Alessio Soma

 

 L'era digitale che l'Occidente sta da tempo attraversando ha visto proliferare negli ultimi lustri il fenomeno dei social network e, con esso, alcuni impieghi di tale strumento a dir poco spregiudicati. Impieghi, tuttavia, niente affatto innocui, che spesso introducono nell'opinione pubblica idee degli avvenimenti passati totalmente capovolte rispetto alla realtà dei fatti.

Vediamo, così, una parte della società servirsi di questi canali per attribuire ostinatamente, con l’avallo di veri e propri falsi storici, qualità e meriti politici a Mussolini e al fascismo stesso. Il libro di Francesco Filippi (Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo, Edizioni Bollati Boringhieri, Torino 2019), a tal proposito, si impegna ad analizzare le maggiori fake news che circolano in rete su questo tema e, con l’utilizzo di dati oggettivi desunti dalla storiografia più accreditata, di confutarle.

 

Riccardo Bonfiglioli

 

È in commercio da inizio febbraio dello scorso anno la prima edizione dell’ultimo lavoro di Romano Luperini Dal modernismo a oggi. Storicizzare la contemporaneità licenziato da Carocci per la collana di saggistica «Frecce». Peraltro, nel momento in cui scriviamo, sarebbe già in fase di pubblicazione una nuova monografia del critico toscano su Giovanni Verga, in uscita a giugno sempre per i tipi di Carocci. Questo a riprova sia della continuità scientifica di Luperini – il cui saggio Tre tesi sul Verga risalirebbe al 1968 – sia del pregevole impegno della casa editrice romana nella costante promozione di saggi di critica letteraria e cultura filosofica (si pensi anche al volume di Federico Bertoni Letteratura. Teorie, metodi, strumenti pubblicato pochi giorni dopo quello di Luperini o al recente testo curato da Massimo Mori e Salvatore Veca Illuminismo. Storia di un’idea plurale).

 

Manfredi Alberti

 

I più recenti lavori storiografici sui rapporti fra la Resistenza e il Mezzogiorno stanno contribuendo a delineare un’immagine più ricca e articolata del passaggio dal fascismo alla Repubblica, come conferma da ultimo un pregevole volume pubblicato da Sellerio, a cura di Tommaso Baris e Carlo Verri (I siciliani nella Resistenza, Sellerio editore, pp. 428, euro 22).

 

Lelio La Porta

(da "il manifesto", 6 aprile 2019)

 

Secondo Aristotele, tre sono le forme di governo: la monarchia, l’aristocrazia e la politìa. Ognuna di queste forme di governo presenta una patologia degenerativa, ossia la tirannide, la oligarchia e la democrazia, così definita dal filosofo greco, ma che in realtà, oggi, chiamiamo demagogia. Prendendo in prestito dallo Stagirita questo modello, ne conseguirebbe che la patologia degenerativa della democrazia attuale sia il populismo il quale si proporrebbe come una forma di propaganda che, trascinando il popolo (come si evince dall’etimologia del termine greco demagogia che si pone come succedaneo di populismo) attraverso promesse e lusinghe, aspira alla conquista del potere e al suo mantenimento anche di fronte alle promesse non mantenute.

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