l’invasione dell’Ucraina, Biden chiude il cerchio identificando definitivamente la Russia come il nemico. Quindi la dichiarazione di guerra c’è già stata ed è venuta da Biden e dal suo Segretario di Stato Blinken, al di là delle chiacchiere sulla volontà di tenere aperto un negoziato. Perché dalla guerra delle parole si passi a quella delle pallottole, c’è bisogno di un pretesto, occorre costruire un incidente, vero o falso che sia.

Non è un caso che in queste ore si stanno intensificando le violazioni della tregua nella regione del Donbass, volte a provocare l’intervento militare della Russia. Certo c’è ancora spazio per la diplomazia, la pace non è ancora perduta, ma per riaprire la porta del dialogo occorre demolire i falsi miti dell’Occidente che ci hanno portato in questo vicolo cieco. Il nostro ministro degli esteri, ripetendo un mantra ricevuto da oltre oceano, ha ribadito che la scelta della porta aperta della Nato nei confronti di Ucraina e Georgia rappresenta «un principio irrinunciabile», perché ogni Stato sovrano ha diritto di scegliersi le alleanze che vuole. La pretesa della Russia di escludere la Nato dall’Ucraina sarebbe irricevibile perché espressione della volontà di stabilire una sua zona d’influenza in Europa.

In realtà più che alla Russia andrebbe attribuita alla Nato la pretesa di stabilire una sua zona d’influenza in Europa, avendo inglobato nel suo dispositivo politico e militare tutti i paesi dell’Europa dell’est. Ma il problema è un altro, dove sta questo principio irrinunciabile di cui farneticano Blinken e tutti gli alleati della Nato in coro? Ogni paese è sovrano quando è libero di fare le scelte di politica estera e militare che ritiene più opportune. Però da quando è stata stabilita la Carta delle Nazioni Unite, alla sovranità degli Stati sono stati tolti gli artigli nell’interesse superiore della convivenza pacifica fra le Nazioni.

Dalla sovranità è stata espunta non solo la facoltà di muovere guerra ad altre Nazioni, ma gli Stati membri devono astenersi anche dalla minaccia dell’uso della forza (art. 2, comma 4). È alla luce di questo principio, veramente irrinunciabile, che bisogna valutare la «libertà» dell’Ucraina di aderire alla Nato in quanto Stato sovrano. Nessuno Stato è libero di minacciare i propri vicini. L’estensione del dispositivo militare della Nato ai confini della Russia, a qualche centinaio di kilometri da Mosca, è la realizzazione di una minaccia in senso obiettivo.

Né vale obiettare che la Nato, secondo il suo atto costitutivo, è un’alleanza difensiva, incapace di articolare una minaccia in senso tecnico o politico. Questo carattere dell’Alleanza, ove mai fosse esistito, è stato perduto definitivamente, nei fatti, il 24 marzo 1999 quando la Nato ha aggredito la ex Jugoslavia, bombardandola per 78 giorni, col risultato di smembrarla, separando il Kosovo dal resto del paese. E quanto a ridefinizione di ruoli, nell’aprile 1999 a Washington con la definizione di una nuova Nato all’offensiva impegnata ormai in missioni e in guerre in tutto il mondo.

Per arrestare l’escalation, la prima cosa da fare è liberarsi di questo falso mito. Del resto l’ingresso nella Nato non dipende dalla volontà dell’Ucraina, ma dalla volontà della Nato stessa che, perseguendo la sua strategia di allargamento, nel vertice di Bucarest del 2 aprile 2008, ha deliberato la c.d. politica delle “porta aperte”.

Quello che non si dice è che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato deve avere il via libera da parte di tutti i suoi paesi membri, compreso il nostro. Basterebbe una dichiarazione del nostro astuto ministro degli esteri che l’Italia non accetterebbe l’ingresso dell’Ucraina nella Nato per mettere un granello di sabbia negli ingranaggi della macchina di guerra e bloccare il passaggio dalla guerra delle parole alla guerra delle pallottole.

Avranno Di Maio – che pure ha ricordato in Parlamento l’aricolo 10 del Patto atlantico che dice che ogni allagamento deve considerare la sicurezza degi alleati – e Draghi il coraggio di scongiurare la guerra, disubbidendo agli Usa?

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Lukács: etica e politica

Categoria: Libri Hits:160

 

Lelio La Porta

 

I momenti della vita turbolenta e tempestosa di György Lukács sono stati segnati da passaggi fondamentali del suo pensiero. Questo nesso stretto tra vita e pensiero viene colto e realizzato nella forma di una ponderosa biografia intellettuale da Antonino Infranca al culmine di una meritoria e convinta ricerca pluridecennale[1]. Il nodo teoretico che l’autore individua come centrale è quello costituito da etica e politica.

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Rivoluzioni colorate. Genesi, applicazione e crisi di uno strumento di guerra ibrida

Categoria: Relazioni e Interventi Hits:766

 

Laura Ruggeri

(Relazione presentata ad un convegno in Umbria, 29 giugno 2024; fonte: https://laura-ruggeri.medium.com/rivoluzioni-colorate-genesi-applicazione-e-crisi-di-uno-strumento-di-guerra-ibrida-853b9e1af995)

 

Immagino che tutti voi sappiate che cosa si intende quando si parla di rivoluzioni colorate e possiate elencarne almeno alcune. In realtà la lista è molto lunga visto che uno dei teorici di queste rivoluzioni, Gene Sharp, scrive il suo libro The Politics of Nonviolent Action (La politica dell’azione nonviolenta) già nel 1973. Quel libro si basava su una ricerca che Sharp aveva condotto quando studiava ad Harvard alla fine degli anni Sessanta e che era stata finanziata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. A quel tempo l’Università di Harvard era l’epicentro dell’establishment intellettuale della Guerra Fredda — vi insegnavano Henry Kissinger, Samuel Huntington, Zbigniew Brzezenski. E anche la CIA era di casa.

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Che fare? Fattori favorevoli e sfavorevoli allo sviluppo del socialismo

Categoria: Saggi Hits:433

 

Domenico Moro

 

Secondo Marx ed Engels il socialismo – come fase intermedia tra capitalismo e comunismo - può affermarsi soltanto in virtù di un alto sviluppo economico del capitalismo che crei la base materiale per la sua instaurazione. Senza questo sviluppo, non si potrebbe procedere all’abbattimento della proprietà privata dei mezzi di produzione e alla affermazione della proprietà collettiva.

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La "Critica dell’ideologia fascista" di György Lukács

Categoria: Saggi Hits:866

 

Antonino Infranca*

 

In questo volume ripropongo due saggi pubblicati nel 1982 dall’Archivio Lukács di Budapest presso la casa editrice Akadémiai Kiadó e curati dall’allora direttore dell’Archivio László Sziklai. La stessa operazione editoriale fu compiuta, nel 1989, dalla casa editrice dell’allora Repubblica democratica tedesca, Aufbau Verlag.

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Trasformazione sociale ed emancipazione della donna

Categoria: Saggi Hits:926

 

Alessandra Ciattini

 

Chi trasforma la società capitalistica?

Ovviamente nessuno può mettere in discussione che uno dei problemi centrali della società contemporanea, sia nei paesi a capitalismo avanzato che nel cosiddetto Sud globale, non toccati a fondo dalle rivoluzioni borghesi, è quello dell’emancipazione della donna, sesso a cui appartengono più della metà degli esseri umani.

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Riflessioni su alcune ideologie contemporanee

Categoria: Saggi Hits:757

 

Alessandra Ciattini *

 

Per alcuni viviamo in una fase storica radicalmente nuova – cosa di cui era fortemente convinto, come si vedrà, l’autorevole Zbigniew Brzezinski - che ha scavato un abisso con la fase storica precedente, caratterizzata dalla presenza consistente nei paesi occidentali dello Stato del benessere, dalla crescita economica, dalla forte presenza della grande industria anche di Stato, dall’esistenza di ben radicate organizzazioni di massa (partiti e sindacati).

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Gli Scritti etno-antropologici di Marx ed Engels: Presentazione dei curatori

Categoria: Articoli Hits:4006

 

Ferdinando Vidoni, Stefano Bracaletti

 

Il presente volume delle Opere complete di Marx ed Engels intende anzitutto fornire la traduzione completa dei cosiddetti «Quaderni di etnologia» marxiani, forse più compiutamente denominabili come «Quaderni etno-antropologici». Negli ultimi anni della sua vita, dal 1879 al 1882, Marx allargò infatti i suoi interessi anche alle nuove scienze umane dell’etnologia e di quella che oggi si usa chiamare antropologia culturale o sociale, che si andavano rapidamente sviluppando su uno sfondo evoluzionistico e che offrivano preziosi elementi di collegamento e confronto con il suo «materialismo storico». Compilò così corposi quaderni di Exzerpte o estratti con citazioni, riassunti, commenti da opere soprattutto di Lewis H. Morgan, John Phear, Henry S. Maine, John Lubbock.

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Il radicamento del pensiero antropologico post-moderno nella società contemporanea

Categoria: Saggi Hits:10013

Alessandra Ciattini*

 

Introduzione

Negli ultimi decenni numerose sono state le opere di più o meno grande diffusione, nelle quali si sono analizzate e sono state ampiamente confutate le tesi sostenute dai cosiddetti autori post-moderni, sia pure nella consapevolezza che tale corrente di pensiero non costituisce un filone omogeneo, giacché contiene in sé varianti, sfumature e tendenze non omologabili in uno stesso cliché. Sono convinta, tuttavia, che il noto pamphet di Terry Eagleton (Le illusioni del post-modernismo, 1998) colga nel segno quando individua le debolezze di questo pensiero, soprattutto quando denuncia con vigore la sua incapacità di dare una risposta seria ai drammatici problemi, con cui si confronta la società contemporanea.

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L'antropologia marxista

Categoria: Saggi Hits:16452

  1. Vito Bongiorno*

 

Nuestros pueblos originarios han conservado sus raices socialistas
Hugo Chávez

 

Concetti basilari

Dalla fine del secolo XIX e lungo tutto il corso del XX la cultura marxista ha raccolto la sfida della descrizione della diversità culturale. Prendendo spunto da alcune delle idee fondamentali degli scritti di Marx e di Engels, alcuni studiosi hanno analizzato istituzioni e strutture sociali appartenenti alle differenti società umane; in alcuni casi, tali analisi hanno reso possibile la formulazione di generalizzazioni e l’elaborazione di teorie antropologico-culturali di carattere generale.

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“Esterno notte”: lo sguardo di Bellocchio sul caso Moro e la crisi della Repubblica

Categoria: Film Hits:903

  Salvatore Tinè   Con "Esterno-notte", Marco Bellocchio ritorna di nuovo dopo “Buongiorno, notte” sul caso Moro, ma questa volta provando a ricostruire la vicenda del sequestro e dell’assassinio del grande statista democristiano non solo nei suoi nessi interni con il più vasto e complesso quadro storico nazionale e internazionale in cui essa si svolse ma anche in rapporto con il processo di crisi dello stato italiano e del potere “democristiano” consumatosi alla fine degli anni ‘70 e di cui rappresentò un momento per molti versi decisivo. Una crisi che nel film ci appare in primo luogo come una crisi ideologica per molti...

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C’era due volte Gianni Rodari: l’omaggio di Alberto Scanzi al “favoloso Gianni”

Categoria: Libri Hits:1785

  Stefania Burnelli *    Gianni Rodari nasce nel 1920 e scompare all’improvviso a 60 anni, nel pieno delle sue impegnative e variegate iniziative. Nel 2020, centenario della nascita, sono stati innumerevoli gli omaggi editoriali, i tributi e le ricerche pubblicate su di lui (non ultimo il Meridiano Mondadori di 2000 pagine con tutte le Opere a cura di Daniela Marcheschi) e ancora questo gennaio ne sono usciti altri tra cui un’importante monografia di Electa a cura di Vanessa Roghi e Pino Boero.

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Le Poesie giovanili di Volponi tra materialismo e corporalità

Categoria: Libri Hits:2633

  Gian Luca Picconi   La pubblicazione nella collana bianca Einaudi delle Poesie giovanili di Paolo Volponi, a cura di Salvatore Ritrovato e Sara Serenelli (P. Volponi, Poesie giovanili, a cura di S. Serenelli e S. Ritrovato, Torino, Einaudi, 2020), apre uno squarcio sulle fasi più antiche dell’officina del poeta e sul suo apprendistato letterario contribuendo così a ridefinirne l’immagine e a ristoricizzarne la figura.

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La gig economy protagonista del cinema realista di Ken Loach

Categoria: Film Hits:2661

  Sabato Danzilli   Ken Loach si conferma con Sorry, we missed you, la sua ultima fatica, come un regista d’altissimo livello. Sempre dedito nel suo cinema alla descrizione delle condizioni di vita degli sfruttati e degli emarginati, il cineasta vanta la vittoria per due volte della Palma d’oro al festival di Cannes, nel 2006 con Il vento che accarezza l’erba e nel 2016 con I, Daniel Blake, nonché il Leone d’oro alla carriera del festival di Venezia nel 1994. È confermata anche in questo film la sua lunga collaborazione con lo sceneggiatore Paul Laverty, tra i cui frutti, oltre ai film citati...

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D’Annunzio fra i pastori

Categoria: Articoli Hits:4253

di Salvatore Ritrovato Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d’acqua natia rimanga né cuori esuli a conforto, che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d’avellano. E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente, su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina! Ora lungh’esso il litoral cammina La greggia. Senza mutamento è l’aria. Il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquio, calpestio, dolci...

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Elezioni europee, cosa cambia?

Categoria: Articoli Hits:387

Domenico Moro, Fabio Nobile

 

Per fare una valutazione del risultato della competizione elettorale per il Parlamento europeo, è necessario precisare quali sono le attribuzioni di questo organismo. Il Parlamento europeo ha tre funzioni principali: a) condivide con il Consiglio dell’Unione la funzione legislativa; b) approva o respinge i candidati a componenti della Commissione europea (il governo della Ue); c) Condivide con il Consiglio dell’Unione il potere di bilancio della Ue e può pertanto modificare le spese dell’Ue.

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Capitale /lavoro

Categoria: Saggi Hits:82

Carla Filosa

 

Non è sicuramente impresa facile affrontare il rapporto capitale/lavoro, dopo che un intellettuale come Cacciari ne ha negato l’attualità (intervista a Ottolina tv, 1.09,’24) nel presente momento storico in cui la cultura in genere, e quella ispirata all’analisi marxista ancor più, è stata gettata alle ortiche.

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"L’economia cinese contemporanea": l’ultima ricerca di Alberto Gabriele

Categoria: Libri Hits:197

Eduardo Bellando

 

Il punto di partenza del libro di Alberto Gabriele* è lo straordinario sviluppo economico della Cina. Alla fine degli anni Settanta il prodotto interno lordo cinese era simile a quello indiano e circa un ventesimo di quello degli Stati Uniti; nel 2022 era passato ad essere quasi l’80% di quello degli Stati Uniti e più di cinque volte quello dell’India.

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Le pressioni di mercati e UE su una Francia in crisi

Categoria: Articoli Hits:335

 Domenico Moro

 

Le elezioni francesi hanno restituito una assemblea nazionale (il parlamento francese) spaccata in tre blocchi, nessuno dei quali in possesso della maggioranza su cui far nascere un governo con un chiaro colore politico. L’incertezza su quale sarà il futuro governo del secondo paese della Ue e unica potenza nucleare europea sta preoccupando i mercati, o, per dirla in altri termini, il grande capitale finanziario francese e europeo. Del resto la Borsa francese all’indomani delle elezioni è calata dello 0,63%.

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L’imperialismo e il conflitto tra aree valutarie

Categoria: Saggi Hits:919

 

Carla Filosa, Francesco Schettino[1] 

 

Imperialismo transnazionale e aree valutarie

La concatenazione transnazionale che ha cambiato la configurazione della lotta interimperialistica, ormai da molto non più rigidamente suddivisa per prevalente appartenenza statuale, appare nella richiesta di un’accresciuta capacità di penetrazione del capitale nel mercato mondiale. Perciò la predeterminazione di aree valutarie di riferimento supera in importanza la mera collocazione storica geografica dell’investimento.

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In memoria di Gianfranco Pala. Lo sviluppo economico capitalistico e la guerra

Categoria: Saggi Hits:1533

In memoria di Gianfranco Pala, ex docente di Economia alla Sapienza di Roma e deceduto il 14 di questo mese, si intende ricordarlo con la pubblicazione di un suo articolo sullo sviluppo economico capitalistico e la guerra, scritto nel 2005, 18 anni fa. Nonostante alcuni riferimenti ovviamente datati, l’analisi si presenta nella sua difficile ma pregnante attualità.

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Quale pace (perpetua) oggi?

Categoria: Saggi Hits:708

 

Giorgio Grimaldi

(da https://fuoricollana.it/)

 

La gestione statunitense dell’ordine mondiale non sana, anzi aggrava la conflittualità internazionale. Rileggere il progetto kantiano Per la pace perpetua può essere estremamente istruttivo per orientarci nel presente.

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Il marxismo di Dussel

Categoria: Saggi Hits:745

 

Antonino Infranca*

 

Enrique Dussel è considerato il maggior conoscitore di Marx al mondo, nonostante che provenga dal cosiddetto “Terzo Mondo”; in particolare la sua lettura proviene dall’America latina, che storicamente è stata la prima vittima del capitalismo, anzi si può affermare che senza la Conquista dell’America latina il capitalismo non sarebbe potuto nascere, perché quella conquista offrì la quantità di metalli preziosi per innescare il meccanismo di accumulazione originaria del capitale, per usare la terminologia di Marx. Dunque per capire la Modernità bisogna partire dalla condizione di vittima dell’America latina. Sarà, quindi, una lettura non eurocentrica, perché condotta dall’esteriorità del Primo Mondo, che alla caduta del socialismo ha decretato la morte del marxismo.

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Le tesi di Dussel sul populismo

Categoria: Libri Hits:1531

Lelio La Porta

 

Enrique Dussel è un intellettuale argentino, naturalizzato messicano, in esilio. È fra i fondatori del movimento Filosofia della Liberazione ed è conosciuto in quanto critico dell’eurocentrismo ed autore di opere importanti su Marx (Metafore teologiche di Marx), di scritti politici (20 tesi di politica), di lavori sul concetto di liberazione, divisi in Etica, Erotica e Pedagogica, che vedranno fra breve la loro comparsa in Italia, grazie al lavoro indefesso di Antonino Infranca, traduttore princeps dell’intellettuale latino-americano. Proprio ad Infranca si devono la traduzione e l’Introduzione di un recente, breve, ma ricco di implicazioni destinate ad una discussione ponderata, saggio di Dussel: Cinque tesi sul populismo (Castelvecchi, Roma, 2021, pp. 57, €. 9,00).

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Traverso e Lukács: note per un dibattito

Categoria: Libri Hits:1965

 

Sabato Danzilli

 

La pubblicazione della nuova edizione inglese di Die Zerstorung der Vernunft (Georg Lukács, The Destruction of the Reason, London, Verso, 2021) merita grande attenzione, perché rende nuovamente disponibile sul mercato anglosassone un testo che, come dimostra la sua traduzione tardiva (la versione di Palmer per Merlin Press, qui ripresa, è soltanto del 1980), non ha mai riscontrato grandi favori, e perché è introdotta da un lungo e interessante saggio di Enzo Traverso. Il suo contributo fornisce molte tracce per una discussione, che si cercherà qui di impostare.

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Il Marx di Berlin

Categoria: Libri Hits:1933

 

Lelio La Porta

 

Isaiah Berlin scrisse una biografia di Karl Marx, la cui quinta edizione viene oggi pubblicata in Italia (I. Berlin, Karl Marx, a cura di H. Hardy, Adelphi, Milano, 2021, pp. 309, € 28,00). Vale la pena di rammentare che non è del tutto esatto scrivere (si veda Robinson del 21 agosto) che il lavoro «appare soltanto adesso in italiano» in quanto la prima traduzione, di Paolo Battino Vittorelli, nella nostra lingua risale al 1967, per La Nuova Italia (che ripubblicò il testo nel 1994 con una revisione della traduzione condotta sulla base della quarta edizione del 1978), ed è la stessa riproposta oggi, con l’aggiunta, come sottolinea il curatore Hardy, di «note autoriali», che risalgono alla revisione del testo operata da Berlin nel 1978, e «note redazionali» in cui sono inseriti anche i rimandi alle opere di Marx in italiano alle quali l’autore fa riferimento.

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Antonio Gramsci, se insegnare è un’arte

Categoria: Libri Hits:1743

 

Lelio La Porta *

 

La parola contaminazione suscita, già al solo pronunciarla, sudori freddi che scorrono lungo il corpo di chi ascolta in quanto evoca epidemie, catastrofi e cataclismi. Ci sono casi in cui, al di fuori della terminologia medica, però, la contaminazione riesce a rendere perfettamente il senso di una dialettica profonda che consente ad un pensiero in embrione di svilupparsi e di prendere consapevolezza di sé e delle sue potenzialità fino alla definitiva maturazione. È il caso di Antonio Gramsci in rapporto alla tematica della formazione dell’uomo così come viene affrontata nel libro di Chiara Meta, Il soggetto e l’educazione in Gramsci. Formazione dell’uomo e teoria della personalità (Bordeaux, Roma 2019, pp. 185, €. 14,00).

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Pionieri del futuro. Una proposta pedagogica comunista (parte II)

Categoria: Saggi Hits:3010

 

Paola Pavese

 

Appunti per un manuale

I Pionieri del Futuro. Le attività per fasce d’età

Tutti bambini e i ragazzi dai 7 ai 13 anni possono diventare Pionieri del Futuro, una volta che abbiano aderito all’ Invito dei Pionieri (vedi più avanti). Le attività saranno però diverse per i bambini fino agli 11 anni, rispetto a quelle dei ragazzi più grandi. I più grandi aiuteranno le attività dei piccoli e si dedicheranno con maggior approfondimento ad attività di impegno sociale, anche a carattere internazionale.

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Pionieri del futuro. Una proposta pedagogica comunista (parte I)

Categoria: Saggi Hits:6050

© Paola Pavese

 

Premessa

Questo opuscolo è un’introduzione, non certo esaustiva, ad alcuni riferimenti teorici della pedagogia marxista e alla storia dei Pionieri d’Italia.

Ma è soprattutto un manuale, in cui ho immaginato una possibile organizzazione per bambini e ragazzi, a cui ho voluto dare un nome, che mi è sembrato bellissimo: Pionieri del Futuro. Per scriverlo ho seguito le orme di Gianni Rodari e del suo Manuale dei Pionieri, che a leggerlo pare anch'esso un esercizio di fantasia, basato su un qualche testo che l'autore pare avere sotto gli occhi. Ovviamente, fare esercizi di fantasia seguendo le orme di Rodari viene facile, direi che viene quasi automatico, ed è probabile che in più di un'occasione mi sia fatta trascinare dall'entusiasmo.

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Marxismo e intercultura

Categoria: Saggi Hits:6142

Donatello Santarone*

 

Gli studi interculturali sono molto vasti, un enorme contenitore dove convivono prospettive scientifiche e culturali spesso opposte. C’è un’intercultura “aziendalista” (e persino “militarista”) che vuole conoscere il cosiddetto “altro” per meglio colonizzarlo (un po’ come i primi antropologi al servizio degli eserciti coloniali nell’800): è una visione tutta strumentale della relazione con i paesi e i popoli del Terzo e Quarto Mondo, finalizzata esclusivamente alla dimensione mercantile del rapporto.

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Possibilidades Lenineanas para uma Paidéia Comunista

Categoria: Saggi Hits:4169

Antonio Carlos Mazzeo

 

I. Os Pressupostos

A preocupação em abrir o debate sobre a conexão entre educação e socialismo nas universidades brasileiras é muito relevante. Até por que, nada mais conectado e articulado do que aprendizado, educação e socialismo. Recuperar esse vínculo já vale um evento como este. Recentemente participei de um seminário na Faculdade de Educação da Unesp/Marília intitulado Marx, Gramsci e Vigotsky: Aproximações, do qual resultou um livro com as palestras proferidas, onde está publicada minha intervenção no evento , uma prazeirosa experiência, pois raramente tenho a oportunidade de dialogar com pedagogos estando, na maioria do tempo, restrito à minha área de Ciências Sociais e de Historia.

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La piattaforma di intermediazione commerciale della Cina e la de-dolla …

Categoria: Articoli Hits:96

Domenico Moro

 

Sui mass media si è dato molto risalto alle dichiarazioni di Trump secondo le quali gli Usa avrebbero portato i dazi sull’import dalla Cina al 60%. Pochi, però, hanno ricordato che già Biden aveva alzato i dazi per tutta una serie di prodotti, quadruplicandoli per le auto elettriche (102,5%), e aumentandoli notevolmente per le batterie al litio (25%), e per i chip e i pannelli solari (50%). Di fatto, quindi, siamo in piena guerra commerciale tra Usa e Cina.

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La categoria di imperialismo è ancora attuale e quali sono i paesi im …

Categoria: Saggi Hits:1704

Domenico Moro

 

Il termine di imperialismo è associato ai più importanti imperi del passato come quello romano o quello persiano. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento il termine di imperialismo è stato ripreso per descrivere la nuova realtà mondiale, caratterizzata dalla formazione di diversi imperi facenti riferimento soprattutto agli stati dell’Europa occidentale. Per questo il periodo tra la seconda metà dell’Ottocento e il 1945, quando inizia la decolonizzazione, è stato definito l’età degli imperi.

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I conflitti in America Latina

Categoria: Relazioni e Interventi Hits:80

 

Andrea Vento *

 

Il significato originale del termine latino conflictus, vale a dire "urto, scontro", esprime una delle sue accezioni più esaustive se riferito al contesto storico latinoamericano degli ultimi due secoli, vale a dire dal conseguimento dell'indipendenza della maggior parte degli Stati attuali ad oggi.

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Al via il vertice Brics+ di Kazan: fondamentale passaggio verso un nuo …

Categoria: Saggi Hits:109

 

Andrea Vento

 

Un'agenda complessa e ambiziosa che potrebbe gettare le basi per la ridefinizione dell'architettura finanziaria internazionale basata sul dollaro

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Nel mirino: un Uomo e la sua Rivoluzione

Categoria: Saggi Hits:138

 Stephen Joseph Scott*

 

Gli Stati Uniti hanno da sempre, sin dalla propria fondazione, considerato l’annessione dell’isola caraibica di Cuba come un evento predeterminato; una conclusione prestabilita, e un inevitabile geografico. Capi di Stato, da Thomas Jefferson a James Monroe a John Quincy Adams, condivisero la convinzione, che la vicinanza di Cuba suggerisse un destino manifesto. Dalla metà del 19° secolo, la posizione degli Stati Uniti nei confronti di Cuba fu resa evidente dall’allora Segretario di Stato John Clayton: “Questo governo”, dichiarò, “è risolutamente determinato che l’isola di Cuba non potrà mai essere ceduta dalla Spagna a nessun altro potere che gli Stati Uniti.”

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L’intelligenza artificiale è qui e lotta contro di noi

Categoria: Articoli Hits:2007

 

Vincenzo Vita *

 

E’ maturato il varo da parte della Commissione europea di un testo volto a disciplinare i confini dell’intelligenza artificiale. Si tratta, ovviamente, dell’inizio di un percorso, che porterà ad un Regolamento impegnativo e certamente inedito.

Chi legge potrebbe utilmente obiettare che sarebbe un buon risultato avere l’intelligenza normale. Già. Ma il tempo digitale incombe e ci impone di cambiare profondamente i nostri modelli cognitivi, l’approccio ad una realtà di cui la componente virtuale è un ingrediente fondamentale.

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Incurabili! Marx non c’entra proprio nulla con la Scienza?!?

Categoria: Saggi Hits:2827

 Angelo Baracca

 

Due anni fa ricorreva il duecentesimo centenario della nascita di Karl Marx e giustamente il mondo intero fu inondato da una marea di commemorazioni, incontri e convegni di tutti i tipi e i livelli. Nel corso di queste manifestazioni io fui colpito dal fatto che in nessuna delle iniziative di cui venivo a conoscenza compariva neanche per caso la parola Scienza: ergo, il messaggio è per il colto e l’inclita – ma molto più negativamente per tutt* i compagn* – che il marxismo ha a che fare con la politica, l’economia, la società, ma non ha nulla a che fare con la Scienza (uso volutamente la maiuscola).

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“The Donald” scopre la Luna

Categoria: Articoli Hits:1891

 

Gennaro Chiappinelli, Massimiliano Romanello

 

Il leggendario filosofo turco Nasreddin Hoca narra di un uomo che, vedendo la Luna riflessa nell’acqua in fondo ad un pozzo, cercò di recuperarla e restituirla al cielo per mezzo di una fune. La fune rimase impigliata ad una roccia sporgente e l’uomo, cadendo all’indietro per l’inutile sforzo, si compiacque nel vedere che la Luna era effettivamente tornata al suo posto.

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Migrazioni climatiche

Categoria: Saggi Hits:2588

Andrea Vento

 

Il genere umano, sin dall'epoca preistorica, è sempre stato interessato da spostamenti, su scala più o meno ampia, generati da una vasta gamma di motivazioni, fra le quali principalmente: la ricerca di nuove terre, l'aspirazione verso migliori condizioni di vita, l'espansione coloniale, la fuga da guerre, persecuzioni e discriminazioni varie ed anche da fenomeni naturali avversi quali catastrofi e cambiamenti climatici. Numerosi sono i casi storici di movimenti di interi popoli o di parte di essi sospinti da fenomeni naturali, in quanto le migrazioni hanno da sempre rappresentato una fondamentale strategia di adattamento ai mutamenti climatico-ambientali. Nonostante ciò, l'elite politica mondiale e i media internazionali non hanno, sino a pochi anni fa, prestato particolare attenzione a questo fenomeno. La comunità scientifica mondiale, invece, dalla fine del scorso secolo ha mostrato crescente interesse sia verso lo studio dei cambiamenti climatici che delle sue conseguenze, come l'impatto sui flussi migratori.

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Palmiro Togliatti, a 60 anni dalla scomparsa

Categoria: Articoli Hits:440

 Gianmarco Pisa

 

Per l’impegno e la lotta dei comunisti e delle comuniste in Italia, così come per alimentare e arricchire la riserva di forza teorica e di esperienza concreta del movimento comunista internazionale, la vicenda, teorica e politica, della direzione di Palmiro Togliatti, nella lunga stagione storica dal 1927 al 1964, resta un’eredità prospettica, di grande spessore e di vasta portata.

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D-Day 1944: il contesto storico essenziale

Categoria: Saggi Hits:524

 

Jacques Pauwels*

 

Introduzione

La Germania nazista era un colosso militare e sconfiggere la bestia era un compito erculeo che non avrebbe mai potuto essere condotto a termine singolarmente da nessuno dei suoi nemici. L'impresa riuscì, ma solo a capo di molti anni di battaglie. Richiese sforzi sovrumani da parte di tutti i paesi coinvolti nel titanico conflitto contro Hitler e il suo nazismo, ossia una varietà tedesca di fascismo, e le altre dittature fasciste che si erano allineate con la Germania, come quella di Mussolini.

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A cento anni dalla morte, perché Lenin è ancora attuale?

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Domenico Moro 

 

Il 21 gennaio 1924 moriva Lenin. Cento anni sono tanti e moltissime cose sono cambiate, eppure il lascito di Lenin è, in gran parte, ancora attuale. Lenin è stato uno dei personaggi storici più importanti del XX secolo, l’uomo che più di ogni altro ha contribuito alla Rivoluzione di Ottobre e alla fondazione dell’Unione Sovietica. Ma, come diceva il filosofo ungherese Lukács in un pamphlet, scritto subito dopo la morte di Lenin, l’importanza dell’uomo politico russo va oltre le vicende politiche immediate che l’hanno visto protagonista: “Egli resta perciò sul piano storico-universale l’unico teorico di livello pari a quello di Marx che fino ad oggi sia venuto dalle file della lotta di emancipazione proletaria”[i].

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Gli Usa e il “metodo Giacarta”: il massacro delle popolazioni come politica estera

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Piero Bevilacqua 

(Fonte: volerelaluna.it)

 

Chi legge il libro di Vincent Bevins, Il metodo Giacarta, La crociata anticomunista di Washington e il programma di omicidi di massa che hanno plasmato il nostro mondo (Einaudi, 2021) ne uscirà con una visione rovesciata della storia mondiale dopo il 1945, e con l’animo sconvolto. È successo anche a me, storico dell’età contemporanea, e testimone del mio tempo, a cui tanti fatti e vicende qui raccontate erano noti.

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La Resistenza antinazista in Europa

Categoria: Articoli Hits:538

 Gianfranco Pagliarulo

 

Pubblichiamo la prefazione, scritta dal Presidente dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo, all’ultimo libro di Nunzia Augeri (La resistenza in Europa 1939-1945, NulloDie Editori 2024) sulla resistenza antinazista esercitata dai popoli di 17 paesi europei, dalla Norvegia alla Grecia, dalla Francia alla Polonia, più la resistenza ebraica e quella dei gitani, nonché l’opposizione nella stessa Germania. Una lotta che ebbe in comune la volontà di opporsi all’occupazione militare nazifascista, alla negazione dell’identità nazionale, alla violenza e all’oppressione, ma fu anche lotta politica per la riconquista delle libertà fondamentali e per il progresso politico e sociale.

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