Diana Johnstone*

 

Lo scopo della NATO: “Tenere gli americani dentro, i russi fuori e i tedeschi sotto”
(frase attribuita a Lord Hastings Ismay, segretario generale della NATO 1952-1957)

« Divide et impera » è la regola eterna dell'Impero

Soprattutto, non permettere ai ragazzi più grossi di far comunella. Cerca piuttosto che si azzuffino tra loro fino a prendersi per la gola l'uno contro l'altro. Mezzo secolo fa, bloccato nell'impossibilità di vincere la guerra del Vietnam, il Presidente Richard M. Nixon ascoltò il consiglio di Kissinger che lo esortava ad un'apertura delle relazioni con Pechino al fine di approfondire le divisioni tra Unione Sovietica e Cina.

Ma ora chi sono i ragazzi più grossi e da quando lo sono? Evidentemente le priorità sono cambiate. Otto anni fa, uno dei più influenti analisti geostrategici americani, George Friedman, definì quale fosse l'attuale principale priorità del divide et impera, quella che ora troviamo all'opera in Ucraina.

“L'interesse primario degli Stati Uniti è la relazione tra Germania e Russia, perché insieme rappresentano la sola forza che ci può minacciare,” spiegava Friedman.

L'interesse principale della Russia è sempre stato quello di avere una zona cuscinetto di paesi neutrali nell'Europa dell'Est. Lo scopo degli Stati Uniti invece è di costruire un cordon sanitaire di stati che le siano ostili, dal Baltico al Mar Nero, a far da barriera di separazione definitiva tra Russia e Germania.

“La Russia lo sa. La Russia pensa che gli Stati Uniti vogliano fare uno spezzatino della Federazione Russa,’ diceva Friedman, aggiungendo scherzosamente di ritenere che l'intenzione non doveva essere quella di uccidere la Russia, ma solo di farla soffrire.

Parlando ad un gruppo di élite a Chicago il 13 aprile 2015, Friedman osservava che il comandante dell'esercito americano in Europa, generale Ben Hodges, aveva poco prima fatto una visita all'Ucraina, decorando soldati ucraini e promettendo di addestrarli. Lo stava facendo, notava Friedman, al di fuori della NATO, perché nella NATO occorreva l'accordo del cento per cento dei membri e l'armamento all'Ucraina rischiava di subire un veto, così gli Stati Uniti stavano andando avanti da soli.

Quello che gli Stati Uniti hanno a lungo temuto, diceva Friedman è la combinazione tra capitale e tecnologia tedesca da un lato e risorse e lavoro russo dall'altro. Il gasdotto Nord Stream esattamente andava in quella direzione, quella degli scambi reciproci e delle intese sulla sicurezza, cosa che avrebbero reso superflui sia il dollaro che la NATO.

“Per la Russia,” diceva Friedman, “lo status dell'Ucraina è una minaccia esistenziale. I russi non possono consentire che vada avanti.” Per gli Stati Uniti invece è un mezzo per arrivare ad un fine: separare la Russia dalla Germania.

Friedman concludeva dicendo che la grande domanda era, come reagiranno i tedeschi?

Fin qui, i dirigenti tedeschi stanno reagendo come leali amministratori di un paese sotto occupazione degli Stati Uniti - com'è in effetti.

La minaccia del movimento per la pace tedesco

Ogni segno di simpatia per la Russia è stato talmente demonizzato, represso, persino criminalizzato dall'inizio dell'invasione russa del 24 febbraio 2022, che gran parte delle proteste in Germania hanno inizialmente evitato di prendere una qualsiasi posizione sulla guerra e si sono concentrate sulle difficoltà economiche provocate dalle sanzioni.

Il 25 gennaio di quest'anno, tuttavia, il Cancelliere Olaf Scholz si è arreso alle pressioni americane sull'invio all'Ucraina dei carri armati tedeschi Leopard 2, quasi in contemporanea con il ministro degli esteri Annalena Baerbock, del partito dei Verdi, che a un incontro internazionale aveva affermato quasi per caso che “stiamo combattendo una guerra contro la Russia.”

Questo ha spronato la gente ad agire.

Dimostrazioni spontanee sono avvenute in città grandi e piccole in tutta la Germania con slogan come “Ami (americani) tornate a casa!”, “Verdi al fronte!”, “Fate la pace senza armi tedesche”. Gli oratori hanno condannato la consegna dei carri armati per aver fatto “superare la linea rossa”, accusato gli Stati Uniti di forzare la Germania a fare la guerra alla Russia e chiesto le dimissioni della Baerbock.

L'ondata delle dimostrazioni ha raggiunto un picco un mese dopo, il 25 febbraio, quando oltre 50.000 persone si sono radunate a Berlino per la “Sollevazione per la pace” (Aufstand für Frieden), manifestazione convocata per l'iniziativa di due donne, la politica di sinistra Sahra Wagenknecht e la scrittice vetero femminista Alice Schwartzer.

Oltre mezzo milione di persone hanno firmato il loro “Manifesto per la Pace” che chiede al cancelliere Scholz di “fermare l'escalation della consegna di armi” e di lavorare per un cessate il fuoco e dei negoziati. Gli organizzatori hanno invocato la ricostruzione di un ampio movimento tedesco per la pace, sul modello del movimento contro i missili nucleari degli anni Ottanta che aveva portato al consenso russo alla riunificazione tedesca.

Costruire un movimento per la pace oggi in Germania è un compito che si trova di fronte parecchi ostacoli. Sotto l'occupazione militare degli USA, sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, le istituzioni e i media tedeschi sono permeati dall'influenza americana, così pure come l'ordine legale. Paradossalmente, la presa trans-atlantica americana pare essersi ancor più accentuata dopo la riunificazione.

Monitorare gli “estremi”

 

La Germania tiene sotto osservazione “l'estremismo” politico attraverso un'agenzia interna di intelligence, l'Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione, BfV (Bundesamt für Verfassungsschutz). Benché, strettamente parlando, la Germania non abbia una costituzione, ha una forte Corte Costituzionale designata specificamente a prevenire ogni ritorno a pratiche di potere naziste.

Al posto della costituzione, nel 1949 le potenze occidentali di occupazione (Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia) approvarono una Legge Fondamentale che autorizzava la Repubblica Federale ad assumere il governo della Germania Occidentale. Con la riunificazione, la Legge Fondamentale è stata estesa a tutta la Germania.

Secondo lo spirito dell' «anti-totalitarismo» liberale, il BfV tiene sotto osservazione sia «l'estremismo di sinistra» che «l'estremismo di destra» in quanto potenziali minacce. L'«estremismo islamico» è stato aggiunto solo di recente. L'attuale convenzione politica associa l'«estremismo di destra» alle tendenze naziste, mentre quello di sinistra indica orientamenti favorevoli al comunismo di stile sovietico.

Questa topografia politica del Ventesimo Secolo designa implicitamente «il centro» come un terreno di mezzo dell'innocenza entro il quale i cittadini possono sentirsi a proprio agio. Persino il militarismo più radicale non è «estremismo» in questo schema di cose.

L'articolo 5 della Legge Fondamentale garantisce agli individui il diritto di esprimere opinioni, ma queste devono sottostare alle numerose limitazioni che impone il Codice Penale, il quale punisce «l'incitamento all'odio», il razzismo, l'anti-semitismo e, con il carcere, chi nega l'Olocausto. È proibita la propaganda e i simboli delle organizzazioni «non-costituzionali», il disprezzo nei confronti dello stato e dei suoi simboli, la blasfemia contro le religioni riconosciute e, in particolare, il mancato rispetto per la «dignità» delle persone.

Naturalmente, tutto quello che conta in queste disposizioni della Legge Fondamentale è come vengono interpretate. Il divieto di «premiare o approvare crimini» (Sezione 140) originariamente inteso per venire applicato alla condanna di crimini civili violenti, è ora stato esteso alla sfera geopolitica e, precisamente, ha condotto a condannare come fuorilegge «l'approvazione o il sostegno» di quella che viene definita «guerra di aggressione».

Il discorso fatto a Berlino lo scorso 22 giugno dall'attivista anti-guerra Heinrich Bücker che, nell'anniversario dell'invasione nazista dell'Unione Sovietica, invocava buone relazioni con la Russia è stato condannato da un tribunale della capitale tedesca perché «approvava il crimine russo di invasione». In pratica, qualsiasi tentativo di chiarire o spiegare la posizione della Russia facendo riferimenti all'espansione della NATO o agli attacchi del regime di Kiev al Donbass fin dal 2014, possono venire interpretati come «approvazione e sostegno».

Inutile dire come i tedeschi non abbiamo mai minacciato di querela penale l'approvazione dell'invasione americana del Vietnam, dell'Iraq o dell'Afghanistan, tanto meno i bombardamenti del tutto illegali e distruttivi della Serbia nel 1999, ai quali peraltro avevano entusiasticamente preso parte. Celebrata in lungo e in largo come una lodevole campagna umanitaria in realtà quella fu una guerra che, al costo dell'uccisione di civili e della distruzione di infrastrutture, costrinse la Serbia a permettere alla NATO di occupare la sua provincia del Kosovo, dove gli stessi americani si sono costruiti un'imponente base militare. I ribelli di etnia albanese hanno dichiarato lì l'indipendenza e migliaia di non-albanesi sono stati espulsi.

La polizia tedesca vira verso il conformismo centrista

Mentre i dimostranti si stavano radunando a Berlino per la manifestazione che era stata indetta con il nome «Sollevazione per la Pace» un organizzatore è salito sul palco e ha letto la lunghissima lista dei divieti che la polizia imponeva. L'elenco comprendeva numerosi segni e simboli che in qualche modo potevano essere collegati all'Unione Sovietica, alla Russia, alla Bielorussia e al Donbass, le canzoni militari russe, “l'approvazione della guerra di aggressione che la Russia stava attualmente effettuando contro l'Ucraina”, ecc.

Il giorno prima, la polizia di Berlino aveva consegnato agli organizzatori una dettagliata spiegazione che giustificava queste proibizioni, specificando che “la pubblica sicurezza era in una situazione di imminente pericolo.” La polizia diceva che, sulla base delle sue informazioni, “i partecipanti al vostro raduno saranno principalmente costituiti da persone con atteggiamenti da vecchia sinistra, favorevoli alla Russia, contrari alla consegna di armi all'Ucraina decisa dal governo tedesco e oppositori della politica dell'«Occidente, degli Stati Uniti e contro la NATO in generale.”

La polizia aveva ragione di credere che il raduno del 25 febbraio avrebbe attratto partecipanti “molto eterogenei” per i loro punti di vista (persone che non credono alla legittimità dello Stato, sostenitori di idee cospirazioniste, simpatizzanti del regime di Putin, ecc.) e che, pertanto, avrebbero dovuto essere prese delle precauzioni.

La minaccia dell'incrocio degli opposti estremismi

La polizia faceva riferimento ad un raduno similare che si era svolto circa un mese prima, il 27 gennaio, nel quale gli organizzatori erano stati accusati da gruppi di sinistra e di antifascisti di avere “tollerato persone dal pensiero-incrociato (Querdenker) e della destra in questo meeting”. Un pensatore-incrociato è uno che ha attraversato la linea del fronte nemico, quello tra destra e sinistra, un reato chiamato “cross-front” o anche “rosso-bruno”.

Quello che è notevole è che in Germania l'establishment, i media, il BfV e in particolare la polizia hanno ripreso il termine “cross-front” (Querfront) come infamante, nello stesso modo in cui lo usa il movimento Antifa che lo utilizza per sottolineare e difendere la purezza ideologica della sinistra. Il termine inizialmente aveva indicato l'appropriazione da parte della destra di temi della sinistra al fine di fuorviare persone di quella parte politica e attrarli in cricche fasciste o parafasciste. La base storica del termine si rifa' ai falliti tentativi di coalizione portati avanti da formazioni di destra negli ultimi anni della Repubblica di Weimar, nel contesto della acuta rivalità tra forti movimenti nazisti e comunisti in lotta per ottenere il favore degli operai, ma nell'atmosfera politica di oggi è totalmente inverosimile.

In assenza sia di un forte movimento comunista e nazista, il termine viene attualmente usato per denunciare ogni collaborazione, o persino contatto, tra persone di sinistra e movimenti o individui descritti come di “estrema destra”. Questa etichetta viene di frequente attribuita anche ad atteggiamenti di opposizione espressa nei confronti di un'immigrazione senza limiti, che viene bollata come razzismo.

Secondo questo standard, il partito di opposizione AfD (Alternativa per la Germania) che conta 78 seggi su 736 nell'attuale Bundestag, è «estrema destra». Dal momento che gran parte dei membri del Bundestag critici dell'invio di armi all'Ucraina provengono dal partito Die Linke (sinistra) o dall'AfD, la vigilanza anti-crossfront condanna in anticipo questa ampia e aperta opposizione alla guerra.

Valutazioni soggettive della polizia

Secondo l'avviso della polizia del 24 febbraio, “L'approvazione della guerra di aggressione, contraria al diritto internazionale, che la Federazione Russa sta conducendo contro l'Ucraina, è punibile sulla base della Sezione 140 ...” Tale approvazione può esere espressa non solo verbalmente ma anche mediante segni e simboli. In particolare l'esibizione della lettera ”Z” (che sta presumibilmente per l'espressione russa za pobyedu - vittoria) costituirebbe reato penale.

Persino ancor più forzato è l'esempio dell'esposizione della bandiera della defunta Unione Sovietica, perché secondo la polizia: “la bandiera dell'URSS simboleggia una Russia con i confini dell'ex-Unione Sovietica.” Questo, secondo la polizia di Berlino, “è visto da esperti come l'obiettivo desiderato dell'attuale presidente russo Vladimir Putin” e spiega il suo attacco all'Ucraina.

“Le presenti restrizioni sono - espressamente - non dirette contro i contenuti della libertà di espressione, che non può essere ostacolata nell'ambito dell'articolo 5 della Legge Fondamentale, ma sono da intendere, da un punto di vista del contesto, per impedire che il vostro raduno, nel modo in cui viene condotto, sia atto o inteso a veicolare predisposizioni all'uso della violenza e perciò ad avere effetti intimidatori o a violare le sensibilità morali dei cittadini e punti di vista sociali o etici in modo significativo.”

 

Una dimostrazione con cautele

La “Sollevazione per la Pace” alla fine non ha fornito alla polizia nessuna occasione per interventi e arresti. Come per “Il Manifesto per la Pace”, gli oratori tedeschi hanno accuratamente evitato ogni riferimento alle provocazioni degli Stati Uniti e della NATO che hanno portato alla guerra.

Solamente Jeffrey Sachs, il cui discorso di apertura in inglese veniva trasmesso alla folla su un grande schermo, ha osato parlare dell'antefatto dell'invasione russa: il golpe del 2014 a Kiev, gli Stati Uniti che avevano armato e addestrato l'Ucraina, l'opposizione degli USA ad ogni negoziato di pace, la verosimiglianza della tesi secondo cui gli Stati Uniti erano i responsabili del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream e altri fatti suscettibili di offendere certe sensibilità. Non c'era comunque alcuna possibilità che la polizia di Berlino arrestasse Sachs che non si trovava in quel momento in Germania.

Gli altri oratori hanno in larga parte ignorato le origini della guerra, concentrandosi piuttosto sui timori connessi a dove poteva condurre: a una costante escalation nella consegna di armi e persino a una guerra nucleare. La grande folla che si era accalcata era anche ben imbacuccata per difendersi dal freddo gelido e da una neve leggera. Le bandiere in gran parte raffiguravano colombe della pace e gli slogan erano appelli alla diplomazia e a trattative di pace piuttosto che all'invio di armi, il tutto per evitare una guerra nucleare. Neo-nazisti ed estremisti di destra erano stati dichiarati come non benvenuti e avrebbero potuto essere presenti solamente sotto mentite spoglie e in effetti ben pochi se ne sono visti.

L'evento, nella sua totalità, non avrebbe potuto essere più rispettoso delle norme.

L'attacco alla Wagenknecht

Nonostante tutte queste gentilezze, la manifestazione e i suoi organizzatori sono stati ferocemente attaccati da alcuni politici e dai media. Sahra Wagenknecht è una figura popolare, espulsa dal suo Partito di Sinistra (Die Linke), già sulla via di un ridimensionamento al ribasso, da parte di dirigenti che aspirano a seguire i Verdi (Die Grünen), sempre più bellicisti, nella speranza di venire accolti in qualche governo di coalizione di sinistra.

La Wagenknecht, sposata con Oskar Lafontaine, che come dirigente social-democratico si era distinto durante gli anni Ottanta nel movimento contro i missili, si dice stia preparandosi a costituire un nuovo partito. Questo potrebbe riempire uno spazio vuoto nell'attuale scena politica tedesca: un partito indiscutibilmente di sinistra contro la guerra e questo potrebbe essere visto come la principale minaccia politica alla coalizione attualmente regnante.

Così la Wagenknecht è stata fortemente attaccata per il fatto che i discorsi contro la guerra che ha tenuto nel parlamento sono stati applauditi anche da membri dell'AfD. E nonostante abbia ripetutamente condannato l'invasione russa per avere infranto il diritto internazionale, altre cose che ha detto sono state descritte come “vicine alla narrativa” del presidente russo Vladimir Putin.

Nonostante la sua cautela, viene incolpata di “intesa” con il punto di vista russo, cosa inaccettabile.

In un importante articolo giornalistico, Markus Decker ha chiamato la Wagenknecht la più influente nemica della democrazia tedesca. La Wagenknecht, ha scritto, “è la personificazione incarnata di quello da cui i funzionari dell'intelligence ci hanno messo in guardia da anni: lo sfumare dei confini tra frange politiche e gli estremismi.”

In altre parole, dovrebbe essere tenuta sott'occhio dalla BfV come sponsor del temuto incrocio tra opposti estremismi. “La Wagenknecht, che sta sistematicamente sfumando le linee tra dittatura e democrazia fin dall'inizio dell'attacco russo all'Ucraina, non ha a che fare con la pace, ma con la distruzione della democrazia. Della quale la Wagenknecht è probabilmente in Germania il nemico più influente”, ha scritto Decker.

Negli scorsi anni, mentre in Occidente era in via di costruzione l'ostilità nei confronti della Russia, il dogma escludente degli Antifa ha preso forza all'interno della sinistra. Il risultato è che la sinistra è meno interessata nel conquistare i cuori dei cittadini conservatori alla sua destra che nel richiuderli in un recinto di esclusione. Si tratta di una sorta di identità politica essenzialista: chiunque “sulla destra” deve essere intrinsecamente un inconciliabile nemico.

Non è ritenuto in alcun modo lecito pensare che, forse, qualcuno vota per l'AfD perché non si sente preso in considerazione dagli altri partiti, ad esempio da Die Linke. Questo può essere vero soprattutto nella Germania Est dove ognuno di questi due partiti ha radici.

La libertà di opinione sotto minaccia

Il 15 marzo, un gruppo di artisti e intellettuali di sinistra ha rilasciato una petizione per la difesa della libertà di espressione. Vi si legge:

“La Germania è in una crisi profonda [...] Disinformazione e manipolazione della popolazione indirizzano in larga parte l'attuale cultura dei media. Chiunque non condivida la prescritta opinione ufficiale sulla guerra in Ucraina, la critichi e la renda nota pubblicamente, viene diffamato, minacciato e sanzionato o ostracizzato. In una tale atmosfera, il dibattito aperto, lo scambio e la presentazione di punti di vista diversi nei media, nella scienza, nelle arti, nella cultura e in altre aree, sono difficilmente ancora possibili. Pregiudizi e ignoranza, ma anche intimidazione, paura, auto-censura e ipocrisia sono le conseguenze. Ciò è incompatibile con la dignità umana e la libertà personale”.

Il mese scorso, il Ministro Federale agli Interni Nancy Faeser (SPD) ha presentato un disegno di legge che rende possibile licenziare “i nemici della costituzione” dal servizio civile con un semplice atto amministrativo. “Non consentiremo al nostro stato democratico costituzionale di essere sabotato dall'interno dagli estremisti,” ha detto la Faeser. Secondo l'Associazione dei Funzionari Civili della Germania già la sola proposta sta introducendo diffidenza e sfiducia sia tra gli impiegati che tra i cittadini.

Si suppone che un'atmosfera di guerra dovrebbe indurre una nazione ad unirsi. La sua imposizione artificiale, tuttavia, la espone e crea divisioni profonde.

 

* Fonte : Consortium News, 21 marzo 2023, https://consortiumnews.com/2023/03/21/diana-johnstone-germans-down-russians-out/ (traduzione Silvio Calzavarini)

 

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Toogle Right

Condividi

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.