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Salvatore Minolfi *
L’epoca del dopo guerra fredda – quella iniziata con le speranze dell’89 – è stata costellata di conflitti. Alle sue origini doveva essere, nella narrativa dominante, un’epoca pacifica, poiché la fine della competizione strategica tra le due superpotenze e il collasso dell’URSS avrebbero rimosso l’ultimo ostacolo all’avvento di un ordine nuovo, garantito dalla supremazia incontrastata degli Stati Uniti che, rimodulando la sovranità nell’universo degli Stati – e ponendo alla sua cuspide un egemone benevolo – li avrebbe privati di quei caratteri hobbesiani che condannavano il mondo ad essere il teatro di una guerra di tutti contro tutti[1].
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Mattia Gambilonghi *
Ricordare la figura di Lucio Magri a dieci anni dalla sua scomparsa è non solo un atto politico dovuto e obbligato, in quanto volto a preservare e onorare la memoria di un dirigente politico dotato di una profondissima cultura politica e di un’elevatissima capacità analitica e progettuale; ma è, soprattutto, un atto utile e necessario politicamente, per noi tutti e per la più ampia comunità della sinistra italiana: se un futuro e una capacità propositiva ed egemonica per questa disastrata sinistra possono essere immaginati, ciò può avvenire proprio ripartendo da figure dotate della statura di Lucio Magri, raccogliendo la sua eredità intellettuale e tentando di metterla a frutto nell’oggi.
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Andrea Vento *
A partire dal febbraio 2022, l'escalation del conflitto in Ucraina ha finito per coinvolgere a vario titolo nello sforzo bellico, oltre ai contendenti "ufficiali", anche un consistente numero di Paesi. Nella nostra analisi abbiamo individuato tre tipologie di Paesi: i belligeranti (Russia, Ucraina e Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk), i co-belligeranti che sostengono i primi due militarmente, finanziariamente e con attività di intelligence (soprattutto l'Ucraina da parte dei Paesi della Nato) e la restante maggioranza degli Stati, corrispondenti all'incirca a coloro che non hanno aderito alle sanzioni contro la Russia, che continuano a commerciare in genere con entrambi i blocchi e che, in diversi casi, hanno tratto giovamento dalla frattura geopolitica e dalla riorganizzazione geoeonomica.
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Michela Arricale e Fabio Marcelli *
Il concetto di Rule-Based International Order (RBO) è emerso come centrale nel panorama delle relazioni internazionali. Negli ultimi anni viene sempre pi spesso evocato da parte dei leader occidentali, ed in particolare dagli Stati Uniti. Questo articolo si propone di esplorare la natura e le implicazioni di questo concetto, anche in relazione all’opposto concetto di International Legal Order (ILO).