Lelio La Porta

 

La considerazione che hanno nel nostro paese le norme transitorie della Costituzione è, molte volte, più transitoria delle norme stesse. Tanto per essere chiari, l’attributo “transitoria” non sta a significare valida soltanto per un certo tempo ma vuol dire esattamente il contrario. Pur non essendo costituzionalisti, da semplici cittadini che non hanno dato le dimissioni dall’impegno civile e politico, sembra di capire che è proprio attraverso le norme transitorie che la legge costituzionale diventa normativa ordinaria, assumendo, perciò, il contenuto della normativa stessa e rimanendo in vigore senza limiti.

 

Lelio La Porta

 

Il 3 dicembre 1918 compare sull’Avanti! un capocronaca firmato da Gramsci che annuncia l’imminente uscita dell’edizione piemontese del quotidiano. Il titolo dell’articolo è Dire ciò che è. Vi si legge: «In nessun paese del mondo in guerra la menzogna programmatica ha così danneggiato la società come in Italia…Ma non è facile il -dire ciò che è-. Per dire è necessario sapere, è necessario essere informati... Anche la verità è una merce: tutto è merce in regime capitalistico. La verità è uno sforzo continuo, … è una organizzazione dei documenti, e uno studio accurato della loro importanza, è un ordine raggiunto e superato subito dallo sviluppo continuo della realtà in fervido movimento».

 

Lelio La Porta

 

Marx pone la contraddizione, tipica della società capitalistica, al centro delle sue riflessioni. Lì dove viene introdotto l’uso delle macchine dovrebbe ridursi e, al tempo stesso, potenziarsi il lavoro umano; mentre, e qui si tocca con mano la contraddizione, proprio l’uso delle macchine affama l’uomo e lo costringe ad un accresciuto, spesso bestiale, sforzo lavorativo. Nella realtà ciò che dovrebbe determinare un aumento della ricchezza genera sempre maggiore miseria. La questione dell’assoggettamento della natura all’uomo diventa la questione dell’assoggettamento dell’uomo all’altro uomo.

 

Sergio Dalmasso

 

Guido Picelli è l'eroe delle barricate di Oltretorrente, a Parma, dove nell'agosto del 1922, le squadre fasciste, capitanata da Italo Balbo, subiscono una delle poche sconfitte sul campo.

Nato nel 1899, orologiaio, attore, interventista, partecipa alla guerra mondiale nella Croce Rossa, vi. Nel 1920 si oppone all'invio di militari italiani in Albania ed è arrestato. È allievo dell'Accademia militare. Nel 1921 è eletto parlamentare per il PSI. Nel 1922 passa al PCd'I, con la corrente dei Terzinternazionalisti. Nell'agosto 1922, è l'anima delle barricate parmensi, nella convinzione che l'unità (socialisti, comunisti, anarchici...) negli Arditi del popolo sia l'unico strumento per opporsi alla marea fascista.

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