Andrea Vento*
Il caso del Basso Valdarno dove Acque Spa, società a capitale pubblico-privato, gestisce il servizio con logiche manageriali tese alla massimizzazione dei profitti
Il progressivo affermarsi delle politiche neoliberiste durante gli anni '90 del XX secolo ha comportato per il nostro Paese, non solo una massiccia campagna di privatizzazione di aziende pubbliche strategiche (energetiche, bancarie, siderurgiche, meccaniche, telefoniche ecc..) ma ha anche determinato un graduale passaggio della fornitura di fondamentali servizi per la cittadinanza come rifiuti e acqua da una gestione pubblica al servizio della collettività, ad una caratterizzata da criteri manageriali con finalità di profitto. Questa profonda trasformazione ha praticamente accomunato, , le tre tipologie di società che in quegli anni avevano assunto la gestione del servizio idrico integrato nei neo costituiti Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) in tutto il territorio nazionale[1].
La gestione del servizio riguarda le infrastrutture: la proprietà dei beni costituenti la dotazione del Servizio Idrico appartiene allo Stato, alle Province e ai Comuni. Il gestore ne dispone per concessione gratuita e ne usufruisce del possesso.
Il comune può gestire il Servizio Idrico direttamente (in economia) oppure decidere di affidarlo, secondo quanto previsto dal decreto Sblocca Italia del governo Renzi del settembre 2014, per cui il Servizio idrico Integrato può essere assegnato in gestione attraverso:
- concessione a soggetti privati che abbiano vinto una gara di appalto;
- affidamento a società mista pubblico privato (con progressiva imposizione del gestore unico per ogni ATO, scelto tra coloro che già gestiscono il servizio del 25% della popolazione (art. 7 comma 1 lettera d e lettera i dello Sblocca Italia) vale a dire le grandi aziende e le multiutilities, anche appositamente create;
- affidamento a società per azioni a completo capitale pubblico partecipate dai comuni e/o da enti e società pubbliche locali;
- affidamento in house alla propria società a capitale interamente pubblico.
Ne consegue che il Servizio Idrico in Italia può essere gestito da società interamente pubbliche, da società private o da società miste pubblico/privato. La popolazione italiana nel 2018 risultava servita per:
- il 53% da società totalmente pubbliche;
- il 32% a maggioranza / controllo pubblici;
- il 12% da Comuni che gestiscono direttamente il servizio (cosiddetta «gestione in economia»);
- il 2% da società interamente privata;
- l’1% è da società miste a maggioranza privata[2].
Soprattutto al Centro Italia, e in Toscana in particolare, il modello societario prescelto per la gestione è risultato quello delle società a capitale misto pubblico-privato ma con management espresso dalla parte privata, tramite affidamento diretto della gestione da parte dell'Autorità di Ambito Territoriale Ottimale (AATO), l'Autorità Idrica Toscana[3]. Ciò, nonostante il primo referendum sul tema della acqua del giugno 2011 prevedesse, si legge sul sito del Ministero dell'Interno, "L'abrogazione di norme che attualmente consentono di affidare la gestione dei servizi pubblici locali ad operatori privati"[4]. In sostanza lo schiacciante esito favorevole del 95%, espresso dal 55% degli aventi diritto al voto, che ha imposto il ritorno della gestione del servizio idrico integrato in mano pubblica e con criteri a beneficio della collettività è rimasto in pratica inapplicato, salvo alcune rare eccezione di amministratori locali virtuosi che hanno proceduto in tale direzione. Come nel caso della Giunta De Magistris a Napoli tramite la creazione di Acqua Bene Comune, sorta nel 2013 dalla trasformazione di ARIN, Spa totalmente partecipata dal comune di Napoli, in Azienda Speciale comunale[5].
Ed appurato che il secondo quesito referendario relativo alla determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato, anch'esso approvato con percentuali analoghe, contemplasse "L'abrogazione parziale delle norme che stabiliscono la determinazione della tariffa per l'erogazione dell'acqua, il cui importo prevede anche la remunerazione del capitale investito dal gestore", vale a dire una rendita finanziaria garantita pari al 7% del capitale investito, benefit che non ha in pratica eguali in altri comparti, si sarebbe dovuto procedere alla sottrazione della determinazione delle tariffe dalle logiche del mercato e del profitto, a prescindere dalle tipologie di società che forniscono il servizio.
Il caso dell'Ato Toscana 2 del Basso Valdarno
Dalla nostra analisi relativa alle trasformazioni subite, dalla fine del secolo scorso, dal servizio idrico integrato (SII) del Basso Valdarno, emerge come a seguito del parziale processo di privatizzazione e soprattutto di passaggio alla gestione manageriale, siano stati introdotti profondi cambiamenti rivelatisi particolarmente penalizzanti per gli utenti. Infatti, da un servizio erogato con basse tariffe direttamente dalle amministrazioni comunali, la prima trasformazione è avvenuta con la creazione di società municipalizzate, vale adire Società per azioni controllate interamente dai Comuni. Per poi procedere al successivo passaggio in direzione della radicale trasformazione della finalità gestionali, con la creazione della società a capitale misto pubblico-privato e l'assegnazione diretta del servizio a partire dal 1° gennaio 2002, senza gara di appalto ad Acque Spa.
Acque Spa: cenni storici e composizione societaria
Acque Spa è una società a capitale misto pubblico-privato alla quale, dall'inizio del 2002, l'Autorità di Ambito Territoriale Ottimale ha affidato in forma esclusiva la gestione del servizio idrico integrato di 55 comuni del Basso Valdarno (ATO Toscana 2) distribuiti su 5 province, Pisa, Firenze, Pistoia, Lucca e Siena, ai quali da allora fornisce i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione ad una popolazione che attualmente ammonta a circa 800.000 persone.
La società monopolista sorse il 17 dicembre 2001 dalla concentrazione di cinque società pubbliche operanti su di un vasto territorio che dall'entroterra della Toscana settentrionale arriva fino alla costa tirrenica: Gea di Pisa, Publiservizi di Empoli (Fi), Cerbaie di Pontedera (Pi), Coad di Pescia (Pt) e Acqapur di Capannori (Lu), prevedendo l'ingresso nel capitale sociale di soggetti privati con una importante quota di minoranza. In linea con gli impegni stabiliti dalla convenzione di affidamento del servizio, Acque Spa nel 2003 ha espletato, a suo dire, una gara ad evidenza pubblica a livello europeo per la selezione di un partner privato, che si è conclusa con l’aggiudicazione del 45% del capitale sociale da parte di Abab SpA. Società, con sede a Roma in piazzale Ostiense 2, costituita appositamente in data 21 dicembre 2003 da Acea S.p.A., Ondeo Services Società Anonima di diritto francese (ora Suez Environnement S.A.), Monte dei Paschi di Siena S.p.A., SILM Società Italiana per Lavori Marittimi S.p.A., Ondeo Degremont S.p.A. (ora Degremont S.p.A.) e dal Consorzio Toscano Costruzioni C.T.C. s.c.a.r.l. e, come si apprende dalla visura camerale[6], avente per "oggetto l'assunzione e la gestione della partecipazione di minoranza di Acque Spa".
Il capitale sociale di Abab spa, che nel 2024 ammonta ad 8 milioni di euro, dopo varie modifiche registrate negli anni, attualmente, secondo il sito ufficiale di Acque Spa[7], risulta controllato da Acea Spa, Suez Italia Spa, Vianini Lavori Spa e CTC Società Cooperativa.
Senza lasciarsi fuorviare dalla poetica denominazione di Abab spa, acronimo di "Acque blu basso Valdarno", la società ha come classificazione della propria attività economica (Ateco) "Attività delle società di partecipazione" vale a dire rappresenta una holding, una società che controlla il capitale sociale di altre imprese, ed i cui attuali soci meritano di essere brevemente inquadrati per facilitarne la comprensione delle linee strategiche aziendali.
Acea, acronimo di "Azienda comunale energia e ambiente", è l'ex municipalizzata del comune di Roma che "nel corso del tempo è cresciuta sino a diventare una multiutility di riferimento del panorama italiano"[8] con partecipazioni azionarie in molte ex aziende pubbliche locali di servizi e dal 2000 operante anche all'estero. Divenuta di fatto una multinazionale, attualmente opera nella fornitura di servizi legati ad acqua, gas, rifiuti, energia e mobilità sostenibile, e risulta la prima azienda del settore a livello italiano[9].
Suez Italia Spa è la divisione italiana di Suez Environnement, il secondo gruppo mondiale nel campo della gestione delle acque e dei rifiuti, dietro Veolia Environnement, entrambe società a controllo francese.
In origine la società Suez era una compagnia franco-belga nata nel 1997 dalla fusione della Compagnia del Canale di Suez (Belgio) e della Lyonnaise des Eaux (Francia) che si è fusa per incorporazione con Gaz de France (energia) nel 2008, dando vita al gruppo GDF Suez, divenuto poi Engie nel 2015. Contestualmente alla fondazione di GDF Suez nel 2008, le attività di Suez nel settore idrico sono state cedute ad una nuova società che ha preso appunto denominazione di Suez Environnement, controllata al 35% da Engie
Vianini Lavori Spa è invece una società del gruppo Caltagirone fondata a Roma nel 1908, che opera nei settori dell'ingegneria civile e nell'industria dei manufatti in cemento ed ha numerose partecipazioni in aziende italiane ed estere, in vari comparti. Nonostante il suo core business sia nell'ingegneria, nell'edilizia e nelle opere infrastrutturali, ha ampliato il suo raggio di azione in altri settori ritenuti redditizi, come quello della gestione del ciclo delle acque.
Il Consorzio Toscano Cooperative - C.T.C è una società cooperativa nata a Firenze nel 1980, attiva, come da codice Ateco, nella "Costruzione di edifici residenziali e non residenziali"[10], e nonostante si legga nella presentazione[11] che "Il consorzio è retto e disciplinato dai principi di mutualità senza fini di speculazione privata", continua a mantenere una proficua quota del capitale di Abab dalla sua fondazione che, in qualità di Spa che rappresenta una forma societaria che per peculiarità proprie persegue la massimizzazione dei profitti[12].
La parte pubblica pur controllando il 55% del capitale di Acque Spa, ha una partecipazione suddivisa fra varie società e enti locali: Cerbaie Spa il 16,26%, Acquapur Spa il 5,04%, Gea Servizi Spa il 12,27%, il comune di Chiesina Uzzanese lo 0,31%, quello di Crespina - Lorenzana lo 0,25% e Alia Servizi Ambientali Spa il 19,31% (grafico 1). Quest'ultima, prima multiutility toscana dei servizi pubblici locali, opera nei settori ambiente, ciclo idrico integrato ed energia, ed è stata fondata il 26 gennaio 2023 dalla fusione per incorporazione da parte di Alia Servizi Ambientali Spa di tre società pubbliche della Toscana Centro-Settentrionale: Publiservizi Spa, Consiag Spa e Acqua Toscana Spa.
La nuova società multiservizi risulta al momento partecipata da 66 comuni tra l'Empolese - Val d'Elsa e le province di Firenze, Prato e Pistoia, con le quote ripartite tra i principali Comuni nella seguente modalità: Firenze (37,1%), Prato (18,1%), Pistoia (5,54%), Empoli (3,4%) mentre altri comuni toscani detengono il rimanente 35,9%. Tuttavia sin dalla sua fondazione la nuova multiutility è risultata accompagnata da un programma di apertura al capitale privato e di quotazione in borsa sul modello di Acea[13], come puntualmente esposto dal suo Amministratore delegato Alberto Irace, non casualmente amministratore delegato di Acea in carica dal 2014, al termine del quale la parte privata entrerà nella società fino ad una quota massima del 49%, tramite un aumento di capitale sociale[14], che non è difficile immaginare possa riguardare anche Acea stessa.
Emerge il paradosso che una multiutility a totale capitale pubblico sia affidata nella conduzione strategica all'Amministratore delegato della principale società nazionale del settore, nota per i suoi criteri di gestione all'insegna della remunerazione degli azionisti, sollevando quindi non infondate perplessità sulla compatibilità con la tutela dell'utenza e della risorsa idrica che dovrebbero essere i principi cardine dell'interesse collettivo.
Il management di Acque Spa
Pur controllando la parte pubblica nel suo insieme il 55% del capitale sociale di Acque Spa, la componente privata, in virtù del rappresentare il socio di maggioranza relativa col 45%, riesce ad esprimere il management dell'azienda e a dettarne le linee gestionali. Dall'ultimo rinnovo del Consiglio di amministrazione di fine 2023 è uscita infatti la riconferma ad Amministratore delegato di Fabio Trolese, manager espressione di Acea, già in carica dal 2020, mentre la parte pubblica continua a mantenere cariche prevalentemente di rappresentanza e di controllo come la Presidenza, assegnata all'ex sindaco di Pontedera (Pi) Simone Millozzi, e la vicepresidenza, attribuita ad Antonio Bertolucci, già consigliere comunale e assessore al Comune di Capannori (Lu)[15] e da tempo membro del Cda della stessa azienda.
I compensi percepiti dai membri del Consiglio di amministrazioni risultano molto elevati e, in genere, superiori rispetto a quelle di società analoghe, tant'è che il Presidente riceve un compenso lordo di 72.000 euro, il Vicepresidente 26.000 euro, l'Amministratore delegato 67.000 euro e i consiglieri, tre per parte pubblica e altrettanti per quella privata, 21.000 euro ciascuno. Per un totale annuo del 2023 pari a 291.000 euro.
Per avere un termine di paragone con una società toscana che presta lo stesso servizio fra le province di Arezzo e di Siena e dalla analoga struttura a capitale misto pubblico (53,84%) - privato (46,16%), come Nuova Acque Spa, il Presidente viene remunerato con 32.536 lordi e i restanti otto Consiglieri, dei quali uno adempie al ruolo di Amministratore delegato e altro quello di Vicepresidente, solamente 4.648 euro lordi, con l'aggiunta di un gettone di presenza per ogni Consiglio d'amministrazione di 300 euro[16].
Tabella 1: comparazione compensi lordi in euro del Cda di Acque Spa e di Nuova Acque Spa.
Cariche |
Compensi Cda Acque Spa in euro |
Compensi Cda Nuova Acque Spa in euro |
Presidente |
72.000 |
32.536 |
Vicepresidente |
26.000 |
4.648 |
Amministratore delegato |
67.000 |
4.648 |
Consiglieri (n° 6) |
21.000 |
4.648 |
Totale compensi lordi Cda |
291.000 |
101.720 |
Gettone di presenza riunioni Cda |
Non previsto |
300 |
Compensi indubbiamente eccessivi per una azienda senza particolari rischi di impresa che agisce ad affidamento diretto in regime di monopolio, fornendo un bene primario indispensabile per l'esistenza umana e del quale ne impone le condizioni tariffarie in modo unilaterale finendo per appesantire l'entità delle bollette a carico della cittadinanza.
L'impennata delle tariffe e la rimodulazione degli scaglioni di consumo
Al fine di quantificare l'impatto dell'aumento dei costi della fornitura idrica integrata sulle casse delle famiglie abbiamo effettuato uno studio sull'entità sia delle tariffe che delle fasce di consumo fissate dai 2 gestori che si sono succeduti nel corso degli ultimi 25 anni nei comuni del Basso val d'Arno. Nella tabella 1 riportiamo inizialmente le tariffe applicate, per la sola fornitura idrica, nell'anno 2001 dalla società Gea Spa, a completo controllo pubblico, e, successivamente, quelle di Acque Spa, società mista pubblico-privato, fra il 2002 e il 2013, mentre nella penultima riga troviamo gli esorbitanti aumenti percentuali intercorsi fra il 2001 e il 2013. Nell'ultima, invece, sono riportati gli incrementi registrati fra il 2011 e il 2013, vale a dire nel periodo successivo all'effettuazione dei Referendum del giugno 2011, i cui risultati disponevano, oltre al ritorno del servizio in mano pubblica, anche l'eliminazione della remunerazione del capitale investito.
Il passaggio, fra il 2001 e il 2002, della gestione dalla società pubblica Gea Spa, costituita il 15 giugno 1995 mediante trasformazione dell'allora Consorzio Azienda Servizi Ambientali Area Pisana, ad Acque Spa ha comportato in un solo anno un aumento di 3 volte della Tariffa agevolata sino ad 80 mc di consumo e di 5,5 volte della quota fissa, mentre la Tariffa base è quasi raddoppiata e l'Eccedenza 1 aumentata "solo" del 50%, con l'Eccedenza 2 che invece beneficia di una diminuzione della tariffa. Una dinamica tariffaria non solo in rapida ascesa ma anche estremamente penalizzante per le basse fasce di consumo, come i pensionati, i nuclei familiari poco numerosi e in genere chi consuma poca acqua (tab.2).
Allargando l'arco temporale del raffronto rileviamo come fra il 2001 e il 2013, ultimo anno di uniformità delle fasce di consumo, la Tariffa agevolata sia aumentata vertiginosamente del 615%, mentre le altre in misura sensibilmente minore, con la quota fissa addirittura del 1.280%. Una politica tariffaria chiaramente orientata non solo all'incremento dei profitti, con ricadute negative sull'intero panorama degli utenti ma che infierisce sulle fasce sociali più deboli come i pensionati che, consumando in genere poca acqua, hanno visto lievitare in modo insostenibile sia il costo della fornitura idrica sia quello della quota fissa che colpisce trasversalmente tutti gli utenti a prescindere dal consumo e dal reddito.
Rileviamo infine come Acque Spa e i sindaci dell'ATO 2 conniventi con tali politiche, non solo non hanno proceduto all'attuazione degli esiti dei due referendum sull'acqua del 2011, ma hanno continuato incurantemente ad aumentare le tariffe, tant'è che nei due anni successivi le varie fasce di consumo e la quota fissa sono aumentati fra l'11 e il 13%. Con buona pace della cancellazione del 7% di rendita finanziaria sul capitale investito, procedimento che poteva essere attuato anche senza il ritorno della gestione del servizio idrico totalmente in mano pubblica.
Tabella 2: tariffe della 'sola fornitura idrica' per le utenze domestiche 1 (residenti) fra 2001 e 2013
Tariffe in euro della 'sola fornitura idrica' per le utenze domestiche 1 periodo 2001-2013 |
||||||
Periodo |
Gestore |
Tariffa agevolata al mc (0-80) |
Tariffa base al mc (81-200) |
Tariffa I eccedenza al mc (201-300) |
Tariffa II eccedenza al mc (oltre 300) |
Quota fissa annua |
2001 |
GEA Spa |
0,156 |
0,375 |
0,625 |
1,251 |
2,784 |
2002 |
Acque Spa |
0,514 |
0,686 |
0,932 |
1,119 |
15,493 |
2009 |
Acque Spa |
0,867 |
1,157 |
1,573 |
1,888 |
26,395 |
2011 |
Acque Spa |
0,984 |
1,313 |
1,784 |
2,141 |
29,891 |
2013 |
Acque Spa |
1,116 |
1,489 |
2,024 |
2,428 |
38,44 |
Aumento 2001-2013 |
615,38% |
297,06% |
223,84% |
94,08% |
1.280,74% |
|
Aumento 2011-2013 |
11.34% |
13,40% |
11,34% |
11,34% |
12,87% |
Dal 2014 Acque Spa ha attuato una rimodulazione delle fasce di consumo con una drastica riduzione da 80 a 30 mc di quella soggetta a Tariffa agevolata, accompagnata da ulteriori aumenti generalizzati delle tariffe negli anni successivi (tab. 3), diabolico combinato disposto che ha impattato negativamente sulla quasi totalità degli utenti.
Tuttavia, restringendo la fascia di consumi a Tariffa agevolata a soli 30 mc/annui, maggiori penalizzazioni vengono subite dalle famiglie con uno o due compenti, alle quali viene applicata in prevalenza la Tariffa base. Ugualmente subiscono marcati aumenti le utenze con i consumi più frequenti, vale a dire le famiglie di 3-4 persone che consumano in media fra 100 e 200 mc annui e che passano da una tariffa di 2,429 euro/mc del 2013 a 3,613 nel 2017 (tab 3).
Il malcontento generato da una politica tariffaria di tale aggressività costringe nel 2018 Acque Spa ad innalzare la fascia di consumo a Tariffa agevolata a 55 mc.
Tabella 3: tariffe del servizio idrico integrato per le utenze domestiche 1 (residenti) anno 2017
Tariffe in euro del 'servizio idrico integrato' per le utenze domestiche 1 anno 2017 |
||||
Tariffe |
Acquedotto |
Fognatura |
Depurazione |
Totale al mc |
Agevolata da 0 a 30 mc |
0,226 |
0,234 |
0,916 |
1,376 |
Base da 30 a 90 mc |
1,736 |
0,234 |
0,916 |
2,886 |
I eccedenza da 90 a 200 mc |
2,463 |
0,234 |
0,916 |
3,613 |
II eccedenza oltre 200 mc |
3,461 |
0,234 |
0,916 |
4,611 |
Quota fissa |
56,35 |
Tabella 4: tariffe del servizio idrico integrato per le utenze domestiche 1 (residenti) anno 2020
Tariffe in euro del 'servizio idrico integrato' per le utenze domestiche residenti - anno 2020 |
||||
Tariffe |
Acquedotto |
Fognatura |
Depurazione |
Totale al mc |
Agevolata da 0 a 55 mc |
0,942 |
0,254 |
0,994 |
2,190 |
Base da 56 a 135 mc |
1,885 |
0,254 |
0,994 |
3,133 |
Eccedenza oltre 135 mc |
3,045 |
0,254 |
0,994 |
4,293 |
Quota fissa |
61,17 |
Tabella 5: tariffe del servizio idrico integrato per le utenze domestiche 1 (residenti) anno 2023
Tariffe in euro del 'servizio idrico integrato' per le utenze domestiche residenti - anno 2023 |
||||
Tariffe |
Acquedotto |
Fognatura |
Depurazione |
Totale al mc |
Agevolata da 0 a 55 mc |
0,636 |
0,790 |
1,253 |
2,679 |
Base da 56 a 135 mc |
1,272 |
0,790 |
1,253 |
3,315 |
Eccedenza oltre 135 mc |
2,935 |
0,790 |
1,253 |
4,978 |
Quota fissa |
60,21 |
Dall'analisi della dinamica tariffaria e dai criteri di rimodulazione delle fasce di consumo, risulta quindi palese che la strategia aziendale attuata dal management di Acque Spa si ispiri alla massimizzazione del profitto, con entrambe tese a penalizzare le utenze con consumi più bassi, come i pensionati e i nuclei mono o bi-personali, e coloro che cercano di attuare comportamenti virtuosi orientati alla riduzione dell'utilizzo della risorsa idrica.
Anche per questo riteniamo necessario che la tematica del rispetto della volontà popolare espressa tramite le consultazioni del giugno 2021 sia portata, soprattutto dai movimenti e dai partiti che sostennero il Sì ai due referendum, al centro dei programmi delle imminenti elezioni europee e amministrative di molti comuni italiani. Un messaggio di coerenza che sicuramente contribuirebbe a riavvicinare gli elettori, sempre più disinnamorati da questa politica, ai seggi.
* Comitato comunale per l'Acqua pubblica di San Giuliano Terme (Pisa).
[1] Gli ATO Acqua sono stati originariamente istituiti dalla Legge del 5 gennaio 1994 n. 36 "Disposizioni in materie di risorse idriche" che ha riorganizzato i servizi idrici aggregando sotto un'unica autorità (L'autorità di Ambito) i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione, ivi comprese le relative tariffe.
[2] Rapporto Servizio idrico in Italia del marzo 2019, realizzato da Utilitalia la federazione che riunisce 450 aziende di servizi pubblici dell'Acqua, dell'Ambiente, dell'energia elettrica e del gas operanti in Italia.
https://www.sipotra.it/wp-content/uploads/2019/03/Utilitalia.pdf
[3] https://www.autoritaidrica.toscana.it/it/page/ait
[4] Per i testi e gli esiti elettorali dei referendum dell'12 e 13 giugno 2011: https://www1.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/speciali/altri_speciali_2/referendum_2011/index.html
[5] https://www.abc.napoli.it/index.php?option=com_content&view=article&id=16&Itemid=113
[6] https://www.ufficiocamerale.it/2460/acque-blu-arno-basso-spa-o-in-breve-abab-spa
https://atoka.io/public/it/azienda/acque-blu-arno-basso-spa-o-in-breve-abab-spa/1ab8f6f855d1
[7] https://cittadinoinformato.it/acque_spa/?doing_wp_cron=1711984551.6514940261840820312500
[8] https://www.gruppo.acea.it/conoscere-acea/nostra-storia
[9] http://europeanwater.org/it/azioni/focus-per-paese-e-citta/710-acqua-privata-frosinone-e-provincia-si-ribellano-revocato-il-contratto-con-acea
[10] https://registroaziende.it/azienda/consorzio-toscano-cooperative-ctc-societa-cooperativa-denominazione-abbreviata-ctc-societa-cooperativa-firenze
[11] https://atoka.io/public/it/azienda/consorzio-toscano-cooperative-ctc-societa-cooperativa-denominazione-abbreviata-ctc-societa-cooperativa/270196460d42
[12] La gestione deve essere orientata alla massimizzazione del profitto per tutti gli azionisti-soci. https://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_per_azioni_(ordinamento_italiano)
[13]https://www.ilsole24ore.com/art/pronta-varo-multiutility-toscana-l-obiettivo-e-borsa-AEzqHKWB
https://www.arezzonotizie.it/attualita/corte-conti-no-quotazione-borsa-multiutility.html
https://www.utilitalia.it/notizia/dbe68738-6095-4d3d-8dfc-6c28ab59d9e9
[14] Irace (Ad multiutility Toscana): l'obiettivo è la quotazione nell'aprile 2024
https://www.milanofinanza.it/news/irace-ad-multiutility-toscana-obiettivo-e-quotazione-aprile-2024-202302101958398899?refresh_cens
[15] https://www.acque.net/wp-content/uploads/cv_bertolucci_antonio.pdf