Sergio Ferrari*
Nella seconda metà di giugno un tema tanto importante quanto complesso è tornato al centro dell'agenda Sud America-Europa. Lula era in Francia e l'Accordo di associazione strategica tra il Mercosur e l'Unione europea faceva parte della bagarre tra i futuri "partner". D'altra parte, il 2 luglio, la Dichiarazione finale della XXVI Riunione del Forum di San Paolo, che riunisce le forze progressiste e di sinistra del continente, ha denunciato gli accordi di libero scambio.
Il Mercosur riunisce Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay come Stati membri. Il Venezuela è stato sospeso, la Bolivia ha avviato il processo di adesione e altri sei Paesi del subcontinente sono Stati associati (carta 1).
Durante la sua visita a Parigi per partecipare al vertice per un Nuovo Patto Finanziario Globale, il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva ha aggiornato la sua critica alle nuove condizionalità poste dall'Unione europea (rispetto al testo dell'accordo sottoscritto nel 2019.ndt), definendole come "minacce". Nello stesso tempo, ha lanciato un appello per un profondo cambiamento delle istituzioni finanziarie internazionali di Bretton Woods, create dopo la Seconda Guerra mondiale che non "funzionano più". Ha citato come esempio di questo malfunzionamento il prestito del Fondo monetario internazionale (di 44 miliardi di $. ndt) dell'Argentina, concordato durante il governo dell'ex presidente Mauricio Macri.
Rafforzando questa visione continentale, il documento finale del recente incontro del Foro di San Paolo, svoltosi a Brasilia dal 29 giugno al 2 luglio, denuncia "gli accordi di libero scambio e l'architettura giuridica da essi creatache conferiscono più potere alle transnazionali a discapito della nostra sovranità (quella latinoamericana. ndt)". Lo stesso documento "mette in evidenza l'atteggiamento del presidente Lula di rifiuto delle sanzioni ambientali e degli altri meccanismi protezionistici che compaiono nel dibattito sull'Accoprdo Mercosur-Unione europea".
Minacce
Durante la sua visita in Francia, il presidente sudamericano ha dichiarato davanti al collega francese Emmanuel Macron e al tedesco Olaf Scholz che "gli accordi commerciali devono essere più equi". Ha espresso il suo interesse a raggiungere un trattato con l'Unione europea, ma ha dichiarato che per il momento non è stato possibile. La lettera aggiuntiva che l'Ue ha inviato ai presidenti del Mercosur "non consente di raggiungere un accordo", facendo riferimento a un allegato che, tra gli altri impegni, prevede sanzioni in caso di mancato rispetto di nuovi obiettivi ambientali.
Lula ha affermato che non è immaginabile che si promuova un accordo strategico e che ci sia una successiva lettera che rappresenta una minaccia per una parte dei soci firmatari. Il presidente brasiliano aveva già respinto queste nuove richieste durante la visita a Brasilia nella seconda settimana di giugno di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, quando iniziò il tour dell'America Latina partendo proprio dal Brasile.
Carta 1: Mercosur stati membri in blu, associati esterni in azzurro e sospesi in rosso
Dopo 20 anni, i negoziati tra Mercosur e Ue si sono conclusi nel giugno 2019, ma il trattato non è stato ratificato dai parlamenti dei Paesi (europei. ndt) sottoscrittori, requisito condizionale per la sua applicazione. Si tratta del patto commerciale più importante per l'Unione Europea, poiché implica l'integrazione di un mercato di 800 milioni di abitanti, rappresenta quasi un quarto del PIL mondiale e con oltre 100.000 milioni di dollari di scambi bilaterali di beni e servizi.
Nel marzo di quest'anno l'Ue ha presentato al Mercosur nuove condizioni dell'accordo che sono state respinte da Lula, mentre i Paesi sudamericani si sono opposti a possibili sanzioni in caso di mancato rispetto, ad esempio degli obiettivi ambientali fissati da Bruxelles per il commercio bilaterale. L'opposizione dei Paesi del Mercosur riguarda le norme stabilite unilateralmente nel Patto verde europeo, approvato nel 2020. Tra queste, quella che vieta l'acquisto di prodotti che provengono da zone deforestate che colpirebbero molte delle esportazioni dei Paesi sudamericani.
Gridano il loro malcontento
I negoziati per un accordo di liberalizzazione del commercio "obsoleto, neocoloniale e squilibrato" devono finire, hanno affermato i quattro attori della società civile brasiliana e francese in una dichiarazione congiunta resa pubblica poche ore prima che Lula affrontasse la sua agenda ufficiale in Francia.
In un momento in cui la Commissione europea (CE) sta impiegando grandi energie per raggiungere l'accordo il prima possibile, il collettivo nazionale Stop Mercosur, il Fronte brasiliano contro l'accordo Ue-Mercosur, la coalizione francese "Solidarité Brésil" e la Rete brasiliana per l'integrazione dei popoli (REBRIP), ha chiesto alla CE di porre fine alle pressioni e alle minacce che sta esercitando contro i paesi del Mercosur.
Le quattro piattaforme hanno così espresso la posizione precedentemente assunta da 170 organizzazioni sociali, ONG, sindacati e federazioni contadine di circa 30 Paesi Latinoamericani ed Europei, che già a maggio avevano definito un quadro critico per questo accordo commerciale suggerendo diverse alternative e proposte concrete. Le 170 organizzazioni hanno espresso la loro posizione: "Solidarietà, uguaglianza, cooperazione e commercio sostenibile: un'alternativa all'accordo di libero commercio Ue-Mercosur". Tra i firmatari Via campesina, Greenpeace e friends of the earth, Cadtm e Attac dalla Francia, la CGT, le commissioni operaie e la Confederazione Intersindacale di Spagna, Kobra e l'Ufficio ecumenico per la pace e la giustizia, il Movimento dei Lavoratori Senza Terra (MST) e l'articolazione Terra e Fuoco del Brasile, Sinistra Italiana e TNI dei Paesi Bassi, solo per citarne alcune.
Le quattro piattaforme brasiliane e francesi -che riprendono il documento dei 170 firmatari- avvertono che l'attuale contenuto dell'Accordo Ue-Mercosur, se ratificato, aggraverebbe "le esistenti asimmetrie economiche e socio-ambientali fra i due blocchi. E, inoltre accentuerebbe la primaria specializzazione dell'economia dei Paesi del Mercosur a scapito della diversificazione economica".
Secondo la percezione della quattro piattaforme, i settori industriali, l'agricoltura familiare contadina, le piccole e medie imprese dei Paesi del Mercosur -in particolare per l'apertura dei mercati degli appalti pubblici- e le classai sociali medie e svantaggiate dei Paesi sudamericani "non hanno nulla da guadagnare da un accordo così squilibrato".
L'accordo, sostengono, andrà a beneficio dei produttori ed esportatori di materie prime agricole, minerarie ed energetiche, delle multinazionali farmaceutiche, agrochimiche e automobilistiche europee, nonché di coloro che sono interessati agli appalti pubblici e alla privatizzazione dei servizi al costo della violazione dei diritti umani, dei terribili impatti socio-ecologici sulle popolazioni indigene, sulle popolazioni locali, sulla terra, sulle foreste, sugli ecosistemi e sulla biodiversità.
Penalizzata anche l'Europa "di sotto"
Per quanto riguarda l'impatto sull'Europa, un tale trattato comporterà un aumento delle quote di importazione della carne con dazi doganali ridotti, il che implicherà "che gli agricoltori europei dovranno affrontare una maggiore concorrenza, che abbasserà i prezzi e, quindi, intensificherà il sistema agricolo europeo più concentrato". E, sottolineano, anche nel Vecchio Continente i principali beneficiari saranno le multinazionali europee che cercheranno di aggiudicarsi nuovi appalti pubblici e/o esportare pesticidi oggi vietati in Europa e auto con tecnologia e tipologia di combustione già superate.
Le quattro piattaforme completano il quadro desolante che immaginano se l'accordo Ue-Mercosur fosse definitivamente accettato: “L'impunità per le violazioni dei diritti umani e dei popoli perpetrate dalle grandi imprese transnazionali sarà solo rafforzata. Nonostante l'accordo preveda la soppressione di oltre il 90% dei dazi doganali sugli scambi tra le due zone, sono le aziende del settore automobilistico, chimico e farmaceutico europeo e del settore agro-export dei Paesi del Mercosur, basato sulle monocolture, quelle che ne trarranno i maggiori benefici”.
Sostengono inoltre che se questo trattato sarà firmato, le asimmetrie economiche tra l'Ue e i Paesi del Mercosur si approfondiranno, secondo un modello neocoloniale di accaparramento delle risorse a scapito della diversità, autonomia e resilienza delle economie locali e regionali, e di l'integrazione tra i popoli. E argomentano: “Laddove le regole commerciali dovrebbero essere riviste e limitate in nome degli imperativi del XXI secolo, questo progetto di accordo promuove rigorosamente la logica opposta: le politiche climatiche, ad esempio, sono accettate a condizione che non contravvengano alle regole tese a aumentare il commercio internazionale di beni e servizi".
Concludendo l'analisi, Stop Mercosur, il Fronte Brasiliano contro l'Accordo, la coalizione francese "Solidarité Brésil" e la Rete brasiliana per l'integrazione dei popoli (RBRIP) ribadiscono che non deve essere così, perché "da entrambe le parti dell'Atlantico, avevamo molto di più da offrire in termini di cooperazione internazionale e solidarietà rispetto a un accordo commerciale neoliberista ". I firmatari condividono "la necessità di rafforzare i legami tra i Paesi dell'Unione Europea e quelli del Mercosur, e più in generale tra i popoli dell'Europa e dell'America Latina. Ma questo non può essere costruito solo attorno al commercio di beni e servizi che vengono trasportati attraverso l'Atlantico". E concludono: “Al contrario, chiediamo ai nostri governi di impegnarsi e riorientare le loro relazioni geopolitiche e commerciali sulla base di nuovi principi, come quelli recentemente proposti da 170 organizzazioni sociali per garantire invece una vita buona a tutti di assicurare benefici a pochi».
Le carte sono sul tavolo. Ora tocca ai governanti di entrambe le sponde dell'Atlantico giocare. Partita delicata davanti ad un pubblico che non accetta imbrogli ed è consapevole che la propria sopravvivenza dipenderà, in larga misura dal risultato.
* Traduzione Andrea Vento - Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati.