Andrea Vento *

 

Il consueto rapporto emesso ogni anno in gennaio dall'organizzazione internazionale Oxfam alla vigilia del Forum Economico Internazionale di Davos in Svizzera, ove si riuniscono i potenti della Terra per discutere degli sviluppi dell'economia mondiale, quest'anno riporta in apertura i profili di 4 persone che, nel complesso, rappresentano l'essenza del rapporto stesso: l'aumento delle disuguaglianze sia socio-economiche che di genere.

In un alternarsi inquietante di situazioni personali diversissime si passa dal miliardario indiano che possiede l'abitazione più sfarzosa della Terra ad una povera connazionale che ha perso i due figli per mancanza di assistenza medica, dal fondatore di Amazon, principale capitalista mondiale, allo sfruttato operario tailandese costretto a lavorare sino allo sfinimento per 12-13 ore al giorno per sopravvivere a malapena. Contrasti eloquenti che colpiscono allo stomaco il lettore introducendolo ai temi centrali nell'ampio e ben documentato rapporto che sin dal titolo pone una chiara alternativa fra i due scenari possibili per il futuro del l'intera umanità: "Bene pubblico o ricchezza privata?"

L'autorevole dossier, oltre a fotografare la situazione del 2018 e a darne pubblica denuncia, indica infatti anche le possibili strade da percorrere per ribaltare la pericolosa involuzione sociale intrapresa a livello globale negli ultimi decenni invitando alla mobilitazione popolare in modo da condizionare le scelte di politica economica dei propri governi e delle organizzazioni internazionali, oramai totalmente inebriati dagli effluvi del neoliberismo. L'intento è quello di rimettere al centro dell'attenzione le questioni umane e le vicende personali, le quali rischiano sempre più, nel distaccato linguaggio di politici ed economisti, di venire oscurati da dati, grafici e tabelle relegando nella marginalità le concrete condizioni di vita di poveri e diseredati col loro gravoso carico di sofferenze quotidiane.

I quattro profili personali: lo specchio delle disparità crescenti

Mukesh Ambani si colloca al 19° posto nella lista Forbes 2018 dei miliardari ed è l’indiano più ricco. La sua residenza di Mumbai, un imponente edificio alto 174 metri, vale un miliardo di dollari ed è l’abitazione privata più costosa al mondo

Pratima vive in uno slum di Patna, nell’India orientale. Ha perso i suoi due gemelli a causa dei ritardi e della scarsità di risorse dell’ospedale locale. Le donne povere come Pratima sono obbligate a partorire senza adeguata assistenza ostetrica e sono quindi esposte al rischio di trascuratezza, complicazioni e morte dei nascituri.

Jeff Bezos, fondatore di Amazon, è l’uomo più ricco del mondo e in base alla lista Forbes 2018 il suo patrimonio ammonta a 112 miliardi di dollari. Bezos ha recentemente dichiarato che ha deciso di investire nei viaggi spaziali perché non gli viene in mente un altro modo per spendere il proprio denaro.

Zay è operaio in una fabbrica di lavorazione dei gamberetti in Tailandia. I gamberetti che sguscia vengono forniti a grandi aziende di vendita al dettaglio come i supermercati Whole Foods, attualmente di proprietà di Amazon. Dopo aver sgusciato gamberetti per 12 o 13 ore, a fine turno, Zay è talmente esausto che non riesce quasi a muoversi. “Sfruttano i lavoratori”, dice. Zay è fortunato se riesce a guadagnare più di $ 15 al giorno.

 

La sintesi dell'involuzione socio-economica globale

Qualcosa non funziona nella nostra economia: chi si trova all’apice della piramide distributiva continua a godere in maniera sproporzionata dei benefici della crescita economica, mentre centinaia di milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà. Negli anni successivi alla crisi finanziaria il numero dei miliardari è raddoppiato e i loro patrimoni aumentano di 2,5 miliardi di dollari al giorno; nonostante ciò i superricchi e le grandi imprese sono soggetti ad aliquote fiscali più basse registrate da decenni. I costi umani di tale fenomeno sono enormi: scuole senza insegnanti, ospedali senza medicine. I servizi privati penalizzano i poveri e privilegiano le élite. I soggetti che risentono maggiormente di tale situazione sono le donne, su cui grava l’onere di colmare le lacune dei servizi pubblici con molte ore di lavoro di cura non retribuito. Dobbiamo trasformare le nostre economie in modo da offrire assistenza sanitaria, istruzione e altri servizi pubblici a livello universale, e per giungere a questo traguardo è necessario che i ricchi e le imprese paghino la loro giusta quota di imposte, contribuendo a ridurre drasticamente il divario tra ricchi e poveri e tra uomini e donne.

 

I progressi nella lotta alla povertà rallentano spaventosamente

Una delle grandi conquiste degli ultimi decenni è stata l’enorme riduzione del numero di persone che vivono in estrema povertà, quantificata dalla Banca Mondiale in $1,90 pro-capite al giorno (903 milioni nel 2016 secondo la Banca Mondiale). Tuttavia, i nuovi dati della Banca Mondiale rivelano che dal 2013 il tasso di riduzione della povertà si è dimezzato e che la povertà estrema sta aumentando nell’Africa sub-sahariana. Nuove evidenze mostrano anche che gran parte dell’umanità non si è definitivamente affrancata dalla povertà: 3,4 miliardi di persone, pari a poco meno di metà della popolazione mondiale, sopravvivono con meno di $5,50 al giorno. Per la Banca Mondiale tale cifra costituisce la nuova soglia di povertà estrema nei Paesi a reddito medio-alto, e secondo le sue stime sono le donne a trovarsi più frequentemente tra le persone più povere, soprattutto negli anni di fertilità riproduttiva, a causa del livello di lavoro di cura non retribuito che devono svolgere

Tutto ciò è risultato diretto della disuguaglianza e del fatto che da decenni la prosperità affluisce in misura sproporzionata verso il vertice della piramide sociale. In base al World Inequality Report del 2018, tra il 1980 e il 2016 il 50% più povero dell’umanità ha ricevuto soltanto 12 centesimi per ogni dollaro di incremento del reddito globale, mentre l’1% più ricco si è aggiudicato 27 centesimi. La conclusione è chiara: per sconfiggere la povertà bisogna combattere la disuguaglianza.

I costi umani della disuguaglianza sono devastanti. Oggi stesso infatti:

  • 262 milioni di bambini non potranno andare a scuola;
  • quasi 10.000 persone moriranno perché non hanno accesso a cure mediche;
  • 16,4 miliardi di ore di lavoro di cura non retribuito saranno svolti prevalentemente da donne .

Oggi i governi si trovano di fronte ad una scelta ardua: consentire una vita dignitosa a tutti i cittadini o continuare a favorire la ricchezza estrema di pochi.

 

Il boom dei miliardari nel mondo

Sono passati 10 anni da quando la crisi finanziaria ha scosso il mondo intero causando enormi sofferenze. In quest’arco di tempo la ricchezza dei più abbienti è cresciuta in misura esponenziale:

  • nei 10 anni successivi alla crisi finanziaria il numero di miliardari è quasi raddoppiato;
  • solo nell’ultimo anno la ricchezza dei miliardari del mondo è aumentata di 900 miliardi di dollari (pari a 2,5 miliardi di dollari al giorno) mentre quella della metà più povera dell’umanità, composta da 3,8 miliardi di persone, si è ridotta dell’11%;
  • oggi i miliardari sono più ricchi che mai e tra il 2017 e il 2018 sono aumentati al ritmo di uno ogni 2 giorni;
  • la ricchezza è sempre più concentrata in poche mani: l’anno scorso soltanto 26 individui (contro i 43 dell’anno precedente) ne possedevano tanta quanto la metà più povera dell’umanità, ossia 3,8 miliardi di persone;
  • il patrimonio dell’uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos (proprietario di Amazon) è salito a 112 miliardi di dollari. Appena l’1% di questa cifra equivale quasi all’intero budget sanitario dell’Etiopia, un Paese con 105 milioni di abitanti;
  • se tutto il lavoro di cura non retribuito svolto dalle donne di tutto il mondo fosse fornito da un’azienda, questa avrebbe un volume d’affari annuo di 10.000 miliardi di dollari, pari a 43 volte quello di Apple.

Mentre le loro fortune continuano ad aumentare, gli individui più ricchi e le società di cui sono proprietari godono anche di livelli di imposizione fiscale tra i più bassi degli ultimi decenni:

  • la ricchezza è particolarmente sotto tassata. Solo 4 centesimi per ogni dollaro di gettito fiscale provengono da imposte patrimoniali;
  • nei Paesi ricchi, in media, la più alta aliquota di imposta sul reddito delle persone fisiche si è, in media, passata dal 62% nel 1970 al 38% nel 2013, mentre nei Paesi in via di sviluppo è pari al 28%;
  • tenendo conto delle imposte dirette e indirette, in alcuni Paesi, come il Brasile e il Regno Unito, il 10% più povero della popolazione paga più imposte in proporzione al proprio reddito del 10% più ricco;
  • i Governi dovrebbero sforzarsi a raccogliere maggior gettito dai più ricchi, contribuendo in tal modo alla riduzione della disuguaglianza: ad esempio, se facessero pagare all’1% più ricco soltanto lo 0,5% in più di imposte sul proprio patrimonio, otterrebbero un gettito superiore alla somma necessaria per mandare a scuola tutti i 262 milioni di bambini che ancora non vi hanno accesso e fornire assistenza sanitaria in grado di salvare la vita a 3,3 milioni di persone;
  • i super-ricchi occultano al fisco 7.600 miliardi di dollari e anche le grandi corporation trasferiscono enormi profitti verso paradisi fiscali societari: nell’insieme, ciò sottrae ai Paesi in via di sviluppo 170 miliardi di dollari all’anno.

 

Scegliamo il bene pubblico e non la ricchezza privata

Gli odierni livelli di disuguaglianza e povertà sono il risultato di precise scelte politiche. Possiamo continuare a favorire coloro che sono già ricchi oppure possiamo scegliere di combattere la disuguaglianza e porre fine alla povertà. Per procedere sul percorso di un mondo meno povero e disuguale, dobbiamo costruire un’Economia Umana in cui gli individui e le imprese più ricchi pagano la giusta quota di imposte e le preziose risorse che ne derivano sono usate per finanziare servizi pubblici e protezione sociale per tutti. Potremmo così sottrarre alla povertà milioni di persone, liberarle dalla paura di ammalarsi e non permettersi le cure, consentire a tutti i bambini di esprimere il proprio potenziale e i propri talenti. Sarebbe un enorme passo avanti verso l’uguaglianza tra uomini e donne e potremmo creare società più sicure, più eque e più felici per i nostri figli e i figli dei nostri figli. La scelta sta a noi e alla nostra capacità di mobilitazione. I governi devono prestare ascolto ai cittadini e adottare misure incisive per ridurre la disuguaglianza. Tutti i governi devono stabilire obiettivi e piani d’azione concreti per ridurre i divari economici, soggetti a precise scadenze e in coerenza con quanto stabilito dall’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) n° 10 dell’Agenda2030 delle Nazioni Unite sulla riduzione della disuguaglianza all’interno e tra i Paesi. Tali piani devono comprendere azioni in tre aree:

  1. Erogare servizi sanitari ed educativi universali e gratuiti, mettendo fine alla privatizzazione dei servizi pubblici. Promuovere adeguate misure di protezione sociale per tutti e assicurare che l’erogazione dei servizi non acuisca il divario di genere, ma anzi possa fungere da livellatore a beneficio di donne e ragazze. .
  2. Riconoscere l’enorme lavoro di cura svolto dalle donne supportandole con la messa a disposizione di servizi pubblici che possano ridurre l’ammontare di ore di lavoro non retribuito a loro carico permettendo così un’emancipazione effettiva della propria vita professionale e politica in controtendenza con la politica della presunta parificazione fra i generi che in Italia ha avuto paradossalmente come unico risultato, a seguito della riforma Monti-Fornero, quello di equiparare l'età della pensione fra maschi e femmine. Nel Sud del mondo invece investire in servizi pubblici quali acqua, elettricità e cura dell’infanzia per ridurre il tempo speso dalle donne per il lavoro non retribuito.
  3. Porre fine a sistemi fiscali che avvantaggiano ricchi individui e grandi corporation, tassando in maniera equa la ricchezza e il capitale, e arrestando la corsa al ribasso sulla tassazione dei redditi individuali e di impresa. Contrastare inoltre pratiche di evasione ed elusione fiscale da parte di grandi corporation e individui facoltosi, e concordare a livello globale un nuovo set di regole fiscali più efficaci, dando pari voce ai Paesi in via di sviluppo.

Conclusioni

È l'intero impianto della globalizzazione neoliberista ad esser messo sul banco degli imputati in qualità di causa principale dell'aumento degli squilibri socio-economici e di genere e del rallentamento della riduzione della povertà. La formazione di un unico spazio globale nel quale i capitali si muovono liberamente alla ricerca di profitti e di tassazioni agevolate ha determinato un attacco ai diritti e ai salari dei lavoratori del Nord e un aumento dello sfruttamento delle risorse ne Sud del mondo costringendo milioni di giovani ad abbandonare le loro terre per cercare una speranza di sopravvivenza nelle opulente, ma sempre più squilibrate, società occidentali.

"Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito" recita un antico adagio che ancora oggi riscopre tutta la sua attualità: agli italiani impoveriti dalle politiche neoliberiste e dalla crisi del 2008 Oxfam indica come causa principale l'iniquità dell'attuale sistema economico mondiale mentre il cittadino medio, ormai assorbite le campagne di odio diffuse da alcune forze politiche, limita il proprio orizzonte cognitivo ad i soli effetti, rigurgitando razzismo e intolleranza verso chi ne è vittima al pari suo e che, cercando di fuggire da situazioni disperate, si trova costretto ad affidarsi ai trafficanti di morte e a rischiare la vita su un barcone. Fino a che i penultimi faranno guerra agli ultimi, i miliardari continueranno a crescere di numero e, indisturbati, ad accumulare ricchezze.

 

* Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati.

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La signora Kallas, la UE e il conte Mascetti Bonaccini

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Floriano Pigni*
 
Alla signora Kallas, da non confondere col ben più utile mobile Ikea ‘’Kallax’’, ben presente nell’arredo di molti italiani, col suo linguaggio da coda alla posta più che da rappresentante UE per la politica, va riconosciuto un merito, quello della chiarezza. 

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Materialismo e natura

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Paolo Salvatori

 

Il problema della diseguaglianza è il problema ambientale (A. M. Iacono, conferenza, 21 novembre 2021). Per alcuni la questione è lampante, per altri non è chiaro come l'economia politica materialista sottolinei quanto il modello di sviluppo in atto sia distruttivo dell'ambiente. Osservazione elementare è che siano le fabbriche a produrre l'inquinamento e che il capitalismo attui la sua preminenza sociale tramite il sistema di riproduzione industriale dei bisogni. Compiuta questa inferenza, che mette sotto accusa il nostro stesso benessere, proveremo a dimostrare come il pensiero divergente di Marx ed Engels che ispira anche alcuni economisti fuori dal coro già contenga la questione ambientale.

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Occidente? No, grazie

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Paolo Crocchiolo *

 

È uscito recentemente in libreria un nuovo libro di Federico Rampini Grazie, Occidente. Tutto il bene che abbiamo fatto (Mondadori, 2024)[1].

Già a partire dal titolo, il concetto di “Occidente” sembra alludere a un’entità a sé stante, a prescindere cioè dal contesto storico che lo lega dialetticamente al “non-Occidente” e soprattutto al “Sud globale”.

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Non è la mia Europa

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Francesco Ballerini
 

Nella giornata ieri il parlamento europeo ha approvato con 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni una risoluzione "sulla disinformazione e la falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina". Il testo della risoluzione ripropone la classica equiparazione tra nazismo e comunismo, già adottata dal parlamento europeo nel settembre 2019, enfatizzandola però maggiormente. Infatti, nella nuova risoluzione oltre alla condanna durissima dell'uso della storia da parte della Federazione Russa, vengono equiparati i regimi nazisti e comunisti e le responsabilità storiche della Germania nazista per l'inizio della seconda guerra mondiale a quelle dell'Unione Sovietica.

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“Libertà” fascista

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Carla Filosa

 

“Libertà va cercando, ch’è si cara,
come sa chi per lei vita rifiuta.”
Dante Alighieri, Purg. I, vv.71-72.

Dal Data Room di Gabanelli-Battistini del 9 dicembre sulla TV 7, abbiamo appreso che esponenti destrorsi di varie nazionalità e caratteristiche si ergono a paladini della “libertà” - sans phrase si può aggiungere - contro “comunisti progressisti e sinistra che ucciderebbero le libertà individuali” (M. Le Pen a Pontida).

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Riflessioni su alcune ideologie contemporanee

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Alessandra Ciattini *

 

Per alcuni viviamo in una fase storica radicalmente nuova – cosa di cui era fortemente convinto, come si vedrà, l’autorevole Zbigniew Brzezinski - che ha scavato un abisso con la fase storica precedente, caratterizzata dalla presenza consistente nei paesi occidentali dello Stato del benessere, dalla crescita economica, dalla forte presenza della grande industria anche di Stato, dall’esistenza di ben radicate organizzazioni di massa (partiti e sindacati).

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Gli Scritti etno-antropologici di Marx ed Engels: Presentazione dei curatori

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Ferdinando Vidoni, Stefano Bracaletti

 

Il presente volume delle Opere complete di Marx ed Engels intende anzitutto fornire la traduzione completa dei cosiddetti «Quaderni di etnologia» marxiani, forse più compiutamente denominabili come «Quaderni etno-antropologici». Negli ultimi anni della sua vita, dal 1879 al 1882, Marx allargò infatti i suoi interessi anche alle nuove scienze umane dell’etnologia e di quella che oggi si usa chiamare antropologia culturale o sociale, che si andavano rapidamente sviluppando su uno sfondo evoluzionistico e che offrivano preziosi elementi di collegamento e confronto con il suo «materialismo storico». Compilò così corposi quaderni di Exzerpte o estratti con citazioni, riassunti, commenti da opere soprattutto di Lewis H. Morgan, John Phear, Henry S. Maine, John Lubbock.

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Il radicamento del pensiero antropologico post-moderno nella società contemporanea

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Alessandra Ciattini*

 

Introduzione

Negli ultimi decenni numerose sono state le opere di più o meno grande diffusione, nelle quali si sono analizzate e sono state ampiamente confutate le tesi sostenute dai cosiddetti autori post-moderni, sia pure nella consapevolezza che tale corrente di pensiero non costituisce un filone omogeneo, giacché contiene in sé varianti, sfumature e tendenze non omologabili in uno stesso cliché. Sono convinta, tuttavia, che il noto pamphet di Terry Eagleton (Le illusioni del post-modernismo, 1998) colga nel segno quando individua le debolezze di questo pensiero, soprattutto quando denuncia con vigore la sua incapacità di dare una risposta seria ai drammatici problemi, con cui si confronta la società contemporanea.

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L'antropologia marxista

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  1. Vito Bongiorno*

 

Nuestros pueblos originarios han conservado sus raices socialistas
Hugo Chávez

 

Concetti basilari

Dalla fine del secolo XIX e lungo tutto il corso del XX la cultura marxista ha raccolto la sfida della descrizione della diversità culturale. Prendendo spunto da alcune delle idee fondamentali degli scritti di Marx e di Engels, alcuni studiosi hanno analizzato istituzioni e strutture sociali appartenenti alle differenti società umane; in alcuni casi, tali analisi hanno reso possibile la formulazione di generalizzazioni e l’elaborazione di teorie antropologico-culturali di carattere generale.

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“Esterno notte”: lo sguardo di Bellocchio sul caso Moro e la crisi della Repubblica

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  Salvatore Tinè   Con "Esterno-notte", Marco Bellocchio ritorna di nuovo dopo “Buongiorno, notte” sul caso Moro, ma questa volta provando a ricostruire la vicenda del sequestro e dell’assassinio del grande statista democristiano non solo nei suoi nessi interni con il più vasto e complesso quadro storico nazionale e internazionale in cui essa si svolse ma anche in rapporto con il processo di crisi dello stato italiano e del potere “democristiano” consumatosi alla fine degli anni ‘70 e di cui rappresentò un momento per molti versi decisivo. Una crisi che nel film ci appare in primo luogo come una crisi ideologica per molti...

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C’era due volte Gianni Rodari: l’omaggio di Alberto Scanzi al “favoloso Gianni”

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  Stefania Burnelli *    Gianni Rodari nasce nel 1920 e scompare all’improvviso a 60 anni, nel pieno delle sue impegnative e variegate iniziative. Nel 2020, centenario della nascita, sono stati innumerevoli gli omaggi editoriali, i tributi e le ricerche pubblicate su di lui (non ultimo il Meridiano Mondadori di 2000 pagine con tutte le Opere a cura di Daniela Marcheschi) e ancora questo gennaio ne sono usciti altri tra cui un’importante monografia di Electa a cura di Vanessa Roghi e Pino Boero.

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Le Poesie giovanili di Volponi tra materialismo e corporalità

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  Gian Luca Picconi   La pubblicazione nella collana bianca Einaudi delle Poesie giovanili di Paolo Volponi, a cura di Salvatore Ritrovato e Sara Serenelli (P. Volponi, Poesie giovanili, a cura di S. Serenelli e S. Ritrovato, Torino, Einaudi, 2020), apre uno squarcio sulle fasi più antiche dell’officina del poeta e sul suo apprendistato letterario contribuendo così a ridefinirne l’immagine e a ristoricizzarne la figura.

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La gig economy protagonista del cinema realista di Ken Loach

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  Sabato Danzilli   Ken Loach si conferma con Sorry, we missed you, la sua ultima fatica, come un regista d’altissimo livello. Sempre dedito nel suo cinema alla descrizione delle condizioni di vita degli sfruttati e degli emarginati, il cineasta vanta la vittoria per due volte della Palma d’oro al festival di Cannes, nel 2006 con Il vento che accarezza l’erba e nel 2016 con I, Daniel Blake, nonché il Leone d’oro alla carriera del festival di Venezia nel 1994. È confermata anche in questo film la sua lunga collaborazione con lo sceneggiatore Paul Laverty, tra i cui frutti, oltre ai film citati...

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D’Annunzio fra i pastori

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di Salvatore Ritrovato Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d’acqua natia rimanga né cuori esuli a conforto, che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d’avellano. E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente, su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina! Ora lungh’esso il litoral cammina La greggia. Senza mutamento è l’aria. Il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquio, calpestio, dolci...

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Lo Stato del capitale

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Francesco Barbagallo

 

Carlo Iannello, giurista della Università della Campania, ha pubblicato per Meltemi l’importante saggio Lo Stato del potere. Politica e diritto ai tempi della post-libertà. Al centro della ricerca è il rapporto tra democrazia e capitalismo, tra istituzioni liberal-democratiche e mercato. L’indagine approfondisce le politiche definite neoliberali, che nell’ultimo quarantennio hanno prodotto cambiamenti radicali non solo in campo economico e sociale, ma anche nei sistemi costituzionali degli Stati del mondo occidentale.

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Sipri: le spese militari mondiali si impennano nel 2023

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Andrea Vento

 

Economia di guerra oggi. Parte XIX

Il quadro dell'esborso militare globale, delle macroregioni geografiche e degli stati. Analisi delle prime due macroregioni per spesa: Americhe e Asia-Oceania

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Italia: il ruolo delle sanzioni e dell'inflazione nella perversa correlazione diretta fra occupazione e povertà

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Prosecuzione della parte XVII "Italia 2022: l'impatto dell'inflazione sul livello dei salari reali"

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Dazi e democrazia

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Carla Filosa

 

Dalle promesse elettorali alle ingiunzioni televisive in mondovisione, Trump ritira provvisoriamente – sembra – i dazi a Messico e Canada. Si pone il problema se sappia, anche rivolto a chi gli suggerisce o stila i suoi proclami, di cosa stia minacciando e soprattutto con quali conseguenze potrebbero avviarsi i prodromi di una guerra commerciale che non si sa contro chi alla fine potrebbe ritorcersi. Anche quotidiani Usa scrivono che una guerra sui dazi è una cosa stupida, che la vittoria non potrà essere di nessuno e che a rimetterci sarà solo il lavoro di base in ogni settore produttivo.

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Economia di guerra. Parte XVI. La crisi industriale della Germania prosegue anche a dicembre

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Andrea Vento

 

Ultimo rapporto Destasis: trainata dal comparto automobilistico, a dicembre continua la flessione industriale su base tendenziale, riportando il livello della produzione a quello di maggio 2020. I riflessi politici alle soglie delle elezioni.

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I dazi e il ruolo degli Usa di compratore di ultima istanza

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Domenico Moro

 

Gli Usa rappresentano non solo l’economia più grande ma anche il paese leader a livello mondiale. La loro leadership si fonda, oltre che sul potere militare, soprattutto sul dollaro, la valuta di riserva e transazione internazionale, che gli permette di sostenere un enorme deficit commerciale, oltre che un ampio debito pubblico. In questo ruolo di leadership rientra, quindi, un altro ruolo fondamentale nel sistema di relazioni internazionali, quello di “compratore di ultima istanza”.

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Democrazia e dispotismo

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Carla Filosa

 

Dal depistaggio dei dissensi politici relativi al “riarmo” europeo e alla riesumazione del Manifesto di Ventotene quale veleno contro la piazza pro Europa, il salto in Parlamento (19 marzo) è stato altamente acrobatico. Al di là dell’umana manifestazione emotiva del parlamentare Fornaro, lo sdegno di trovarsi di fronte a parole fascistoidi da parte della Presidente del Consiglio ha determinato sì un tafferuglio, ma nessun chiarimento postumo, politicamente doveroso e umanamente necessario, sul significato “dittatura del partito rivoluzionario” interpretato come negazione del superiore vessillo appropriato di “democrazia”.

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Quale pace (perpetua) oggi?

Categoria: Saggi Hits:1084

 

Giorgio Grimaldi

(da https://fuoricollana.it/)

 

La gestione statunitense dell’ordine mondiale non sana, anzi aggrava la conflittualità internazionale. Rileggere il progetto kantiano Per la pace perpetua può essere estremamente istruttivo per orientarci nel presente.

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Il marxismo di Dussel

Categoria: Saggi Hits:969

 

Antonino Infranca*

 

Enrique Dussel è considerato il maggior conoscitore di Marx al mondo, nonostante che provenga dal cosiddetto “Terzo Mondo”; in particolare la sua lettura proviene dall’America latina, che storicamente è stata la prima vittima del capitalismo, anzi si può affermare che senza la Conquista dell’America latina il capitalismo non sarebbe potuto nascere, perché quella conquista offrì la quantità di metalli preziosi per innescare il meccanismo di accumulazione originaria del capitale, per usare la terminologia di Marx. Dunque per capire la Modernità bisogna partire dalla condizione di vittima dell’America latina. Sarà, quindi, una lettura non eurocentrica, perché condotta dall’esteriorità del Primo Mondo, che alla caduta del socialismo ha decretato la morte del marxismo.

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Le tesi di Dussel sul populismo

Categoria: Libri Hits:1784

Lelio La Porta

 

Enrique Dussel è un intellettuale argentino, naturalizzato messicano, in esilio. È fra i fondatori del movimento Filosofia della Liberazione ed è conosciuto in quanto critico dell’eurocentrismo ed autore di opere importanti su Marx (Metafore teologiche di Marx), di scritti politici (20 tesi di politica), di lavori sul concetto di liberazione, divisi in Etica, Erotica e Pedagogica, che vedranno fra breve la loro comparsa in Italia, grazie al lavoro indefesso di Antonino Infranca, traduttore princeps dell’intellettuale latino-americano. Proprio ad Infranca si devono la traduzione e l’Introduzione di un recente, breve, ma ricco di implicazioni destinate ad una discussione ponderata, saggio di Dussel: Cinque tesi sul populismo (Castelvecchi, Roma, 2021, pp. 57, €. 9,00).

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Traverso e Lukács: note per un dibattito

Categoria: Libri Hits:2099

 

Sabato Danzilli

 

La pubblicazione della nuova edizione inglese di Die Zerstorung der Vernunft (Georg Lukács, The Destruction of the Reason, London, Verso, 2021) merita grande attenzione, perché rende nuovamente disponibile sul mercato anglosassone un testo che, come dimostra la sua traduzione tardiva (la versione di Palmer per Merlin Press, qui ripresa, è soltanto del 1980), non ha mai riscontrato grandi favori, e perché è introdotta da un lungo e interessante saggio di Enzo Traverso. Il suo contributo fornisce molte tracce per una discussione, che si cercherà qui di impostare.

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Antonio Gramsci, se insegnare è un’arte

Categoria: Libri Hits:1865

 

Lelio La Porta *

 

La parola contaminazione suscita, già al solo pronunciarla, sudori freddi che scorrono lungo il corpo di chi ascolta in quanto evoca epidemie, catastrofi e cataclismi. Ci sono casi in cui, al di fuori della terminologia medica, però, la contaminazione riesce a rendere perfettamente il senso di una dialettica profonda che consente ad un pensiero in embrione di svilupparsi e di prendere consapevolezza di sé e delle sue potenzialità fino alla definitiva maturazione. È il caso di Antonio Gramsci in rapporto alla tematica della formazione dell’uomo così come viene affrontata nel libro di Chiara Meta, Il soggetto e l’educazione in Gramsci. Formazione dell’uomo e teoria della personalità (Bordeaux, Roma 2019, pp. 185, €. 14,00).

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Pionieri del futuro. Una proposta pedagogica comunista (parte II)

Categoria: Saggi Hits:3134

 

Paola Pavese

 

Appunti per un manuale

I Pionieri del Futuro. Le attività per fasce d’età

Tutti bambini e i ragazzi dai 7 ai 13 anni possono diventare Pionieri del Futuro, una volta che abbiano aderito all’ Invito dei Pionieri (vedi più avanti). Le attività saranno però diverse per i bambini fino agli 11 anni, rispetto a quelle dei ragazzi più grandi. I più grandi aiuteranno le attività dei piccoli e si dedicheranno con maggior approfondimento ad attività di impegno sociale, anche a carattere internazionale.

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Pionieri del futuro. Una proposta pedagogica comunista (parte I)

Categoria: Saggi Hits:6244

© Paola Pavese

 

Premessa

Questo opuscolo è un’introduzione, non certo esaustiva, ad alcuni riferimenti teorici della pedagogia marxista e alla storia dei Pionieri d’Italia.

Ma è soprattutto un manuale, in cui ho immaginato una possibile organizzazione per bambini e ragazzi, a cui ho voluto dare un nome, che mi è sembrato bellissimo: Pionieri del Futuro. Per scriverlo ho seguito le orme di Gianni Rodari e del suo Manuale dei Pionieri, che a leggerlo pare anch'esso un esercizio di fantasia, basato su un qualche testo che l'autore pare avere sotto gli occhi. Ovviamente, fare esercizi di fantasia seguendo le orme di Rodari viene facile, direi che viene quasi automatico, ed è probabile che in più di un'occasione mi sia fatta trascinare dall'entusiasmo.

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Marxismo e intercultura

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Donatello Santarone*

 

Gli studi interculturali sono molto vasti, un enorme contenitore dove convivono prospettive scientifiche e culturali spesso opposte. C’è un’intercultura “aziendalista” (e persino “militarista”) che vuole conoscere il cosiddetto “altro” per meglio colonizzarlo (un po’ come i primi antropologi al servizio degli eserciti coloniali nell’800): è una visione tutta strumentale della relazione con i paesi e i popoli del Terzo e Quarto Mondo, finalizzata esclusivamente alla dimensione mercantile del rapporto.

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Possibilidades Lenineanas para uma Paidéia Comunista

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Antonio Carlos Mazzeo

 

I. Os Pressupostos

A preocupação em abrir o debate sobre a conexão entre educação e socialismo nas universidades brasileiras é muito relevante. Até por que, nada mais conectado e articulado do que aprendizado, educação e socialismo. Recuperar esse vínculo já vale um evento como este. Recentemente participei de um seminário na Faculdade de Educação da Unesp/Marília intitulado Marx, Gramsci e Vigotsky: Aproximações, do qual resultou um livro com as palestras proferidas, onde está publicada minha intervenção no evento , uma prazeirosa experiência, pois raramente tenho a oportunidade de dialogar com pedagogos estando, na maioria do tempo, restrito à minha área de Ciências Sociais e de Historia.

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Ucraina: un aiuto mortale

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Domenico Gallo

 

C’è stato un vivace dibattito in ordine alle ultime votazioni del Parlamento europeo, a seguito del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo e della presentazione da parte di Ursula Von der Leyen del piano “ReArm Europe”. Si è molto discusso delle spaccature verificatesi in seno alla maggioranza e all’opposizione. Hanno fatto specie le divisioni in casa PD poiché la metà dei deputati europei ha votato in dissenso rispetto alle indicazioni della segretaria Elly Schlein, che aveva espresso contrarietà al piano di riarmo dell’Europa.

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Il riarmo UE tra indipendenza dagli Usa e keynesismo militare

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Domenico Moro

 

Dwight Eisenhower, presidente degli Stati Uniti, nel 1961 denunciò il pericolo rappresentato dal “complesso militare-industriale”, riferendosi all’intreccio di interessi tra l’industria bellica, i rappresentanti del Congresso e le Forze Armate, che poteva condizionare profondamente la politica statunitense. Pochi anni più tardi, nel 1966, uscì un importante lavoro di due economisti statunitensi, Baran e Sweezy, intitolato Il capitale monopolistico. Saggio sulla struttura economica e sociale americana, nel quale si dimostrava che solo grazie alla spesa militare e all’industria bellica il capitalismo Usa poteva contrastare la sua crisi e contenere la disoccupazione.

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Sovrastare il sovrastato

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Carla Filosa

“L’ingiustizia oggi cammina con passo sicuro.

Gli oppressori si fondano su diecimila anni.

La violenza garantisce: com’è resterà.

Nessuna voce risuona tranne la voce di chi comanda.

E sui mercati lo sfruttamento dice alto: solo ora io comincio.

Ma fra gli oppressi molti dicono ora.

Quel che vogliamo non verrà mai.

Chi è ancora vivo non dica: mai.

Quel che è sicuro non è sicuro.

Com’è così non resterà.

Quando chi comanda avrà parlato

Parleranno i comandati.

Chi osa dire: mai?

A chi si deve se dura l’oppressione? A noi.

A chi si deve, se sarà spezzata? Sempre a noi.

Chi viene abbattuto, si alzi!

Chi è perduto, combatta!

Chi ha conosciuto la sua condizione, come lo si potrà fermare?

Perché i vinti di oggi sono i vincitori di domani

E il mai diventa: oggi!

Bertolt Brecht, “Lode della dialettica”.

 

Non spaventi subito il ricorso, qui sotto proposto, a un recupero storico di ciò che sta accadendo in questo presente e che forse riguarderà anche un prossimo futuro.

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Elezioni in Germania, dalla crisi economica alla crisi politica

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 Domenico Moro

 

Le elezioni politiche tedesche delineano la crisi dei partiti tradizionali di governo e il rafforzamento delle ali estreme del panorama politico, come riflesso della grave crisi economico-sociale in cui versa il più importante paese della Ue. Infatti, i partiti che componevano la coalizione dell’ultimo governo sono calati fortemente.

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Elezioni politiche in Germania: pesante sconfitta delle forze del gove …

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 Andrea Vento

 

Dalle attese elezioni politiche tedesche tenutesi anticipatamente domenica 23 febbraio sono emersi alcune indicazioni delle quali proveremo ad enunciare di seguito le più significative.

In primis, rileviamo come il clima di attesa e la percezione della particolare importanza per il futuro del paese della tornata elettorale in questione, abbiano spinto in massa i tedeschi alle urne (+6,19%) determinando con l'82,5% il record di affluenza dalla cosiddetta riunificazione del 1990.

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L’intelligenza artificiale è qui e lotta contro di noi

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Vincenzo Vita *

 

E’ maturato il varo da parte della Commissione europea di un testo volto a disciplinare i confini dell’intelligenza artificiale. Si tratta, ovviamente, dell’inizio di un percorso, che porterà ad un Regolamento impegnativo e certamente inedito.

Chi legge potrebbe utilmente obiettare che sarebbe un buon risultato avere l’intelligenza normale. Già. Ma il tempo digitale incombe e ci impone di cambiare profondamente i nostri modelli cognitivi, l’approccio ad una realtà di cui la componente virtuale è un ingrediente fondamentale.

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Incurabili! Marx non c’entra proprio nulla con la Scienza?!?

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 Angelo Baracca

 

Due anni fa ricorreva il duecentesimo centenario della nascita di Karl Marx e giustamente il mondo intero fu inondato da una marea di commemorazioni, incontri e convegni di tutti i tipi e i livelli. Nel corso di queste manifestazioni io fui colpito dal fatto che in nessuna delle iniziative di cui venivo a conoscenza compariva neanche per caso la parola Scienza: ergo, il messaggio è per il colto e l’inclita – ma molto più negativamente per tutt* i compagn* – che il marxismo ha a che fare con la politica, l’economia, la società, ma non ha nulla a che fare con la Scienza (uso volutamente la maiuscola).

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“The Donald” scopre la Luna

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Gennaro Chiappinelli, Massimiliano Romanello

 

Il leggendario filosofo turco Nasreddin Hoca narra di un uomo che, vedendo la Luna riflessa nell’acqua in fondo ad un pozzo, cercò di recuperarla e restituirla al cielo per mezzo di una fune. La fune rimase impigliata ad una roccia sporgente e l’uomo, cadendo all’indietro per l’inutile sforzo, si compiacque nel vedere che la Luna era effettivamente tornata al suo posto.

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Migrazioni climatiche

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Andrea Vento

 

Il genere umano, sin dall'epoca preistorica, è sempre stato interessato da spostamenti, su scala più o meno ampia, generati da una vasta gamma di motivazioni, fra le quali principalmente: la ricerca di nuove terre, l'aspirazione verso migliori condizioni di vita, l'espansione coloniale, la fuga da guerre, persecuzioni e discriminazioni varie ed anche da fenomeni naturali avversi quali catastrofi e cambiamenti climatici. Numerosi sono i casi storici di movimenti di interi popoli o di parte di essi sospinti da fenomeni naturali, in quanto le migrazioni hanno da sempre rappresentato una fondamentale strategia di adattamento ai mutamenti climatico-ambientali. Nonostante ciò, l'elite politica mondiale e i media internazionali non hanno, sino a pochi anni fa, prestato particolare attenzione a questo fenomeno. La comunità scientifica mondiale, invece, dalla fine del scorso secolo ha mostrato crescente interesse sia verso lo studio dei cambiamenti climatici che delle sue conseguenze, come l'impatto sui flussi migratori.

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Dalla polemica politica Zacharova-Mattarella a quella storiografica Graglia-Canfora

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Ruggero Giacomini

 

La polemica aperta dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo Zacharova nei confronti del discorso del Presidente della Repubblica italiana Mattarella all’Università di Marsiglia, per i parallelismi storici tra la Russia di oggi e il Terzo Reich, si è allargata al confronto tra accademici grazie ad un’ampia e argomentata intervista al “Fatto quotidiano” di Luciano Canfora, cui ha replicato prontamente Piero Graglia, ordinario di Studi internazionali alla Statale di Milano, già candidato al Parlamento Europeo per il Partito Democratico.

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Palmiro Togliatti, a 60 anni dalla scomparsa

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 Gianmarco Pisa

 

Per l’impegno e la lotta dei comunisti e delle comuniste in Italia, così come per alimentare e arricchire la riserva di forza teorica e di esperienza concreta del movimento comunista internazionale, la vicenda, teorica e politica, della direzione di Palmiro Togliatti, nella lunga stagione storica dal 1927 al 1964, resta un’eredità prospettica, di grande spessore e di vasta portata.

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D-Day 1944: il contesto storico essenziale

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Jacques Pauwels*

 

Introduzione

La Germania nazista era un colosso militare e sconfiggere la bestia era un compito erculeo che non avrebbe mai potuto essere condotto a termine singolarmente da nessuno dei suoi nemici. L'impresa riuscì, ma solo a capo di molti anni di battaglie. Richiese sforzi sovrumani da parte di tutti i paesi coinvolti nel titanico conflitto contro Hitler e il suo nazismo, ossia una varietà tedesca di fascismo, e le altre dittature fasciste che si erano allineate con la Germania, come quella di Mussolini.

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A cento anni dalla morte, perché Lenin è ancora attuale?

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Domenico Moro 

 

Il 21 gennaio 1924 moriva Lenin. Cento anni sono tanti e moltissime cose sono cambiate, eppure il lascito di Lenin è, in gran parte, ancora attuale. Lenin è stato uno dei personaggi storici più importanti del XX secolo, l’uomo che più di ogni altro ha contribuito alla Rivoluzione di Ottobre e alla fondazione dell’Unione Sovietica. Ma, come diceva il filosofo ungherese Lukács in un pamphlet, scritto subito dopo la morte di Lenin, l’importanza dell’uomo politico russo va oltre le vicende politiche immediate che l’hanno visto protagonista: “Egli resta perciò sul piano storico-universale l’unico teorico di livello pari a quello di Marx che fino ad oggi sia venuto dalle file della lotta di emancipazione proletaria”[i].

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Gli Usa e il “metodo Giacarta”: il massacro delle popolazioni come politica estera

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Piero Bevilacqua 

(Fonte: volerelaluna.it)

 

Chi legge il libro di Vincent Bevins, Il metodo Giacarta, La crociata anticomunista di Washington e il programma di omicidi di massa che hanno plasmato il nostro mondo (Einaudi, 2021) ne uscirà con una visione rovesciata della storia mondiale dopo il 1945, e con l’animo sconvolto. È successo anche a me, storico dell’età contemporanea, e testimone del mio tempo, a cui tanti fatti e vicende qui raccontate erano noti.

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